14 FEBBRAIO 2011

I prossimi

Immagino che dovrei scrivere qualcosa a proposito di Prossima Fermata Biella, anche se in realtà non c'è molto da aggiungere rispetto a quanto ho già detto nel mio intervento e rispetto a quanto è emerso spontaneamente nell'evento in sé. E a chi non c'era non posso far altro che dire che si è perso qualcosa.
A Firenze ebbi il piacere e la responsabilità di parlare prima delle conclusioni di Pippo Civati e di Matteo Renzi, col compito di fornire qualche elemento tecnico e organizzativo su cosa era successo e cosa sarebbe capitato dopo. Dissi che quando avevamo immaginato la Leopolda non sapevamo come sarebbe andata e cosa attenderci, e lo stesso valeva anche per Biella. Si trattava di dimensioni ovviamente molto diverse, sia in senso stretto che in senso lato: il Pria un decimo della Leopolda, e Biella un centesimo del proscenio nazionale di Prossima Fermata Italia.
A Biella si voleva capire se era possibile condensare in una cornice estremamente piccola, per di più in un clima che dal 2009 è diventato politicamente ostile, un grande evento nazionale, mantenendone tutte le caratteristiche qualificanti e al tempo stesso calibrandosi sul contesto, e lo si poteva fare a Biella perché proprio qui già esisteva un gruppo di lavoro estremamente ricco di potenzialità, attento al mondo che lo circonda e voglioso di misurarsi con una sfida concreta: un esperimento riuscito, è innegabile, che ora sarebbe interessante si propagasse in ogni angolo, e la presenza al Pria di amici novaresi, alessandrini e del Verbano è stata da questo punto di vista promettente e gratificante. Segno che, ogni tanto, la nostra provinciale realtà può ancora essere un laboratorio a cui dall'esterno qualcuno guarda con interesse e curiosità, non solo in tema di fibre tessili ma anche a proposito di fibra della società.
In entrambi i casi, nelle rispettive proporzioni, a Biella e a Firenze si è registrato il tutto esaurito, e in entrambi i casi è emerso esattamente quel tipo di spirito che era nelle intenzioni. Chi c'era lo ha capito al volo: Prossima Biella, come Prossima Italia, è uno spazio a disposizione di chi vuole contribuire a costruire un progetto, per il territorio e per il Paese. Non inizia con una proposta già confezionata, ma nasce dalla convinzione che per prima cosa sia necessario aprirsi, richiamare quelle energie e quelle competenze che la società esprime già, là fuori, nel mondo reale, ma che per molti motivi che conosciamo bene scappano dalla politica o da cui la politica scappa. L'idea è quella di fornire a tutti un canale in cui esprimersi e, se si sentono a loro agio – perché di questo si tratta – chieder loro di mettersi al lavoro per approfondire: e poi ricominciare da capo, mettendo i materiali in nuove mani, pubblicandoli, affinandoli, soprattutto condividendoli. Prossima Biella può essere quel canale, anche se ovviamente la situazione di partenza è a dir poco molto compromessa e l'obbiettivo di sproporzionata difficoltà. D'altro canto, questa è l'unica strada che abbia senso percorrere.
E' anche l'occasione per uscire dalla dinamica della dialettica interna, al centrosinistra al Partito Democratico: che non avrebbe più senso, in questa fase, che non è affatto interessante e che invece di attirare nuovi protagonisti li farebbe scappare, a ragione. E', lo ripeto, uno spazio di partecipazione e, se saremo bravi, di proposta. E' al limite il tentativo di suggerire alle formazioni di cui alcuni di noi fanno parte strade, idee e strumenti. Sperando siano interessanti.
Non è neppure, come i più attenti tra i commentatori potrebbero equivocare, la pretesa di esaurire temi complessi in cinque minuti, cosa che non sarebbe possibile, ma è il tentativo di fornire suggestioni, e scorci di un mondo prossimo. Suggestioni che vanno poi elaborate mantenendosi in contatto, portando tutti intorno a un tavolo, in un processo che evidentemente è persino più difficile che non realizzare un evento (cosa che comunque era già abbastanza impegnativa). E' davvero l'unica, l'unica cosa che possiamo fare per ricostruire - altro che rottamazione, i rottami ci hanno già circondato da un pezzo - una comunità anch'essa prossima che ci includa il più possibile, e provare a fare in modo che i prossimi anni siano completamente diversi da quelli che abbiamo appena vissuto. Perché in caso contrario saremmo definitivamente condannati.
Tutto molto difficile, ma qualcuno che ha voglia di provarci, evidentemente, c'è, e sabato lo abbiamo verificato di persona guardandoci per la prima volta, come si suol dire, dritti negli occhi. Bene, non perdiamoci di vista.

  1. complimenti davvero
    bella giornata e bella discussione

  2. questo blog è molto bello molto ben curato vieni a visitare anche il mio^^

  3. Gandalf (…), hai già segnalato il tuo blog in altri commenti, ma ti chiederei di commentare solo se hai qualcosa da dire nel merito del post e della discussione, per cortesia.
    Grazie

  4. Sabato ho visto succedere qualcosa di importante, anche se evidentemente è solo un inizio e la strada è impervia. Però ragazzi complimenti per il coraggio di provarci.

    utente anonimo
  5. Qualcuno ha detto che ci sono più stelle in cielo che pensieri nella testa e sabato pomeriggio ha  dimostrato che la società civile è molto, molto  più ricca di quanto i responsabili politici – chiusi nei propri partiti -  pensino e partichino. Prossiama fermata  …. può essere  il ponte fra le due sponde – società e partiti –  oggi indispensabile.
    sd

    utente anonimo