30 DICEMBRE 2010

Uveite

Reduce da una mattinata in pronto soccorso durante la quale mi hanno diagnosticato un’uveite all’occhio destro (non una roba piacevole, che mi terrà lontano ancora un po’) approfitto del fatto di aver sperimentato una fresca verifica del buon funzionamento della sanità pubblica per invitare alla lettura di questo articolo pubblicato sul sito del nostro consigliere regionale, Wilmer Ronzani. Un post in cui si dicono tante cose buone e giuste sul siluramento del direttore dell’Asl di Biella, Oreste Brusori, da più parti indicato come persona capace, e dell’acchiappatutto lottizzatorio con cui, attraverso il governatore piemontese Cota, la Lega ha sostituito lui ed altri piazzando persone ideologicamente più vicine ma professionalmente – pare – meno capaci.
E questa cosa non va bene, intendiamoci, allora però – stupidamente, da persona che non si è mai trovata a nominare il direttore dell’Asl, ma soprattutto da persona che non vorrebbe mai trovarsi a nominare il direttore di un’Asl – mi chiedo se abbia senso, che debba spettare alla politica nominare dirigenti così a occhio molto tecnici come, appunto, i direttori dell’Asl. Insomma, che titoli dovrebbe avere Cota? Ma anche, nel caso in quel ruolo sedesse uno più bravo ma pur sempre fuori dal suo ambito, che titoli avrebbe un Presidente, poniamo, del Pd?
Possibile che non sia fattibile un sistema in cui, a prescindere che a governare sia un Leghista o un Democratico, un idiota o un genio, nessun governatore in nessun caso può metter becco in queste cose? Sarebbe stato bello ci avesse pensato la giunta Bresso, ma ormai è andata. Sarebbe bello iniziare a porsi il problema per il futuro.
Insomma, il problema non sono i manager scarsi scelti da Cota, il problema è che il Governatore di una regione non dovrebbe avere il potere di nominare chi opera in campo sanitario, perché semplicemente non ne ha le competenze. Punto.
Altrimenti, nella logica dello spoil system, ogni nuovo governatore si vede assegnare il potere di metere le zampe su chi amministra il servizio sanitario, per non parlare dei casi – e ci sono, si sa – in cui la politica non si limita ai manager, ma nomina anche primari, medici, infermieri e financo barellieri. Tutto a norma di legge, e sempre in balia del destino elettorale: si potesse scegliere in che legislatura ammalarsi, ma non si può.

  1. Diciamo che se la giunta regionale precedente aveva potuto nominare i dirigenti allora non deve stupire che la Lega faccia lo stesso oggi, è perfettamente normale. Lamentarsi della rimozione di Brusori è legittimo per carità, ma alla fine quello che interessa alla gente è che l'ospedale funzioni, non chi lo fa funzionare, e questo lo si vedrà solo tra un po'.

    utente anonimo
  2. Bella sfiga passare così l'ultimo dell'anno, mi sa che qualcuno te l'ha tirata…

    utente anonimo
  3. Va tutto bene ma, spoil a parte (che, come il potere, logora chi non lo fa), stiamo sul pezzo: il "nuovo" ospedale di Biella che si avvia a compiere il mezzo secolo dacchè è stato progettato.   Brusori, che è uno molto in gamba a detta di estimatori e no, ci ha messo sei mesi di navigazione fra carte polverose per capirci qualcosa e far ripartire il cantiere.  Un mese fa chiesi ad un alto dirigente ASL, uno che nella politica ha guazzato a lungo e con successo, se Brusori con i nuovi padronipadani era da considerare a rischio.  Risposta "ragionevole": credo di no perchè chiunque lo sostituisse impiegherebbe un paio d'anni prima di capire qualcosa del nuovo ospedale.  Qui però non ci mandano un chiunque, ma una PEONA il cui principale merito sembra essere l'aura smeraldina che l'accompagna.  Per quanto tempo ancora dovremo tenere a bada emorroidi e ragadi nell'attesa di smaltirle al Villanetto ?
    gr

    utente anonimo
  4. Ecco, benissimo. Però allora, scusami, un sistema che permette di fare questo, che consente a qualsiasi nuovo governatore eletto di disfare tutto a norma di legge, sarò scemo io, ma è un sistema che non va bene: è una lottizzazione sistematizzata, ingenierizzata, e come tale c'è poco da pestare i piedi perché è consentita e sta scritta nero su bianco.
    Le leggi, in linea di principio, andrebbero scritte col presupposto di impedire ai malitenzionati di agire per il peggio, non nella speranza (campa cavallo) che chi capita lì abbia a cuore il bene comune e sappia dove mettere le mani. Altrimenti, qualsiasi buona azione è potenzialmente vanificabile dallo scemo che arriva nella legislatura successiva: ma capisco che c'è pure il problema uguale e contrario, ovvero che si deve poter rimuovere chi non lavora bene.
    Servirebbero strumenti di valutazione terzi rispetto al colore dell'amministrazione in carica, magari più decentrati, allargati, condivisi, ma mi rendo conto che si tratta di un concetto culturalmente inconcepibile, a quanto pare.

  5. Aggiungo una cosa, ché faccio fatica a scrivere e quindi, vabbè, anche a spiegarmi.
    Un lettore e prestigioso addetto ai lavori mi scrive che essendo la sanità il capitolo di spesa più grande dell'amministrazione regionale è impensabile che chi governa stia fuori da scelte che vanno condivise anche sul merito della politica sanitaria, non solo dal punto di vista tecnico. E va bene, è comprensibile.
    Però – siccome nel mio post non c'è nessun giudizio di merito sull'amministrazione Bresso, lo chiarisco – da milanese d'adozione, un paio di cose sull'uso della sanità lombarda come luogo d'insediamento del potere formigoniano le ho imparate, e non mi serve essere calabrese o campano d'adozione per leggere sui giornali di quel che succede in certe regioni per identici motivi, senza però neanche la soddisfazione di vedersi corrisposto un servizio decente, benché lottizzato.
    Ecco, allora citerei un altro che un paio di cose sull'argomento le sa, e che pure è in politica, ovvero il senatore del Pd Ignazio Marino (do you remember Ignazio?) che da tempo si batte per separare politica e nomine in campo sanitario.
    In base a un principio piuttosto banale: che anche laddove comunque il servizio erogato viene mantenuto su buoni standard, non esiste lottizzazione a fin di bene. Se Cota sta lottizzando male e la Bresso lo aveva fatto meglio, basandosi su competenze più solide, siccome entrambi agiscono su un mandato legittimo la soluzione non può stare nelle mani degli elettori, ma in un meccanismo che levi a entrambi il governo di questa materia.
    Non deriva bene comune dall'applicazione di un sistema intrinsecamente sbagliato: poiché dove si salva il servizio si sacrifica l'efficienza, dove si ottiene l'efficienza si sacrifica il bilancio, dove si regola il bilancio sparisce il merito, dove si premia il merito… beh, diciamocelo, se questi sono gli standard, il merito non si premia e basta, non da noi: vorrei ricordare che a Marino fu negato di operare in una struttura amministrata da dirigenti del Pd solo perché si era candidato al congresso dello stesso partito. A proposito di fin di bene, visto che stiamo pur sempre parlando di un esperto in trapianti di livello mondiale.
    Ora, se uno viene assunto al posto di un'altro con più titoli solo per motivi politici, fosse anche, appunto, un barelliere, beh, siccome si tratta della nostra pelle e non di timbrar fogli da dietro uno sportello (sarebbe comunque grave, ma transeat), ecco, non funziona. E se si è agito nello stesso modo serve a poco dispiacersi, poi.

  6. C’è un articolo del sole24ore oggi,  di luigi zingales, che sostiene proprio la stessa necessità, il titolo è “Il coraggio che Grillo non ha per cambiare davvero il Paese”

    michele