Piccoli avvenimenti da piccola città: turnover di ruoli in arrivo all'Eco di Biella. Al giornale degli industriali l'attuale direttore Roberto Azzoni starebbe per lasciare il posto a Gabriele Pinna. Enzo Panelli verrebbe promosso a caposervizio e, unendo i puntini, mi verrebbe da pensare che Fabrizio Ceria potrebbe quindi trovare in Eco una situazione un po' più stabile dell'attuale e sostituire Pinna stesso allo sport.
Questi i "si dice" (tranne l'ultimo, quello è una mia illazione), e oggettivamente si tratta di belle notizie. Pinna direttore è un pallino da lungo tempo inseguito dall'amministratore delegato Atripaldi, e fu in ballo anche all'ultimo giro ma, per una certa freddezza da parte della proprietà, gli fu preferito Azzoni. Neppure quest'ultimo suscitava grandi entusiasmi, ma aveva dalla sua un'esperienza di più lungo corso. Nel fare queste scelte, il merito di Atripaldi è stato finora quello di applicare anche all'Eco la filosofia con cui vengono scelti allenatori e dirigenti della Pallacanestro Biella di cui pure è AD: facendoli crescere in casa, e privilengiandoli a quei papi stranieri di cui il provinciale salotto buono laniero ha sempre subito la fascinazione. Eco in primis, che nei tempi andati aveva infilato una lunga serie di direttori venuti da fuori, alcuni eccellenti e altri pessimi, però tutti ugualmente costosissimi. Poi si sono chiusi i cordoni della borsa, anche quelli che i nobili decaduti sono disposti ad allargare in tempi di vacche magre pur di continuare a far bella figura in società. Atripaldi ha dovuto fare di necessità virtù, ma ha anche saputo dare un senso alle sue scelte.
Nel caso in esame, come ho scritto anche in passato e qui ripeto: Pinna è un'ottimo professionista, e Panelli è uno dei pochissimi (due in tutto, a conti fatti) a scrivere di bianca con misura e competenza. Lo sport è notoriamente colonna portante di Eco, e questo anche grazie a Pinna stesso, ma penso che Ceria sarà in grado di non farne sentire la mancanza.
Tutto a posto, quindi? Più o meno. Nel tourbillon resta in piedi Azzoni, che rappresenta un grosso pezzo di storia all'Eco: mi risulta che quando fu promosso direttore – temendo evidentemente che un giorno come questo sarebbe arrivato – abbia ottenuto un accordo che gli garantirebbe di tornare al suo posto. Azzoni è un eccellente uomo macchina, seppure privo della vision necessaria a un direttore (specie in tempi come gli attuali, in cui la prospettiva manca quanto l'aria) e come tale ha licenziato un giornale che qui più volte ho criticato. La sua anzianità di servizio si traduce in uno stipendio di quelli che i giornalisti ottenevano una volta, e che oggi è difficilmente sostenibile, specialmente all'Eco. Un redattore vecchio stile è sempre utile, ma la sua busta paga vale quella di due o tre giovani neoassunti: e Dio solo sa quanto un giornale tanto spento avrebbe bisogno di forze nuove.
L'ideale sarebbe avere l'uno e l'altro, esperienza e giovinezza, ma qui entra in gioco la totale indifferenza dell'Unione Industriali, sempre meno disposta a investire nel foglio di famiglia, per difficoltà oggettive ma anche per mancanza di interesse. Avendo perseguito negli ultimi anni il solo obbiettivo di tenere i conti a posto, preferendo addirittura l'onta della cassa integrazione a qualsiasi esborso per quanto minimo, difficile pensare che possa dimostrarsi più generosa o lungimirante oggi, nel bel mezzo di una grave crisi del sistema Biella così come lo conosciamo. Una volta la ricollocazione di un giornalista in incarichi di consulenza presso alcuni fra i tanti soci di Uib sarebbe stata un gioco da ragazzi, ma quei tempi sono passati da un pezzo e oggi gli industriali biellesi non sarebbero disposti – o in grado, è lo stesso – ad assumere neppure un praticante part time, figuriamoci un professionista ben pagato.
Visto il quadro, Pinna ha di che rallegrarsi ma non troppo: un direttore che ottiene la nomina sapendo di non poter fare mezza assunzione e di non poter contare su un serio piano di investimenti è azzoppato alla partenza, e purtroppo non c'è altro da dire se non fargli i migliori auguri: perché di buona informazione ce n'è un gran bisogno, anche a Biella, ma le condizioni sono quelle che sono. D'altro canto Atripaldi, nella gerenza del giornale, oltre al ruolo di AD continua a ricoprire anche quello di direttore editoriale, figura che è stata messa in capo alla precedente direzione e che francamente fa pensare che il direttore responsabile che gli sta sotto sia controllato a vista, poco autonomo, e che goda di poca fiducia. Su questo argomento, e sui molti incarichi che Atripaldi ricopre in città, vi fu qui su Popolino un'epica discussione con il diretto interessato. Prendiamo per buono quel che disse, ma se Pinna iniziasse il suo nuovo lavoro senza avere a penzoloni sopra la testa questa forma di strana tutela, sarebbe un bel segnale, uno dei pochi.
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La proverbiale riservatezza dei biellesi… Si legge, ma non si commenta che non sta bene. Anche se credo che la notizia oggi sia volata di bocca in bocca, altroché.
bel colpo, compagno kosseddu. La Provincia, però, dovrebbe pagarti le royalties per la soffiata e per l'altarino svelato.
con affetto
Antonello Trombadori