Non conosco Monica Fontanelli, ma ho trovato la nota che segue (datata 25 novembre) nelle segnalazioni dei miei contatti su Facebook. Ho pensato fosse utile portare questo scritto anche fuori dal social network, perché tutti possano valutarlo in quanto testimonianza dall'interno che conferma, come molte altre che vanno sempre più diffondendosi in rete, quanto dall'esterno era stato percepito anche qui su Popolino.
E' una storia che ricorda sempre più quella delle tante sette di cui ogni tanto leggiamo sui giornali: la richiesta ineludibile di un'adesione cieca, l'annullamento dell'individuo, l'ostracismo nei confronti degli elementi interni che non fanno parte delle cerchie decisionali davvero importanti, le difficoltà a uscirne, la delegittimazione e la diffamazione nei confronti di chi ci riesce. Esagero? Leggete, e giudicate voi.
Questa nota è stata scritta da una persona che, nel Movimento che ha per santone Beppe Grillo, ha creduto e ha avuto ruoli di responsabilità: ed è da molti punti di vista un documento clamoroso, anche se probabilmente i media mainstream non gli daranno tanto risalto quanto continuano a darne a Grillo stesso, sempre alle sue condizioni e senza contraddittorio. Ma, come proprio Grillo va ripetendo da tempo, il web funziona in modo diverso, e fornisce a ognuno gli strumenti per poter smentire chiunque, non importa quanto potente sia: e ora sta giungendo il suo turno.
Alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una “speranza” per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso. Avevo ovviamente letto il programma nazionale e ne condividevo i contenuti. Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto .
Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l’attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e conseguente richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata. Abbiamo chiesto al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile. La risposta del Movimento è stata l’ostracismo. Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione, perchè all’interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far “finta di niente”, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il “sociale” e le politiche economiche di chi ci governa.
Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono solo come “specchietto per le allodole”, per attirare i voti di chi non ne può più dell’attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo argomenti “facili” sui quali convergere. Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare… è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull’aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all’accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese. Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee spesso contrapposte: vi sono conservatori e “orfani della sinistra”, laici e cattolici integralisti, uniti nella “protesta”, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro. Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: “uno vale uno” è in realtà solo uno slogan. Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c’è un’oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori. In questi mesi trascorsi nel gruppo l’assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento. Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna, l’adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull’eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l’accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta. Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d’accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli “eletti” decidono per tutti, perché loro sono i “portavoce” del Movimento. Bell’esempio di democrazia! Ieri sera l’ultima “farsa”: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi in Regione, hanno “rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini”, quindi c’è stata una votazione al fine di confermare o meno la “fiducia” a Favia e a De Franceschi. Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei peggiori partiti. Uno “spot di propaganda”, non uno strumento di democrazia, una “trasparenza” di facciata. Un’autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno “tutti gli altri”, questo è stato, in una povertà di contenuti e progetti reali davvero impressionante. Stupefacente scoprire, tra l’altro, che il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri ( l’Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili ) non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l’importo dovuto nei loro conti correnti personali! E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?
Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna. Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della “verità” grillina. Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma? No, scelto nel chiuso dell’assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è alcuna reale democrazia all’interno. E chi “osa” far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un “nemico”, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta. Lo stesso atteggiamento in fondo che ha la Lega: parlare facile, per slogan comprensibili ed efficaci, nient’altro. Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese, parlare alla “pancia” delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l’importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono “sopra” volano “alti”. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda: come la Lega appunto.
Povertà culturale, intellettuale, politica. Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese. Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli “eletti” ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo più’ che per le invettive contro gli altri.
Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell’inganno che stanno perpetuando verso gli elettori: a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale “scalata” alle Istituzioni. Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c’è democrazia all’interno, non ci sono idee che non siano quelle “facili” e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c’è un progetto serio di società, solo slogan.
Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.
Monica Fontanelli
Dalla discussione su Facebook che hai linkato, sembra che sia stata rimossa la pagina contenente l'intervento dal forum del blog di Grillo.
La pagina dovrebbe essere questa.
Cercando sul forum, compare solo questa pagina, che riporta una trascrizione della nota su Fb.
stefano c.
Certo che è proprio un bell'ambientino: meno male che hanno solo quattro consiglieri regionali marci da dividersi, altrimenti sai cosa verrebbe fuori…
C'è un nome per tutto questo: bolscevismo.
E non lo dico in tono farsesco o propagandistico, o per il gusto di usare paroloni. E' che il modello che viene quì descritto è quello del partito solido e strutturato oligarchicamente, ovvero quel che di più "novecentesco" esista nel mondo della politica.
Quì non c'è nessun "2.0", quì ci sono Max Weber e Vladimir Il'ič Ul'janov (detto Lenin). Ci sono Mosca e Pareto. C'è tutto il percorso che nel tempo ogni movimento partitico ha seguoto dall'800 in poi, per farsi partito.
Stop. Non aggiungo considerazioni di merito sui fatti perchè non li conosco.
Mi limito a far notare che nel mio partito, e lo dico senza alcuna ingenuità, un pizzico di innovazione e democrazia interna in più c'è, anche nei circoli più retrogtradi.
M.B.
addavenì baffone (alias Iosif Vissarionovic Dziugasvilji in arte Stalin)!
Anche la scelta della foto, per chi la coglie, una finezza…
Un'interessante punto di vista sul caso della Fontanelli.
http://www.meetup.com/grillibologna/messages/boards/thread/10113966/post/38792479/?hash=38792479#initialized
Sì, come no: il complotto, le strane coincidenze, le sospette simpatie, la ricerca di un vantaggio personale… Raccapricciante.
Confermo tutto ciò che ho scritto nella mia lettera.
Mi accusano di negare il diritto di replica. E' falso, non è negato a nessuno, chiunque lo può esercitare commentando le mie parole sui blog che l'hanno pubblicata. Non è possibile farlo su facebook perchè ho bannato molti degli attivisti del Movimento? E allora? Da quando una pagina personale deve essere utilizzata per un "contraddittorio"? Cerchiamo di essere seri e di non cadere nel ridicolo. Nella mia lettera non vi è alcuna falsità, è un'esposizione argomentata, civile con conclusioni che si possono o meno condividere, ma i fatti sono quelli. Non sono iscritta ad alcun partito e qualsiasi allusione in tal senso è diffamatoria. Il "metodo Boffo" insegna e i "grillini" l'hanno appreso bene.
A ciò che scrivo reagiscono offendendo e cercando di screditarmi con ogni mezzo possibile. Su Micromega hanno addirittura linkato un articolo di giornale che riporta la notizia di una mia omonima condannata per truffa. Una dipendente comunale di Lugo. Chiunque mi conosca sa che insegno in una scuola statale di Bologna e che nulla ho a che fare con l'impiegata di Lugo. Qualcun altro di loro mi ha paragonata a Ruby e a Noemi, un altro ancora mi ha dipinta come una persona violenta con metodi simili a quelli delle Brigate Rosse…e potrei continuare. Questo è il loro livello, questo è il loro atteggiamento.
Evidentemente non sono in grado di replicare in modo civile, non sono in grado di confutare ciò che scrivo se non urlando slogan e ingiurie. Nonostante i ridondanti proclami nei loro post rivelano l'insofferenza per chiunque li critichi e la pochezza dei loro contenuti.
Monica Fontanelli
Monica, tutta la mia solidarietà e benvenuta nel mondo "reale". Sei partita da una posizione di forte "critica" ai partiti, hai saputo affrancarti dal mondo settario del M5S che ha metodi che ricordano i seguaci di una di quelle religioni moderne dove ti fanno i test con gli elettrodi.
Forse i partiti, perlomeno certi partiti, non sono tutti uguali e come anche recita la nostra costituzione all'art. 49 sono il veicolo per i cittadini per accedere alla gestione della cosa pubblica.
@5
La scelta della foto è una finezza, certo…
Il gioco non andrebbe svelato, però prima che qualcuno copi e incolli questo musetto simpatico sulla propria pagina personale e passi dei guai, forse è il caso di mettere in didascalia che si tratta del folle pluriomicida Charles Manson…
Non vorrei che a casa di qualche utente facebook che mette quella foto sul sito personale venga a fare visita la polizia postale (che è l'unica cosa 'postale' che in Italia arriva in fretta).
Un saluto a tutto il popolino
Francesco
di quale lega parli? della lega calcio?
se parli della LEGA NORD DI BOSSI sciaquati la bocca.
centinaia di comuni amministrati egregiamente con gente che si fa il mazzo
per far funzionare in modo migliore questo cesso di paese, consigieri assessori comunali provinciali regionali, ministri degni di questo nome
e tu paragoni quel cialtrone di grillo e la sua banda alla LEGA NORD.
MA VA A CAGARE