Se il Governo Berlusconi dovesse cadere per il voto contrario – il tradimento – di una parte della sua stessa maggioranza, quei finiani a cui sta riuscendo il miracolo della revirgination.
Se anche per Berlusconi questo dovesse essere il knock-out definitivo, quello dal quale non si rialzerà più: perché è vecchio, perché i suoi lo molleranno in massa, perché – vedremo – gli italiani finalmente decideranno che di lui non vogliono più saperne nulla.
Se la fine del berlusconismo avvenisse non perché siamo andati a votare, e lo abbiamo sconfitto, costretto alla fatica quotidiana dell'opposizione, ma per colpa di una congiura di palazzo che non ha nulla a che fare col popolo sovrano.
Se Berlusconi finisse per ritirarsi in una delle sue tante ville, in Italia o all'estero, a godersi il grano e le belle donne, lasciando ai figli il compito di gestire un semimonopolio che i suoi attuali oppositori non credo abbiano idea di come risolvere.
Se Berlusconi si presentasse alfine davanti ai giudici per rispondere delle accuse e dei processi che lo riguardano, tirandola lunga e senza rischiare assolutamente nulla, perché non pigliamoci per il culo: in Italia i ricchi in galera non ci vanno, lodo o non lodo.
Se tutto questo dovesse verificarsi, come pare ormai nelle cose, allora ci ritroveremmo con la versione viva e vegeta di Elvis Presley, una versione made in Italy: un vecchio dissoluto che invece di strozzarsi e crepare per i suoi vizi, come la natura avrebbe richiesto, è sopravvissuto per raccontarlo e per diventare il mito di se stesso.
Potrà rimembrare con un sorrisino di quella volta che ha consigliato a Bush di non invadere l'Iraq, e lo farà da un divano straboccante di ragazzine che potrà permettersi ancora per molto tempo, tanto che la diciottenne Ruby per allora avrà già le prime rughe. Gonfio di botox e di miliardi, riceverà gli inviati delle trasmissioni televisive che gli permetteranno di ironizzare, pendendo dalle sue labbra, di quel marasma di ex nemici ed ex alleati che messi insieme riusciranno fatalmente a governare poco e a litigare parecchio.
Soprattutto, gli sarà possibile essere ricordato – e rimpianto, vedrete – come un ex giocatore dal palmares immacolato, autore di una lunga partita perfetta che ha chiuso senza mai perdere, visto che anche le due volte che l'ha spuntata Prodi, per come è finita, è come se avesse vinto.
A quel punto il danno sarà irrecuperabile, un trauma nella coscienza collettiva di questo Paese che non ci leveremo mai più.
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Elvis è vivo!
In molti lo hanno visto in questi anni. IL colonnello Parker disse "Elvis non è morto. E' morto solo il suo corpo. Ho parlato con lui stamattina e mi ha detto "andiamo avanti". Chi dice il contrario peste lo colga!
Caro Paolo, da tempo non commentavo più per evitare di intasarti il blog con le mie sbrodolate prolisse. Oggi cedo alla tentazione, ma il testo è , come al solito, lunghissimo. Se lo cancelli giuro che ti capisco! Ciao e buona giornata
edo tagliani
L’analisi è drammaticamente vera.
Se finisse così, l’attuale presidente del consiglio ne uscirebbe, politicamente, da vincitore a vita.
Mi permetto però di aggiungere due elementi di riflessione, uno da ottimista, l’altro no.
La sconfitta “tecnica” di Silvio Berlusconi, non imputabile alle opposizioni o alla volontà esplicita di un popolo, sarebbe però il frutto del tenace lavoro di quelle istituzioni dello Stato di Diritto che il Cavaliere ha cercato di distruggere. Il suo tramonto, in altre parole, sarebbe figlio anche dell’impegno coraggioso della magistratura, di una parte delle forze dell’ordine e di una certa stampa ancora libera, della “tenuta” della Carta, del funzionamento degli “anticorpi” della Repubblica. Da un certo punto di vista, non la politica, ma lo Stato, sotto lo stress di un attacco violento e reiterato, avrebbe difeso sé stesso, opponendosi con la legalità ad un golpe bianco che, se portato a termine, avrebbe cancellato non tanto le opposizioni fantoccio, quanto lo Stato stesso. Da tale punto di vista, anche questo genere di capitolazione, restando integra la tristezza manifestata da Paolo, sarebbe anche una buona notizia. Il conforto è sapere che le basi di questa Repubblica sono ancora abbastanza solide per reggere ad aspiranti dittatori che operano in assenza di opposizioni politiche.
L’altro elemento di riflessione, tutt’altro che ottimistico, è il seguente: mentre il Cavaliere sbaverà fiele su divani, telecamere e minigonne, che cosa accadrà? I fatti della stazione Leopolda, come ho già avuto modo di dire privatamente all’autore di questo blog, sono una delle possibili speranze per il futuro, ma il futuro resta nebuloso ed incerto.
Basterà la caduta dell’imperatore a demolire quei meccanismi imperiali che egli ha costruito in 40 anni di attività (prima lobbistica e di malaffare e poi politica e di malaffare)?
Il panorama intorno è desolante. Ex fascisti sdoganati proprio da Fiuggi, da Berlusconi medesimo ed ora trasformatisi in fustigatori del malcostume e della xenofobia leghista, rischiano di fare il botto elettorale e, con un triplo carpiato, di posizionarsi in un non meglio precisato “grande centro” che raccoglierebbe tutte le frattaglie rimaste sul tavolo. Ex comunisti si riorganizzano intorno ad un personaggio carismatico che, parafrasando Feltri (consiglio a tutti la lettura dell’intervista da lui rilasciata a Il Fatto Quotidiano: da sbellicarsi), parla bene, benissimo, incanta. Ma non si capisce che cazzo dice.
I rottamatori si troveranno comunque alle prese con una casta consolidata, agguerrita e disposta alla catastrofe nucleare (muoia Sansone con tutti i filistei) prima di dare forfait.
Grillini e Di Pietrini (con i quali è facile essere d’accordo nel merito, ma se si parla di metodo tanto vale farsi una mano a scopa l’asso) se gli astri nascenti di Firenze dovessero avere la meglio, scomparirebbero dal panorama politico, pagando il dazio della loro strategia miope (che tanto rende sul medio termine in tempi bui, ma che mostra falle sul lungo termine in momenti meno crepuscolari) in quanto del tutto inutili e inchiodati a quelle loro specificità che nascono dal “personalismo” che caratterizza in modo inequivocabile e purtroppo indiscutibile le formazioni politiche alle quali appartengono.
E se Firenze la facesse da padrone, dove andrebbero a finire quelli del “vecchio” Pd? Mica pensiamo che si siedano sul divano come Berlusconi, vero? Non stiamo parlando di Cesari abituati a scommettere tutto in un unico piatto di poker, barando e truffando, con l’obbiettivo chiaro di fare il pieno o morire. Stiamo parlando di “sopravvissuti” ondivaghi capaci (lo hanno ampiamente dimostrato) di riciclarsi e sopravvivere anche ad inverni nucleari come quello di tangentopoli. Accetteranno il grande centro mercanteggiando poltrone di prima, seconda o persino ultima fila?
E, soprattutto, che ne sarà del Pdl o, se volete, dell’ex Forza Italia?
Insomma: questo “grande centro” non è che, dopo aver raccolto le frattaglie attualmente sparse in giro, diventerà la casa dei tanti senza casa, di destra e di sinistra? La potenzialità del progetto “balena bianca 2, la vendetta”, non sta nelle forze in gioco ora, ma nel saper resuscitare i cadaveri che resteranno sul campo alla fine delle due rivoluzioni: una che metterà fuori gioco il Cavaliere e l’altra che metterà in crisi i culi inossidabili della sinistra.
Non voglio dire che un giorno vedremo D’Alema sotto le bandiere di una coalizione finiana, ma magari qualche gregario orfano di D’Alema, sì. Sempre di politica italiana stiamo parlando.
L’unico punto fermo, ahimè, è la Lega. Un partito il cui “non-posizionamento” naturale consente di tutto: destra, sinistra, generiche sparate populiste dalle tasse agli extracomunitari. Un partito che giorno dopo giorno, inesorabilmente cresce. Peraltro, lo fa in linea con tendenze xenofobe e/o separatiste presenti in tutta Europa.
Sconfitto il Cavaliere, con il voto o con le mignotte, comincerà la guerra vera e, ad oggi, un osservatore lontano e distratto come me, fatica a capire le geometrie degli eserciti, la determinazione delle truppe e i sogni proibiti dei vecchi e nuovi generali.
Se Berlusconi cade, a buttarlo giù è Fini, non la "la solidità delle istituzioni repubblicane". C'è una bella differenza.
Assolutamente vero, ma credo che la "rivolta" finiana non avrebbe avuto luogo (o sarebbe stata ben più difficile) se una magistratura "addomesticata" ed una stampa totalmente occupata non avessero messo in luce i tanti scandali del Cavaliere, così come se alcuni meccanismi istituzionali non avessero avuto il modo e la forza di bloccare scandalosi lodi. Forse la mia è un'analisa superficiale, per carità, ma non riesco nemmeno ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere in assenza di inachieste, notizie e decisioni tecniche (csm) che in qualche modo hanno toccato qualche coscienza, messo a nudo il sovrano e offerto la giusta sponda politica a Fini.
e.t
perdona il lapsus: ho scritto CSM, ma pensavo alla corte costituzionale.
e.t.
…c'è sempre la possibilità che finisca pazzo di sifilide come Nietsche,
che girava per Torino abbracciando i cavalli e lordandosi delle sue stesse feci,
in questo caso sarebbe più difficile vederlo girare i salotti televisivi con l'aria dell'ex-ducetto
non mettiamo limite alle possibilità del caos o della divina provvidenza (se credenti)
A.
Credo che il tuo apprezzamento su Elvis, definito :
" un vecchio dissoluto che invece di strozzarsi e crepare per i suoi vizi, come la natura avrebbe richiesto, è sopravvissuto per raccontarlo e per diventare il mito di se stesso "
sia una definizione di Elvis che dice molto poco di quest'ultimo, ma dice molto su di te ….
Vergognati
E io credo che tu non abbia capito.
Elvis, vive…LIVES…significa appunto vive! Il resto è noia, secondo il mio modo di vedere. Un saluto da Sar.
Caro RobyOneKenobi, che la forza (di imparare a leggere) sia con te.
Fav1
Io spero davvero di no,
senza rimbambiti in giro ci si diverte la metà
A.
perchè scomodare elvis? non bastava califano? e comunque, se berlusconi cadrà, il merito è anche del Partito, che in modo poco appariscente ma efficace è riuscito a logorarlo, proponendo un'idea nuova di governo dell'Italia.
Con immutato affetto e incrollabile ottimismo
Tuo, Francesco Moranino