10 NOVEMBRE 2010

Reinventare la ruota

39522_139945822725019_100001288064344_258533_7593716_nSo cosa state pensando: la castagnata, capirai. Oppure: adesso fa l'invettiva contro le castagne. E invece no.
La mia militanza nel Pd ha alcuni limiti, rispetto a quella classica che si fa nei partiti, dovuta banalmente a una cultura politica – si fa per dire – che ho coltivato altrove e al mio recente tesseramento (ma sto facendo ripetizioni intensive, diciamo). Non sono tanto a mio agio nelle tipiche piazze, ad esempio, e non ho mai vissuto la mitologia della sezione, con cui pure cerco di rapportarmi (in un anno e mezzo ho fatto per tre volte il giro quasi completo di tutti i circoli biellesi del Pd, vorrà pur dire qualcosa). A me, personalmente, interessano anche altre cose, in particolare il rinnovamento di un linguaggio che non va più bene, della comunicazione, di certe liturgie (di certi organismi dirigenti…).
Questo non significa che io sia un nemico di chi crede nel valore di un circolo aperto, ben funzionante, in contatto con le persone: è un fraintendimento che mi è stato talvolta appioppato, ma a torto. Semmai, mi cruccio di notare che spesso i circoli sopravvivono a sé stessi, svuotati di idee, di legami col mondo che li circonda – che cambia -  e, inevitabilmente, di persone. E che quindi, malgrado l'ostinazione con cui chi ci crede li tiene aperti, prima o poi il loro funzionamento andrà pesantemente rivisto, perché dubito che da questa trasformazione si riuscirà a tornare indietro.
E' per questo che ritenevo un errore, un inutile estremismo fondativo, liquefare completamente l'ex macchina delle sezioni, anche laddove funzionava, ed è per questo che temo il tentativo attuale di risolidificarla a tutti costi, anche laddove non funziona. Liquido e solido sono stati due temi per addetti ai lavori del congresso 2009, e secondo me si trattava di una contrapposizione stupida, che purtroppo è ancora in corso. Penso invece che il Pd dovrebbe essere liquido quando deve stare al passo con la società che cambia, e solido quando entra in contatto diretto con il territorio: difficile, ma non mi pare più arduo che far convivere D'Alema e Veltroni (e infatti…).
Tutto questo per dire che nello scenario postatomico di Cossato, paese di sinistra sin dal dopoguerra oggi in mano alla Lega, il giovane sul serio Marco Barbierato (neoiscritto pure lui) sta facendo coi ragazzi che ha saputo radunare un lavoro splendido, per ricostruire lì dove eran rimaste solo ceneri uno spazio di partecipazione e di discussione. E che siccome trattasi, appunto, di un paese, non è detto che per forza la si debba sempre mettere nei termini di un dibattito impegnativo a tutti i costi che faceva già ridere ai tempi di Cioni Mario (ed era il 1977, non proprio l'anno scorso). Trattasi di Cossato, abitanti 14.980, e non l'ha ordinato il medico che per migliorare le cose si debba reinventare la ruota: a volte, può bastare una castagnata. Annunciata su Facebook, e immagino anche sui muri del paese, a dimostrazione della tesi illustrata che Marco applica in scioltezza: liquido e solido (e pure in solido, nel senso che se si raccoglie qualche euro, per come siamo messi, non è male).
Certo, i problemi sul tavolo sono impegnativi, e ci vuol (anche) altro, ma ne parlo volentieri, della castagnata. Perchè avvicina la gente, quella famosa gente con cui non saremmo più in grado di parlare: è un inizio, e poi si vedrà.

  1. Ebbravo Marco, un bell'esempio di giovane democratico intelligente e concreto!

    utente anonimo
  2. Barbierato Sindaco!

    utente anonimo
  3. Paolo ha colto lo spirito.
    Comunque, in tutto questo… vi aspetto sabato pomeriggio dalle 15.00
    A Cossato c'è posto.
    E se Corradino vorrà fare un salto, di castagne democratiche ne abbiamo anche per lui. Lì, e in consiglio.
    Spesso i migliori momenti di politica e partecipazione si ottengono davanti a un bicchiere e a un boccone.

    Marco Barbierato

    utente anonimo
  4. Si respira aria di autocelebrazione? oh oh! basta una castagnata per meritarsi una candidatura a sindaco? l'iniziativa è una buona cosa, ma non esageriamo con l'entusiasmo eh. Le pacche sulle spalle ce le daremo quando avremo vinto le elezioni, c'è ancora tempo per soffrire un bel po' ainoi! La ruota non la dobbiamo reinventare dobbiamo solo farla girare, girare, girare, possibilmente nella giusta direzione. Il rischio vero è che le castagne diano troppo scioltezza, nel senso di sciolta.

    con affetto

    utente anonimo
  5. Hai ragione "Con affetto".
    Io mi limito a fare il mio "mestiere" di segretario di circolo.
    E chi mi conosce sa perfettamente che l'autocelebrazione è lontana da me anni luce.
    Sono uno che tira il carro al pari di quelli che stanno facendo il taglietto alle castagne, hanno volantinato con me ieri e lo faranno per tutto novembre, al pari di chi si stampa, si imbusta e si distribuisce in autogestione le lettere, manda sms a spese proprie, passa le sere al proprio circolo, a riunioni di partito e ad assemblee varie di associazioni/quartieri/giunte che incontrano i cittadini, passa i sabati mattina ad accogliere al Circolo chiunque voglia e possa venire.

    Ti aspetto, se vuoi, "con affetto". Mi trovi lì il martedì sera alle 21 e il sabato mattina alle 10. Anche il mercoledì mattina spesso. Una mano in più a far girare e girare e girare fa sempre comodo e tutti contano per uno quando c'è entusiasmo e buone idee.

    Marco Barbierato.

    utente anonimo