Niente tappeti

Siamo alle battute finali dell'organizzazione di Prossima Fermata: Italia, la manifestazione alla Stazione Leopolda del 5, 6 e 7 novembre. Sono giorni un po' incasinati, in cui bisogna gestire le migliaia di contatti che abbiamo ricevuto e le centinaia di interventi che ci sono stati mandati, tutto molto più abbondante delle nostre più ottimistiche previsioni. Nel frattempo, siamo diventati un esercizio retorico per stampa e commentatori, secondo i quali la nostra pretesa di cambiare le cose in questo Paese sarebbe maleducata, e ci siamo ritrovati involontariamente nel ruolo del possibile concorrente per altri che nello stesso weekend organizzano altre cose, altrove.
Mi ricordano un po' certi venditori di tappeti, di quei negozi che di certo sono presenti anche nella vostra città. Quelli che sono sempre tappezzati di striscioni che dicono cose del tipo "svendita totale", "fuori tutto", "saldi per chiusura". I clienti li attirano così, millantando offerte mirabolanti che ovviamente sono un pacco, perchè un mese dopo cambiano insegna e ricominciano: "questa volta chiudiamo davvero", "ultimissimi prezzi", "siamo falliti, approfittatene". Non è vero niente, all'interno c'è sempre il solito titolare, sempre più vecchio, coi soliti tappeti sempre più scadenti e cari, e quel che è peggio non potete neppure riportargli la fregatura che vi ha ammollato la scorsa volta, perché nel frattempo ha cambiato la ragione sociale; e poi non è una bella cosa, dover fingere continuamente il fallimento per riuscire a campare. Io non so come possa esser legale, una cosa del genere, e neppure so perché le autorità non intervengono. Soprattutto, non mi spiego come sia possibile che ci sia gente che continua a cascarci.
Comunque, volevo solo dire questo: che a Firenze noi non li venderemo, i tappeti.
E' una nuova gestione.