25 GIUGNO 2010

Sior Grillo

tapiroMentre il genere giornalistico "articolo sui casini interni del Pd" sta diventando stantio (per noia, non perché manchino ogni giorno nuovi episodi), se ne sta affermando uno completamente nuovo: quello sui casini interni dei grillini. Già nei giorni scorsi avevo segnalato un interessante articolo uscito sul Manifesto (nei Consigli di Popolino qui a fianco) il quale a sua volta anticipava un'inchiesta dall'ultimo numero di Micromega (non è online, purtroppo). A cui oggi si aggiunge Repubblica con un rapido punto della situazione a pochi mesi dal forte risultato elettorale ottenuto alle regionali.
Ma non è questo il punto, ché davvero non mi sentirei a posto se facessi le pulci ai grillini, con quel che succede nel mio partito. Sarebbe una questione di pagliuzza e di trave.
Invece, preferisco interrogarmi sulla vocazione "tecnicista" dei movimenti lanciati da Grillo, in particolare ora che qualcuno di loro è finalmente dentro le fatidiche stanze del potere: una diffidenza per la politica intesa in senso ideologico – e di conseguenza non pratica, non concreta – per non parlare dell'ostilità verso gli interessi di casta, si è espressa, al netto di tutti i Vaffa Day, in liste di candidati, in programmi e proposte per il governo del Paese e dei territori. Quegli stessi programmi viaggiano sostanzialmente su due binari: uno è quello morale, e quindi no ai doppi incarichi, giù gli stipendi, via i privilegi, limite dei due mandati, e così via. L'altro è quello tecnico: difesa dell'ambiente, e quindi green economy, wi-fi gratuito, pannelli solari, rifiuti zero e altre cose onestamente interessanti.
Mi sembra di vedere, in questo approccio, uno spirito appunto tecnicista che in qualche modo l'Italia già conosceva, e che in passato si esprimeva in momenti di crisi che trovavano grande consenso nei cosiddetti governi tecnici. Cova tutt'ora in molti la convinzione che, quando le cose si mettono al peggio, la soluzione sia quella di affidarsi a un economista. Una filosofia che in qualche modo mi sembra di ritrovare nei grillini, ma con gli ingegneri al posto degli ex presidenti di Bankitalia. Ingegneri, ricercatori, medici, comunque tecnici.
La visione è questa: i problemi che ognuno di noi affronta ogni giorno, personalmente o come parte di una comunità, derivano da un problema di natura squisitamente tecnica, che è la fuori da qualche parte, irrisolto per l'incapacità dei politici di professione incompetenti e loschi, e quindi serve appunto un tecnico che sia in grado di affrontarli con le giuste competenze. Uno che ci capisca, uno del mestiere.
Questo leva alla politica la possibilità di rendere ideologica anche la posa di un semaforo, e la cosa ha un suo senso: come frequente spettatore dei consigli comunali della nostra città, posso testimoniare che su alcune questioni di banale buon senso l'assise si divide e vota a seconda che la soluzione sia – in un immaginario vasto ma contortamente affastellato – di destra o di sinistra. E' assurdo, e provoca danni seri: da qui l'efficacia dello spunto grillino, che fornisce così una soluzione apparentemente oggettiva ai problemi.
In questa impostazione, però, ci sono un po' di elementi che scricchiolano. Ho cercato di ragionarci sopra, senza pregiudizi.
Primo: malgrado quel che si può ritenere con un po' di superficialità, la scienza non sempre (quasi mai, a dirla tutta) fornisce risposte definitive. L'approccio scientifico consiste nello spaccare l'atomo, per poi verificare che dentro l'atomo stanno cose ancor più piccole, le quali vanno a loro volta spaccate, e così via. E' un work in progress, una ricerca che non finisce mai in base al fatto che siamo esseri piccoli e limitati, e l'universo invece è grande è complicato. Questo significa che, in moltissimi campi anche fra i più scontati, non esiste una verità definitiva, e di conseguenza vi sono titolatissimi esperti che la pensano in un modo, e altri altrettanto titolati che dicono altre cose, se non il contrario. Scegliere tra due pareri, quindi, tocca spesso a tutti noi che ne sappiamo molto meno, ma che decidiamo in base a una generale visione del mondo che ci siamo fatti, con tutti i limiti del caso, in base alla cose in cui crediamo e al mondo in cui vorrremmo vivere. Questa cosa ha molti nomi (talvolta, si chiama fede), e uno di questi è "politica".
La politica, intesa come insieme dei valori su cui si poggia un progetto per la società (o per il paesello natio), serve malgrado tutto a prendere le decisioni in base a ciò che si ritiene giusto o sbagliato. La si può anche cacciare dal vocabolario, chiamare in un altro modo, ma tornerà a galla molto velocemente.
Secondo problema: non tutto quel che non funziona, a questo mondo, si deve a un problema squisitamente tecnico. I grillini, giustamente, in quanto forza nascente, si sono aggregati a partire da alcune parole d'ordine, e intorno ad alcuni problemi specifici. Un po' come il parito dei Pensionati è in campo (ipotizzo, perché in realtà non ho mai approfondito) per difendere la categoria che rappresenta, così i grillini stilano brevi documenti programmatici sulle questioni che ritengono qualificanti: quelle che elencavo prima.
Ma, trattandosi di un progetto ambizioso (tutti i progetti politici lo sono, o quasi), di un disegno che nelle parole del suo leader vorrebbe essere rivoluzionario e si prefigge di spazzare via tutto l'esistente, è lecito aspettarsi che includa una visione più generale necessariamente molto più ampia di quanto riassunto in quei temi e in quelle battaglie su cui finora si sono fatti conoscere. In caso contrario, banalmente, non ho bisogno di un nuovo partito né di un movimento, mi basta cercare un installatore di pannelli solari sulle pagine gialle.
Un loro modo caratteristico di fare lobbying (che, come ho già detto in passato, secondo me hanno preso dallo stile degli inviati di Striscia e delle Iene) è quello del pressing istituzionale. Ovvero, come si palesa un politico a loro giudizio rappresentante dello status quo, chiedergli con insistenza di esprimersi sui temi che hanno a cuore.
"Assessore, cosa ne pensa dell'acqua bene pubblico? Perché non risponde? Eh? Risponda, assessore!". Poi, ovviamente, finisce tutto su YouTube, per il deliquio della base in cerca di bersagli da spernacchiare. Uscirne vivi è impossibile: che si stia zitti o si parli finirà male, perché in realtà l'interlocutore ha già deciso dove vuole andare a parare, e argomentare non gli interessa. Vuole dei sì e dei no, tutto il resto è del demonio, purtroppo anche quando la complessità dei temi non è risolvibile in modo così semplicistico e infantile. E guai a chi cerca di svicolare, perché questi non te li levi più di torno, sono alimentati a energia solare e non esauriscono mai la loro pedanteria. La pazienza dell'interpellato a confronto non ha speranze e si esaurirà molto prima, col rischio di farlo passare per manesco, oltre che reticente.
Puro Antonio Ricci style, sia detto con tutto il rispetto: e tra l'altro lui e Grillo sono amiconi, ogni tanto ancora collaborano persino sull'odiata rete di Berlusconi. Rincorrere uno – uno che probabilmente è nel torto, vabbè – e insistere fino al punto da fargli perdere completamente la trebisonda, e magari farsi menare, per dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio di che razza di stronzo si tratti non solo nell'esercizio delle sue funzioni, ma anche come essere umano, la dice lunga sullo stato in cui versa questo Paese. Col risultato che, mentre una metà degli italiani sogna di venire molestata da Staffelli per realizzare il segreto desiderio di avere il pretesto per corcarlo, l'altra metà, più semplicemente, guarda Striscia. Per assurdo, lo fa con approccio politico e ideologico, perché approva questo modo di fare televisione e informazione, oltre che di rendere conto di una cosa pubblica di cui si sono smarrite le tracce (per colpa altrui ma pure propria, però); e pensa che non solo sia normale, ma anche buono e giusto. Tanto che, una parte di essi (quelli che non votano Berlusconi, immagino) ad un certo punto sono giunti all'inevitabile conclusione che fosse un'ottima idea usare la stessa tattica di guerriglia anche in politica.
E' pensando a come tenere botta contro questa dialettica (civile e legittima per finta e solo nella forma, teoricamente giustificata dalla situazione, ma in effetti violenta e a rischio di diventare sempre più popolare e dilagante), che ho quindi pensato che, per una volta, mi piacerebbe rendergli il favore e mettere sotto pressione Grillo stesso e i suoi militanti su tutta una serie di argomenti a proposito dei quali la loro piattaforma è tragicamente carente, e su cui, sfortunatamente, non basterebbe intervenire con l'installazione di un software open source, con un pannello solare o con un cassonetto per la differenziata.
Non credo otterrei molti risultati (forse qualche sorpresa, magari non piacevole), perchè senza voler offendere nessuno non mi sembra che in quel movimento politico vi sia stata né vi siano le premesse per una riflessione di questo tipo – che è molto complessa, ne so qualcosa persino io – ma mi piacerebbe davvero molto andare da Grillo e chiedergli a bruciapelo: Beppe, cosa ne pensi della riforma del mercato del lavoro?
A che età va messo il tetto pensionistico?
Quante aliquote nella riforma fiscale?
Per fronteggiare la crisi meglio irrobustire gli ammortizzatori sociali o incentivare la piccola e media impresa?
Come la mettiamo con i flussi migratori, società aperta e includente o controllo delle frontiere?
Mio cognato è in cassa integrazione, gli ho installato Linux ma la situazione non è migliorata: che facciamo?
Eh?
Sior Grillo, perché non risponde?

  1. Tipica obiezione riguardante il solito Pd è quando si fanno notare le contraddizioni su certi argomenti: "ma come fate a stare nello stesso partito se non siete d'accordo nemmeno su (inserire argomento a piacere)?"
    Questo capita in un grande partito, che ovviamente deve occuparsi di tutto e rispondere a tutte le domande che gli vengono fatte.
    Non so se questo, al momento, riguarda i grillini, ma certo su un paio delle domande che hai fatto tu vorrei proprio vederli, e sono sicuro che quando la cosa verrà fuori al loro interno improvvisamente scopriranno che oltre ai pannelli solari ce ne sono di cazzi da discutere, e finiranno per menarsi come tutti gli altri (anche perchè lì in mezzo c'è gente che arriva dall'estrema destra all'estrema sinistra, e dal nulla, di tutto un po').
    Comunque: post bellissimo, finalmente una riflessione approfondita che va un po' oltre la questione dell'antipolitica da comprendere o da rigettare, ma santo Dio, è praticamente un trattato, stai diventando un saggista dell'argomento. Non ti bastano le grane che già hai?

    ;)

    utente anonimo
  2. Lungo o no, ti assicuro che in questa giornata di lavoro che durerà 13-14 ore, è servito a evdere 5 minuti. Il chè la dice lunga su che giornata sia, se un'analisi sui grillini la allieta.
    Secondo me hai colto il punto.

    M.B

    utente anonimo
  3. Scusate, per qualche motivo il commento è finito tronco: dicevo, anche dovesse inseguirti con un forcone non credo… che riuscirebbe a prenderti.
    Alby

    utente anonimo
  4. D'accordo con M.B, stasera alla tele non c'era davvero niente (quando ci sono i Mondiali tutti gli altri canali peggiorano la solita, deprimente offerta estiva di repliche bollite), e questo pezzo me lo sono goduto sul divano, col portatile, come un saggio breve. Tutto vero e ben argomentato dalla prima all'ultima parola, molto ben pensato. 
    Non a caso il solito grillino biellese frequentatore di Popolino non si è ancora manifestato a dire che "sì, però, perché il Pd non dice niente sul wi-fi?"
    Le domande lo avranno lasciato basito, o starà pensando che in fondo quei problemi lì non contano nulla rispetto a una bella motorizzazione ibrida: son tutte menate della solita politica.
    B:

    utente anonimo
  5. Caro B. e Paolo, pian pianino partecipo anch'io alla discussione tranquilli. E' che in questi giorno non sto proprio facendo poco: Comitato dell'acqua pubblica (certificazione elettorale), pedemontana piemontese (ordinare i dati), cave della Valledora (un giornalista querelato ha bisogno di aiuto e si sta lavorando per un piano cave), passeggiata alla diga sul Sessera (sabato pomeriggio appena passato). Su queste cose io come altri cittadini ho un'idea chiara da che parte bisogna stare. Pare che il PD debba invece fare un referendum per ogni cosa.

    In ogni caso ho trovato interessante questa tua analisi, Paolo. Questa parte:  "una diffidenza per la politica intesa in senso ideologico – e di conseguenza non pratica, non concreta" la condivido chiaramente.

    Vorrei aggiungere che una cosa che tentiamo di fare è la coerenza con quanto chiediamo: ci siamo quindi auto-posti il limite dei due mandati, abbiamo rinunciato ai rimborsi elettorali (500mila euro!!) perchè  i cittadini con un referendum si eran detti contrari, cerchiamo in ogni azione quotidiana di avere una bassa impronta ecologica.

    Il paragone con il partito dei pensionati mi sembra decisamente fuorviante.. noi che categoria dovremmo difendere? Forse non ci stiamo occupando di crocifissi nei consigli comunali.. ma per fortuna!! Il PD si sveglia solo su queste cose. Noi abbiamo un opinione laica su queste cose, ma conosciamo anche che ci sono priorità: le "grandi opere" del Biellese: diga, autostrada, inceneritore ecc coinvolgono MILIARDI di EURO di Interessi.

    "E guai a chi cerca di svicolare, perché questi non te li levi più di torno, sono alimentati a energia solare e non esauriscono mai la loro pedanteria." qua hai ragione, Paolo. Effettivamente siamo rompicoglioni, ce lo diciamo anche noi. Ma se siamo rompicoglioni nei confronti di persone che si curano gli interessi personali.. bè questo allora lo reputo come un complimento. Vorrei sottolineare però che non si tratta di "guerriglia", siamo totalmente non-violenti e per fortuna non c'è ancora capitato di subire violenze.

    Mi hanno identificato le forze dell'ordine, sì in due casi: quando partecipavo ad una manifestazione antimafia a Biella in favore del testimone di giustizia Pino Masciari (ero con la madre di un ragazzo che faceva da scorta a Masciari). E quando ho tentato di riprendere il consiglio comunale di Cavaglià. Ti lascio anche i video:

    Pino masciari:
    http://www.youtube.com/watch?v=vtS-sYaYYMg

    Cavaglià: http://www.youtube.com/watch?v=sWjyiAR830s

    Riguardo a questa frase: "Mio cognato è in cassa integrazione, gli ho installato Linux ma la situazione non è migliorata: che facciamo?" Ti rispondo molto volentieri, mi piace tra l'altro l'ironia e mi faccio due risate volentieri ma credo che qua serva anche una risposta un po' più "tecnica" così rimaniamo in tema :)
    Linux a Bolzano ha fatto risparmiare circa 360mila euro (servizio Report), con quei soldi si potrebbe risolvere almeno in parte la situazione del lavoro, no? Noi proposte lavorative ne abbiamo: creare posti di lavoro nell'economia verde, nel software libero, nei rifiuti zero potrebbe portare decine e decine di nuovi posti di lavoro.

    Abbiamo già presentato alcune di queste proposte alla provincia di Biella quando era del PD: ad es. il modello Vedelago:
    http://www.grillibiellesi.org/?q=node/41

    ci hanno risposto picche, ascoltando Belletti (non male affidarsi ai suoi consigli). Potrei aggiungere che sulla diga del Sessera PD e Lega a livello locale son contrari, ma a livello regionale no (bresso e cota).. sono molti i motivi per cui esistiamo, se il PD avesse preso questi temi noi non esisteremmo, viceversa esistiamo per non far estinguere il Biellese. Spero sempre di essere smentito dalle azioni del centrosinistra, ma è da un bel po' di anni che questo non accade.
    Lorenzo D'Amelio, non grillino semplicemente cittadino.