24 MAGGIO 2010

L’apartheid di sinistra

Io non so, davvero non so se ci si rende conto di quanto è grave la situazione. Gli elettori guardano all'attuale dirigenza del PD e ascoltano da loro parole d'ordine su lavoro, difesa della costituzione, valori. E in base a quelle parole li votano (sempre meno, come si sa). La realtà è che, dietro a quelle parole, quei valori non ci sono, mentre c'è invece – nella prassi concreta – la politica più conservatrice d'Europa, oltre che la più iniqua.
«Non è vero che il paese vuole l’innovazione: cerca rassicurazione e anche conservazione». Questo ha detto Bersani in Assemblea Nazionale.
A voi sta bene? Chiedo. Perché guardate, se non vi sta bene, se pensate che al Paese, per come sta messo, serva altro e di più, è il caso di scegliere qualcun'altro, quando arriva il momento di mettere quella benedetta croce su una scheda, si tratti di elezioni o di primarie. Mi rendo conto di quanto vale la mozione degli affetti, quanto è difficile smetterla con uomini che sono stati un punto di riferimento per tanti anni, scommettendo su persone il cui percorso è da disegnare e il cui linguaggio è diverso. Ma finchè sceglierete questa classe dirigente, questo è ciò che avrete in cambio. Che non basta, non va più bene, e da un pezzo.

  1. I dirigenti e simpatizzanti dirigenti del PD stanno solo aspettando la fine del Ventennio Berlusconiano che terminerà  per i raggiunti limiti di età del Silvio Nazionale.

    Non c'e' alcun interesse a migliorare o cambiare le cose anche perchè sanno che dopo Berlusconi ci sarà la fine del PDL causato dalle inevitabili lotte interne e dall' assenza del Padre Padrone.

    Ci ritroveremo ancora una volta i vecchi vecchi vecchi nomi del PD che da tanto tempo, troppo tempo parlano a vanvera del nuovo e del futuro al fine di cambiare tutto per non cambiare niente.

    Nessuno.

    utente anonimo
  2. Ciao Paolo,
    intervengo giusto per dire che in una buona parte della base Ichino da' l'orticaria, e il contratto unico e' vissuto come un attentato allo statuto dei lavoratori. Per cui il PD e' conservatore perche' una sostanziosa parte della sua base lo e'.
    Ora ci fosse da qualche parte un nucleo di elettorato realmente innovatore, si potrebbe pure, per via ipotetica, tentare di agganciarlo. Ma non c'e', e se c'e' e' (ultra)minoritario. per cui, chi cio' fa' fa?Impegolarci in una discussione che come miglior risultato vedrebbe la Lega e Berlusconi additarci come quelli che vogliono precarizzare tutti, e nel peggiore scatenare inutili e dannose faide interne?
    Fermo restando che Ichino ha ragione da vendere secondo me, che sto sistema fa schifo, e lo dico da dipendente a tempo indeterminato.

    Bada bene pero' che neanche dall'altra parte sono innovatori, anzi son conservatori tesi a conservare i loro vantaggi economico-sociali (vedi alla voce evasione fiscale). Per cui e' il paese nel suo complesso che e' al momento incollato con l'Attak ai suoi sempre piu' miseri privilegi, e non se ne stacchera'mai, se non forse in una crisi di tipo greco.

  3. Le lotte dei lavoratori si sono sempre basate su un principio: la mutualità. Ovvero la convinzione che non si potessero ottenere diritti per qualcuno lasciandone privi altri. Io credo che molti tra i lavoratori che tanti anni fa sono stati protagonisti di quelle lotte, se i leader del centrosinistra riuscissero a ricordare loro quel principio, accetterebbero con fiducia di farsi guidare verso questa nuova battaglia. Siamo tutti egoisti e corporativi, ma abbiamo anche figli, fratelli e padri per i quali siamo disposti a compiere qualche sacrificio, ad accettare la sfida di un cambiamento di paradigma, se è per il loro bene e per assicurare loro un futuro. Ecco qual è la sfida, culturale e politica, che va molto oltre il lato tecnico di una proposta o di un'altra: convincere le persone di sinistra che è necessario agire per il bene di tutti, anche sacrificandosi se necessario, per un bene superiore e più condiviso. Esaltarne i principi più elevati, e non incoraggiarne le paure: la politica deve fornire loro la prospettiva di un domani migliore e più giusto, e se ne sarà in grado qualcuno seguirà.
    Invece, leader pavidi fanno elettori pavidi, e con questo ho detto tutto.

  4. Paolo, in linea di massima condivido, ma quando provo a intavolare un discorso con qualcuno di loro il meglio che ne esce e': perche' dovrei sacrificare i (miei) diritti acquisiti per dare qualche diritto ai precari? occorre difendere allo stesso modo precari e dipendenti, e bisogna che il lavoro precario sia piu' oneroso per l'azienda, ecc. ecc.

    Qui non credo sia questione di leader pavidi, credo che il conservatorismo della societa' italiana, specie in questi momenti difficili, sia aumentato spaventosamente.

    Leggevo un articolo di Repubblica su Mourinho: la tesi era che Mou e' fondamentalmente incomprensibile epr l'Italiano medio. Ma come: hai una poltrona, uno stipendio allucinante, non devi dimostrare piu' nulla e te ne vai? Rischi ancora? Vai al Real per essere il primo allenatore che vince la CL con 3 squadre diverse? Ma chi te lo fa fare?

    Ecco: la risposta dell'Italiano medio all'innovazione e': chi me lo fa fare?

    Non che sia una risposta giusta, ma forse occorre farci i conti.

  5. Io sono uno di quelli che non si è mai stupito del conservatorismo di Bersani. D'altronde già l'apertura e il sostegno a Romano Prodi 14 anni fa indicava la volontà della leadership di sinistra di andare a pescare nell'elettorato di centro. E la cosa buffa è che questo discorso mi è capitato di farlo ancora qualche mese fa, con persone che reputo molto intelligenti, giovani e inseriti in un luminoso (spero per loro) futuro in questo partito. Dire cose moderate (cioè gratta gratta, conservatrici) significa inseguire un ambizione maggioritaria che mi sembra più degna del Monopoli che della politica italiana. Non si può promuovere i bisogni di tutti e al contempo sostenere gli interessi di tutti, specie per la deriva mercantile che la parola interesse ha assunto nel nostro dizionario. E poi mi sono fatto un'altra idea: cioè che nel dibattito politico, i leader di "sinistra" siano invecchiati con i loro elettori. Non è un mistero che Bersani e Prodi piacciano molto alle persone che hanno l'età dei miei genitori, perché rassicuranti, anche nell'aspetto esteriore: Bertinotti sembra un naive coi suoi gillet di Missoni, Prodi con la tuta di maglina che fa jogging sembra mio zio, ma vuoi mettere quanto è simpatico..
    Io temo (ma forse un po' me lo auguro) che si vada verso un nuovo conflitto generazionale tutto interno alla sx, anche perché altrove non vedo grossi margini di consapevolezza. In fondo a tutto questo c'è la speranza sempre più sottile di incontrare un Nichi Vendola, che magari forse, non si sa mai, potrebbe raccontarci cose nuove. Passo per veltroniano se dico che mi piacerebbe sentire dai "leader della sx" un po' di partecipazione emotiva, un po' di narrazione e di cuore per rimettere in quadro questo paese ?? E infine, se qualcuno sente Bersani, gli dice che ad usare le parolacce non sembra più giovane o più vicino al bar, ma solo più coglione ?? Altro che gli Scorpions..

    utente anonimo
  6. scusate, quando scrivo qui faccio refusi..
    "un'ambizione" naturalmente, saluti cari lbb

    utente anonimo
  7. Lo dico perché gli interventi me li sono sciroppati quasi tutti tramite YouDem: so che c'era il limite dei 7 minuti, e so che era necessario rispettarli per far parlare tutti, ma constato anche che con qualcuno la presidente Bindi ha applicato un'ampia tolleranza, mentre qui a 7 e rotti improvvisamente ha sentito il bisogno di far fretta.
    La democrazia è anche in questi dettagli.

    utente anonimo
  8. mi sarebbe piaciuto buttare lì un commento icastico tipo:

    "evidentemente quando c'è uno stronzo come benchmark ad essere un mezzo stronzo ci si crede di non puzzare,
    invece la puzza è la stessa…"

    ma la domanda è un'altra: non sarà che questa classe dirigente, formatasi all'ombra di un'altra chiesa, laica per carità, e quindi mediandone liturgie usi e costumi non dia troppo per scontato un allineamento dell'elettorato sulle posizioni (comunque vaghe, per carità, per non far torto a nessuno ma anche a nessun altro)
    che saltano fuori nel corso delle varie riunioni nazionali?

    perchè se è vero che i cattolici, oggi come oggi, la messa se la celebrano tutti i giorni davanti al video è probabilmente vero che la coscienza di classe ce la si sia giocata a dadi quasi allo stesso modo, normale che a nessuno freghi più di tanto del prossimo; se uno status quo consolida le leve del potere nelle mani dei "soliti noti" cui prodest un vero e proprio cambiamento?
    Tanto vale votare chi le spara più grosse…

    Ciò a cui assistiamo oggi vede la sua genesi in quelli che sono i meccanismi interni del partito, meccanismi che nella forma garantiscono una pluralità strepitosa nella sostanza procedono per inevitabilità di determinate mosse chiave….

    A.
     

    utente anonimo
  9. Se di certi argomenti nemmeno si parla, nemmeno ci si prova a spiegarli alla base spaventata, disillusa e conservatrice per tradizione e per pura e semplice (e tutto sommato comprensibile) paura, allora va a farsi benedire la politica con la P maiuscola. Quella che, se si è progressisti, dovrebbe servire a lanciare sfide, dare visioni e progetti, soluzioni.

    Concordo con le parole di Paolo poco più su. Oggi abbiamo perso la capacità di spiegare a chi i diritti li ha che, forse, è necessario estenderli, magari con responsabilità Che tradotto significa che oggi, quando non c'è trippa per gatti, qualcuno deve rinunciare a qualcosa in favore di chi non ha nulla.

    Discorso veramente progressista e, quindi, antipaticissimo a tutti. Anche ai "nostri".

    Sento spesso dire che il PD è un partito di laureati e impiegati. Non ci sono più dirigenti operai, iscritti operai…
    Non so se sia vero in queste proporzioni. Di sicuro, ci sarà un coordinatore di circolo disoccupato fra una settimana, perchè il contratto a progetto che ha scade il 31.
    Quel coordinatore attende risposte non per sè (si arrangerà), ma per i milioni di precari e senza lavoro, qualificati senza sbocco, mortificati dall'assenza di diritti che il più delle volte nemmeno sanno di avere (e questo è tragicomico). Non tutti potranno far fuggire il loro cervello.
    Non tutti, soprattutto, aspetteranno che chi deve difenderli si muova.

    Marco Barbierato
    "Quel coordinatore…"

    utente anonimo
  10. "Ecco qual è la sfida, culturale e politica, che va molto oltre il lato tecnico di una proposta o di un'altra: convincere le persone di sinistra che è necessario agire per il bene di tutti, anche sacrificandosi se necessario, per un bene superiore e più condiviso. Esaltarne i principi più elevati, e non incoraggiarne le paure: la politica deve fornire loro la prospettiva di un domani migliore e più giusto"

    sottoscrivo pienamente queste parole.