Ci ho provato, lo giuro. Da mesi assisto alle mascherate pubblicate dalla Provincia senza dire nulla, convinto che parlarne sia un esercizio inutile, un po' come dire che il Bagaglino non fa ridere. Non ce n'è bisogno, si commenta da solo. Quanto potrà durare – mi sono detto – questa pagliacciata?
E invece, siamo a maggio e il carnevale prosegue.
Mi riferisco ad Apicellik e Policarpik: quelli che non sono tra i quattro lettori della Provincia, beati loro, ne ignorano l'esistenza.
Luigi Apicella, già pizzaiolo, è un consigliere comunale del Pdl titolare di una rubrica settimanale sulla Nuova Provincia. In politica così come sul giornale, la sua attività si è concentrata soprattutto sulla risoluzione delle "magagne", genere giornalistico biellese inventato anni fa proprio sulla Provincia da Edoardo Tagliani, oggi in altre faccende affaccendato, con la complicità di Antonio Montoro, paladino della lotta alle barriere architettoniche, difensore dei diritti dei disabili e disabile anch'egli, e pure lui consigliere comunale del Pdl. Dicesi magagna quel tipo di disservizio pubblico e altamente percepibile sul quale spesso è difficile ottenere una pronta risoluzione da parte di una pubblica amministrazione. Esempio tipico, la strada dissestata, se non la semplice buca. In questa nuova legislatura ci si sta dedicando con creatività (ma francamente spero che presto passi anche a cose più pregnanti, visto che sembra avere il buzzo buono) il consigliere di I Love Biella, Benni Possemato.
La Provincia, come dicevo, sulle magagne creò un filone giornalistico credo circa 15 anni fa, paginate e paginate di giornale che rendevano conto di siepi non tagliate, gradini troppo alti, lampioni spenti e tutto il repertorio. Apicella vi si è dedicato con passione, nei suoi anni di consigliere d'opposizione, dimostrando l'alta redditività elettorale di queste faccende e risultando infine il più votato alle amministrative del 2009.
Poi, una volta in maggioranza, credo gli sia sfuggita la domanda fondamentale che di prassi si fanno tutti quelli che passano la vita a combattere il sistema e poi improvvisamente entrano a farne parte: e adesso? Credo non se la sia posta, banalmente, perché ha continuato a scriver di magagne come se fosse ancora all'opposizione, mentre una volta che si governa i problemi andrebbero affrontati per risolverli direttamente, non per farci la rubrichina sul giornale locale.
Non volendo esser da meno alla caricatura del pizzaiolo partenopeo capitato in politica, Apicella ha invece deciso di calcare ulteriormente la mano, incurante della contraddizione. E così, ha inventato dalle pagine del bisettimanale il personaggio di Apicellik, eroe mascherato che nottetempo ripara i torti (e ripiana le buche, in sostanza). Ma non gli pareva ancora abbastanza: forte dell'avere tra i suoi dipendenti un personaggio, Policarpo Crisci detto "O' Principe", che l'Italia televisiva ricorda brevemente per essere stato il peggior concorrente di X Factor, in assoluto, e che è colpevole solo dell'essere una persona semplice (anche se francamente bizzarra), lo ha conciato da Robin, lo ha battezzato Policarpik e tutt'ora usa la sua ingenua voglia di protagonismo per costringerlo a farsi immortalare vestito da deficiente mentre ridipinge muri imbrattati, raddrizza i torti e ripara le famose magagne. Apicella, caricaturale sì ma fesso no, invece si guarda bene dal farsi ritrarre vestito allo stesso modo negli ormai abituali reportage della Provincia: insomma del duo, Apicellik e Policarpik, l'unico a metterci la faccia è il secondo, ma i voti vanno al primo.
Fin qui il folklore, ma fino a un certo punto. Primo, in Italia c'è un reato che si chiama "circonvenzione d'incapace". E se non si applica al caso in esame, siamo al limite. Secondo, Apicella fa parte della maggioranza che governa questa città, se vuole prendersela con qualcuno per le magagne inizi da se stesso. Terzo, grazie al benessere che deriva dal suo lavoro, va ricordato che Apicella non è solo un collaboratore di quel giornale, ma anche un suo inserzionista, e questo non è proprio in linea con l'etica professionale giornalistica. Anche in considerazione del fatto che – quarto e ultimo – chiunque abbia avuto modo di ascoltare il suggestivo ma incomprensibile eloquio di Apicella dubita, e da anni, che possa essere lui lo stesso autore delle sue rubriche, scritte tutto sommato in un italiano passabile. Non sarebbe il primo né l'ultimo politico ad avere bisogno di un ghostwriter, se non fosse che, nei giorni scorsi, Apicella ha ottenuto (evidentemente senza suscitare nessuna perplessità da parte dell'Ordine) l'iscrizione all'albo dei giornalisti come pubblicista.
E allora capite che uno ci prova, a tenersi, poi semplicemente non ce la fa più.
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quoto tantissimo !!
imnnhi
da urlo!
rp