Vorrei ma non fossi

Se fossi uno dei giornalisti che lavorano per le testate biellesi mi sarei fatto venire la curiosità di andare a seguire almeno uno delle due dozzine di congressi che il Partito Democratico ha tenuto in zona in questi giorni.
Se fossi uno di quelli, avrei verificato che centinaia di persone si sono trovate, hanno discusso di politica, hanno votato.
Se fossi, avrei capito forse qualcosa in più di quel che mi succede intorno, e di cosa succede in un centrosinistra che ha governato tutto fino a ieri, e oggi non governa più niente.
Se fossi, forse avrei messo un po’ più piccina la foto della castagnata di Camandona, e avrei trovato uno spazio in pagina per raccontare queste cose.
Se fossi, mi sarei chiesto come cavolo sia possibile che la mozione Marino, senza avere a bordo nessun big del partito, abbia preso il 20 per cento dei voti.
Se fossi, avrei partecipato di sicuro al congresso del circolo di Biella, e avrei visto che malgrado l’intervento personale dell’ex sindaco ed europarlamentare, la mozione Marino gli è arrivata a soli cinque voti di distanza, con suo palese scazzo. E ne sarebbe venuto fuori un articolo grandioso.
Se fossi, oggi sull’Eco, dopo aver chiesto a Susta un commento sui risultati della mozione Franceschini, e a Barazzotto lo stesso a proposito della Bersani, non sarei tornato da Susta per chiedergli anche di dire la sua sulla percentuale ottenuta dal comitato Marino. Se fossi, lo avrei chiesto ai diretti interessati.
Se fossi stato a Kinshasa il 30 ottobre 1974, probabilmente avrei chiesto a George Foreman di commentare il match, ma di certo non mi sarei scordato di chiedere lo stesso a Mohamed Ali.