26 SETTEMBRE 2009

Giuliano io ti ammazzerò, sei troppo stupido per vivere

200px-Il_senso_della_vita_signor_CreosotoOra ditemi voi se uno al sabato invece di rilassarsi deve preoccuparsi delle stronzate che scrive Giuliano Ramella sulla Provincia. Stamattina, per esempio, ne ho preso una copia in preda a un sinistro presagio. E avevo ragione, cazzo.
Ne sono di nuovo l’oggetto (non solo, ma anche), e di nuovo senza nemmeno il dubbio piacere di una citazione esplicita. Come premessa, l’opinionista con le piaghe da decubito si lancia in un resoconto di quello che il Presidente degli Stati Uniti avrebbe detto a proposito della categoria dei blogger, «il grido d’allarme lanciato da Obama sulla pericolosità dell’informazione veicolata nella blogosfera, Un’informazione, precisa il Presidente Usa che pure è stato eletto grazie al massiccio e strategico impiego delle truppe gioiose del web 2.0, "non interessata alla verità, alla verifica delle informazioni che riporta online, al rispetto delle opinioni altrui"».
Peccato però che queste frasi non provengano dalla bocca di Barack, ma dall’interpretazione che ne ha fatto Vittorio Sabadin sulla Stampa. Se Ramella leggesse i blog, e quindi si informasse sulle cose di cui scrive, o se almeno leggesse le testate straniere, saprebbe infatti che quella riportata indistintamente da tutti i giornali italiani è una sintesi un po’ libera, per usare un eufemismo.
Obama ha detto: “I blog sono i migliori a smontare i miti e le leggende metropolitane che passano con grande facilità sui media tradizionali, ed ecco perché nelle settimane a venire giocheranno un ruolo importante nell’assicurare il successo della riforma sanitaria”. La Stampa ha scritto: “se la riforma della sanità si è incagliata e non fa passi avanti, pensano alla Casa Bianca, la colpa è dei «blogger» che hanno riempito il web di falsità alle quali alla fine la gente crede”.
In ogni caso, come osservazione di metodo, dire "i blogger" non significa niente: ci sono blog di adolescenti anoressiche, di massaie che pubblicano ricette della peperonata, di poesie in rima sciolta e di qualsiasi altra cosa venga in mente. E ci sono pure blog tenuti da giornalisti, strano ma vero. Anche giornali e produttori di carta igienica utilizzano lo stesso supporto, la carta: ma con scopi differenti, o almeno dovrebbero.
Nel mio caso, se proprio vogliamo discuterne, io scrivo quello che mi pare, esattamente come rivendica di fare Ramella: e scrivo di cose che i giornali non pubblicano, perché non le ritengono interessanti. Oppure, va a sapere, magari ci sono anche altri motivi. Io, invece, guardo gli accessi di Popolino e penso che queste cose interessino eccome, e che i giornali facciano molto male a non trattarle, e che le persone interessate siano più di quante lui sospetta. Altro che "vuoto d’opinioni e insulti circuitati fra gruppetti di amiconi che si linkano a vicenda".
Sarà anche vero che secondo una ricerca "il blogger è soprattutto interessato a dire la propria opinione sui grandi temi della politica mondiale, risultando pertanto del tutto ininfluente rispetto alle questioni di casa". A parte che non mi sembra il caso di Popolino, un blog praticamente incomprensibile per i non biellesi, però chiederei un supplemento di ricerca per sapere se un servizio sulla castagnata di Camandona riesce invece a essere più che "del tutto ininfluente rispetto alle questioni di casa", e quand’è stata l’ultima volta che un articolo di Ramella è stato più che "del tutto ininfluente". Quanto ai "blogger biellesi, tutti schierati da una parte", che "non hanno spostato né conquistato un solo voto", vorrei sapere da dove arriva questo dato. Ipsos? Eurisko? Nielsen? Cim? E tu Giuliano, quanti voti sposti? In definitiva, è per questo che uno sceglie di scrivere, per spostare voti?
Infine, viene da chiedersi perché, se tutto questo bloggame lo schifa così tanto, Ramella ne faccia così spesso un oggetto del suo nobile opinionismo da incarto del pesce fresco, e perché sia venuto proprio qui a saccheggiare virgolettati non attribuiti per portare a casa la rubrica di due settimane fa.

  1. “meglio avere un secchio, sto per vomitare” (op. cit.)

    utente anonimo
  2. aspettavo con ansia il post annunciato, da “amico” del popolino non posso che salutare questo suo nuovo con un commento a caldo: in versione cattivista dai il meglio di te!

    Comunque per citare un vecchio adagio, la verità è rivoluzionaria, ecco perchè i reazionari preferiscono delegittimare chi la dice, non fosse mai che…

    rp

    utente anonimo
  3. La citazione di Fortis è geniale!

    utente anonimo
  4. Io non capisco. Pensa che sono persino sceso al bar per leggere sta rubrica, tanto mi sembrava tutta una storia inverosimile. Eppure non ci arrivo, non mi spiego il perchè. Non capisco.

    utente anonimo
  5. Ok, però io oggi aspettavo una cronaca di quello che è successo ieri sera al congresso del Pd, uffa.

    Franci

    utente anonimo
  6. Hai ragione Franci, e le intenzioni erano queste. Diciamo che la cosa di stamattina era inattesa. Ma mi ci metterò presto, promesso.

  7. Ma che cazzo di ragionamenti sono questi? E sarebbe un giornalista? Impari a documentarsi, prima di tutto. E poi, un consiglio: rosicare meno, che il fegato ne risente.

    utente anonimo
  8. La cosa davvero notevole è che quando Paolo parla di lui lo cita, mentre quando lui parla di Paolo fa tutti dei giri di parole che se uno proprio non è più che a conoscenza non si capisce niente. Infatti mi chiedo: ma il suo direttore non gli chiede conto di questa spazzatura?

    utente anonimo
  9. Popolì, non t’incazzare, succede a tutti, continuamente… questi sono esemplari di una specie in via d’estinzione, è ovvio che reagiscono così.

    utente anonimo
  10. non per fare il precisetti, ma non è esattamente un giornalista.

    diciamo che è come Vialli su Sky, uno che ne sa, che conosce l’argomento da vicino ma, a quanto ho capito, preferisce non criticare il gioco di Juve e Chelsea

    Canna

    utente anonimo
  11. Ho rimosso il commento numero 11: come ho già spiegato, qui ognuno è libero di dire quel che vuole purché non si offenda o, peggio, non si dicano cose che possono avere rilevanza penale. Sarebbero guai per me, e pure per chi scrive: in ogni caso, a questo proposito, la decisione spetta solo al titolare del sito, e quindi a me. Chiedo solo un po’ di attenzione, grazie.