L’antefatto è questo, un episodio di vita vissuta dentro al Partito Democratico che io ho raccontato a modo mio e che, pur riferendosi a un universo microscopico, molti dentro la rete hanno ritenuto fosse archetipico, iniziando così una sua diffusione che non smette di incrementarsi, anche a distanza di due giorni. Un processo di questo tipo si traduce – mi trema un po’ la mano a scriverlo – in migliaia di letture, link che circolano e mail fatte col copiaincolla: si scatena una reazione potente e imprevedibile.
Nelle prime ore, a questa attenzione globale si contrapponeva un totale silenzio locale. Solo apparente, perché so invece che l’agitazione c’era eccome.
Infatti, nel tardo pomeriggio di mercoledì, io e i rappresentanti delle altre due mozioni abbiamo ricevuto una mail, firmata dalla presidente della commissione dei garanti. Essendo stato l’autore di una segnalazione di una grave irregolarità verificatasi nel congresso di Ponderano, peraltro il primo di tutto il Piemonte e uno tra i primi in Italia, mi sarei aspettato una presa di posizione dei garanti sulla questione. I garanti, infatti, servono a garantire, lo dice la parola stessa.
Invece, la mail diceva questo: "in riferimento a quanto accaduto nella prima riunione congressuale del PD a Ponderano si raccomanda a tutti i Coordinatori Regionali e Provinciali di tutte e tre le mozioni di attenersi quanto piu’ possibile al regolamento nazionale". E poi: "ricordarsi di avere un mandato, da consegnare al Garante della commissione Provinciale, per poter esporre la mozione durante la serata congressuale; non diffondere i risultati del congresso prima che tutti gli altri congressi si siano svolti nei circoli e che la Commissione Provinciale di garanzia per la provincia di Biella, li abbia approvati".
Insomma: un richiamo a chi a Ponderano aveva subito l’illecito, e non a chi l’aveva commesso. Incomprensibile, e pure tecnicamente sbagliato. Infatti, "Lo scrutinio è pubblico e viene svolto dalla Presidenza immediatamente dopo la conclusione delle operazioni di voto" (Articolo 4, comma 9, Regolamento per l’elezione del segretario e dell’assemblea nazionale approvato dalla Direzione il 26/6/09).
Ho inviato la citazione del regolamento alla presidente, e le ho chiesto una rettifica ufficiale in tempi brevi. In serata l’ho incontrata al congresso, mi ha detto che avrebbe verificato ma non ha voluto dirmi in base a quali segnalazioni aveva sentito la necessità di fare quella strana comunicazione. Cosa che non ha fatto altro che aumentare un clima di sospetto già pesante: si deve infatti tenere presente che, in fase di congresso, i garanti sono autorità indipendenti superiori a chiunque, non importa se a sollecitarli sono segretari provinciali o presidenti degli Stati Uniti.
Il giorno dopo ho effettivamente ricevuto una sua mail, in cui mi si dava ragione: ma una mail privata, e la rettifica ufficiale invece non si è vista. Poi, in serata, è intervenuto un nuovo, clamoroso elemento: sulla sua pagina Facebook, Gianluca Susta ha pubblicato una lettera molto forte, in cui entra nel merito senza eufemismi. Cito: "(…) non ho tesserato moglie, figlia, suocera, suocero (…). Sono esterefatto dalle modalità di svolgimento del congresso (…). Come si fa a far votare un’assemblea in cui un gruppo/famiglia condiziona l’esito? E’ questa la democrazia del partito "pesante", di quello dove devono contare non gli elettori, ma gli iscritti?".
L’intervento da Bruxelles dell’europarlamentare, che con Wilmer Ronzani è uno dei due soli elementi realmente totemici della politica biellese, soprattutto perché pubblico, è una di quelle cose che se me l’avessero raccontata tre mesi fa non ci avrei mai e poi mai creduto.
Fino a ieri sera, infatti, a prescindere da quale fosse il mio interlocutore, non avevo ancora trovato un solo dannato dirigente di partito che si discostasse da questa analisi: che le cose che ho scritto in questi mesi su Popolino potrebbero anche essere legittime, ma sono poste in un luogo e in un modo sbagliato, dannoso per il PD.
Come ho scritto su Facebook, in risposta a Susta, "a chi pensa di obiettare, facendo esercizio di benaltrismo, che l’uso della gogna pubblica come strumento di denuncia delle irregolarità non fa altro che danneggiare il partito, rispondo che se in un partito falliscono alla prova dei fatti, continuamente e così clamorosamente gli strumenti interni di tutela delle regole e della democrazia, allora sia la gogna". Che sull’opposizione istituzionalizzata e monolitica a questo modo aperto di intendere le cose si inizi ora a vedere una piccola ma importante crepa, mi sembra, se non ancora un risultato, almeno un piccolo segnale.
Se son rose, eccetera.
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godo come un cammello
A.
La goccia che scava la roccia. Plik, plik, plik, plik…
ciao Paolo,
episodi come quello che hai raccontato tu dovrebbero sempre essere ripresi e discussi pubblicamente, soprattutto in un partito che si definisce “democratico”. Se Valenti magari volesse ribattere e fornire la sua versione sarebbe anche meglio, secondo me (sempre che ce ne sia un’altra possibile, di versione).
Altrimenti si lascia passare l’idea non solo nelle teste degli iscritti ma anche della gente comune che il PD è solo una nuova versione leggermente modificata del solito modo di intendere la politica: gli accordi si fanno dietro le quinte e i vari congressi, meeting, feste servono solo come specchietto per le allodole (o per gli allocchi).
Ciao
Vittorio
Vittorio, se sei chi penso che tu sia, ma direi di sì, ti ringrazio per questa tua posizione, che condivido e mi pare molto importante.
C’è da chiedersi quali responsabilità abbia il coordinatore del circolo di Ponderano (sottoscrittore della mozione Franceschini) nella raccolta delle adesioni al PD. Ponderano e Borriana credo che superino complessivamente i 3500 abitanti, Ponderano ha pure un sindaco PD, e dunque come si spiegano solo 16 iscritti, dei quali due nella famiglia Rasolo, cinque nella famiglia Valenti e due sindaco e consorte? Come si spiega che l’altra sera una delle tre famiglie non ha partecipato neppure alla riunione?
Io credo che il torto non stia nelle tessere che ci sono, totalmente libere e legittime, ma nelle tessere che non ci sono, certamente per l’incapacità del coordinatore nel coinvolgere il sindaco vincente ed il suo elettorato.
Se si pone la questione dal corretto punto di osservazione, è evidente che la prospettiva cambia….. e che forse occorre svolgere qualche riflessione sul fatto che i nostri amministratori devono in qualche modo pensare anche al partito.
Ciao.
Riccardo
mi chiedo quante siano più in generale le persone tesserate a un partito, a uno qualunque… a biella spadroneggia la destra, stando alle ultime elezioni… ergo sono tutti tesserati pdl o lega?? i tesserati e fra i tesserati quelli che poi partecipano attivamente sono sempre più una rarità… forse sarebbe utile aprire una discussione su questo.
Il regolamento, se non erro, prevede che entro fine settembre devono essere fatte le riunioni congressuali dei circoli, che eleggono i delegati alle assemblee che avranno il privilegio di sapere che gli iscritti al partito hanno votato in un modo… poi si attenderà il giorno del giudizio (?!?) con le ormai consuete e francamente a mio giudizio, ormai davvero intollerabili, Primarie… (tra elezioni e primarie il pd non ha mai smesso di essere in campagna elettorale).
E’ giusto e sacrosanto prestare attenzione alle modalità di voto… ma forse sarebbe anche ora che il partito…(fatto da noi tutti) parlasse meno al proprio interno e si aprisse un po di più all’esterno, dove i problemi sono quotidiani, e francamente forse anche più urgenti…
altrimenti, temo, che il popolo inneggerà a Francia o Spagna purchè se magna!!
caro paolo non sono io quello che si firma vittorio che tu hai pensato e che altri hanno pensato. ho il vizio di firmare le dichiarazioni e non mi piace trincerarmi dietro ad un “anonimo”‘, c’è già abbastanza omertà qui nel biellese, meglio avere il coraggio delle proprie azioni e dichiarazioni. ciao a presto
vittorio barazzotto
Errore mio. Diciamo pure cantonata.
Ciao
ciao Paolo
ri-scusa se firmandomi solo con “Vittorio” ti ho creato qualche imbarazzo.
Vittorio Magliola
(Ecco, così tutti son contenti)
Figurati, cose che succedono. Come dicevo, colpa mia, scusate.