I meccanismi in movimento a livello nazionale non sono diversi da quelli locali. Anche a Biella il partito è diviso in clan, e i due formati dagli ex sono quelli più evidenti e numerosi. Ovviamente ogni clan ha i suoi capibastone, e a seguire i fedelissimi. Le alleanze si formano e si consumano in base all’utilità, e a nessuno viene in mente di dire "troviamoci su un’idea che si traduca in persone nuove che provano a fare cose nuove, e chi si aggrega è il benvenuto".
Insomma, alla fine si tratta di un marchingegno abbastanza semplice: non è detto che funzioni così solo per malafede, è anche colpa di un metodo acquisito che si è incancrenito, creando il preconcetto che fosse scontato che le cose debbano per forza funzionare in questo modo.
Se si vuole ragionare sulle proposte, sui contenuti, questo mi sembra un punto di partenza: però bisogna avere il coraggio di portarlo fino in fondo. L’avvio di un nuovo corso non si può arenare di fronte al primo leader – locale o nazionale – che viene messo in discussione. Ogni dirigente politico ha i suoi fedeli, ha amici, ha persone che lo stimano, ha altri che gli debbono favori. Anche tra i giovani: giovani che hanno trovato un posto in una lista grazie ai vecchi dirigenti, ma per fare cosa? Sono loro che parlano con i giornali? Sono loro a prendere posizione ritagliandosi una posizione pubblica? Come si fa a rinnovare se i volti nuovi spuntano solo ogni cinque anni, sui cartelloni? Come fanno gli elettori a giudicarli se non li hanno mai sentiti nominare? E come fanno questi ragazzi ad emergere se l’unico spazio che possono sfruttare è un mese di volantinaggio prima del voto?
Non è una questione personale, è solo una questione di metodo.
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Anche un giovane per crescere deve necessariamente assumersi in propro delle responsabilità. Responsabilità nell’aggregare intorno a dei progetti, delle idee. Le cooptazioni non vanno mai bene…. a nessuna età.
Il partito ha oggi la necessità che una nuova classe dirigente si assuma la responsabilità di agire indipendentemente dalla classe dirigente attuale. Assumendosi la responsabilità di aggregare consenso attorno a delle idee. Senza questo rischio nell’esporsi per aggregare consenso non c’è speranza di formare nuove valide figure politiche.
concordo e sottoscrivo in pieno… nazionale incluso!