Che siate delusi del Pd, militanti grilline sotto mentite spoglie, semplici cittadine e cittadini bisognosi di sfogarvi, o addirittura Peppia Pig, st’uomo c’ha una pazienza e una parola per tutte e tutti.
Lui, Civati, ai delusi fornisce una specie di servizio pubblico, ma quel che non si capisce è perché ognuno di questi disperati non se la prenda con i diretti responsabili: perché c’è qualcuno che può influire sugli equilibri parlamentari e qualcuno meno, per dire.
L’altro giorno leggevo l’intervista di Cuperlo e mi chiedevo: ma uno che ha duecento parlamentari eletti (quelli che aveva con Bersani, perché Renzi ha fatto il governo con il Parlamento di Bersani, precedente alle primarie, in cui Civati non pesa nemmeno per il 14, ma per il 2 per cento) come può lamentarsi di tutta quanta la legge elettorale, senza fare nulla per condizionarla? Anzi, avendo tra i membri di una delle sue componenti – D’Attorre – uno che pospone sine die le elezioni con un emendamento addirittura peggiorativo (e non era facile). E perché non se la prendono con loro, mi chiedo.
Perché certo a molti interessa capire che cosa fa Civati, che però ha raccolto, non in modo correntizio e senza poter promettere sottosegretari, quindici parlamentari, divisi tra Camera e Senato. Che alla Camera non sono decisivi (o, meglio, al Senato possono esserlo, ma non è che al momento la maggioranza del partito abbia mostrato particolare interesse per i loro argomenti, anzi).
Quindi, quello che dice Civati o che vota Civati conta, certamente, per Civati e per chi lo segue. Ma non cambia nulla, se tutti gli altri votano il contrario, promuovono la sostituzione di Letta, dicono che la legge elettorale si può fare (anche se non vanno bene le soglie, le questioni di genere e tante altre cosette) e presentano un emendamento per evitare che valga anche per il Senato, per risolvere l’impasse dell’accordo tra Renzi e Verdini.
Poi promettono che al Senato (proprio quello che psicologicamente hanno già abolito) cambieranno le cose, mentre tutti sanno che al Senato si stanno già attrezzando per chiedere che non sia modificato il testo della Camera. Loro si che sarebbero decisivi. Solo che non lo vogliono essere.
O, meglio, lo sono: sono decisivi per fare le cose sbagliate.