3 FEBBRAIO 2014

;)

C’è una meravigliosa vecchia barzelletta americana, stupendamente interpretata da Jane Fonda nella prima stagione di Newsroom, e fa così: Gesù e Mosè stanno giocando a golf. Mosè tira per primo, un tiro lungo e perfetto fino al green. Gesù si posiziona al tee e scaglia la pallina in mezzo agli alberi. Allora volge gli occhi al cielo, alza le braccia, il cielo si rannuvola, un tuono, pioggia, un ruscello nasce tra gli alberi e un pesce a nuotare nel mezzo. Il pesce afferra la pallina con la bocca, un uccello piomba dal cielo e ghermisce il pesce, lo solleva, lo porta fin sopra la buca. Il pesce apre la bocca e lascia cadere la pallina in buca, per Gesù centro perfetto in un solo tiro. Gesù si volta verso Mosè con un ghigno soddisfatto, e Mosè gli dice: “Senti… vuoi giocare a golf o vuoi solo cazzeggiare?”

Sono passati un paio di mesi dalle primarie del Pd e ho pensato fosse opportuno – oltre che comodo, lo ammetto – stare a osservare quel che accadeva, in relativo silenzio. Un po’ per rispetto del risultato di quel congresso (quando si partecipa a una competizione elettorale, anche se so che per molti questo è impensabile, poi almeno un pochino si dovrebbe far così), un po’ per pigrizia, un po’ perché francamente ero curioso di capire cosa stava succedendo. Perché davvero, non è che mi sia molto chiaro.
Per citare solo l’ultima settimana, nel dibattito politico sono entrati argomenti quali i pompini, l’eversione, i roghi nazisti dei libri, Goebbels, lo stupro, l’uso di Twitter, la falsificazione dell’uso di Twitter, e ovviamente i fascisti. Fascisti a piacere, diciamo.
Sostengo da tempo e noiosamente che l’eccesso di commento è un male, genera sciocchezze, e che le sciocchezze ingenerano cicli dei media sempre più veloci, stupidi e controversi, in una spirale senza fine. Questa volta risparmio il pistolotto, ma il punto è: sta davvero succedendo qualcosa? Davvero al mattino una dichiarazione crea un picco in un sondaggio e alla sera la controsmentita lo normalizza? Che poi, se posso: ma sondaggi de che? Elettorali? Quali elezioni? Ecco, appunto.

Perché insomma, se è proprio come sembra, e lo scenario cambia ogni 15 minuti (tempo medio di emivita di un titolo di apertura dell’Huffington Post), e allora però è come con le aste su eBay, non serve dannarsi di mosse e contromosse, ma basta essere quello che azzecca l’ultimissima all’ultimissimo secondo disponibile. Oppure no, oppure sono solo cazzate e però il risultato è lo stesso: se sono cazzate, perché dovremmo occuparcene?
E quindi, ecco, la mia teoria è piuttosto semplice: che i fascisti – termine “famo a capisse” – arrivano sempre come rimedio a governi inefficienti e corrotti, e che un popolo non riconosce più al punto tale da voler qualcuno che faccia piazza pulita e se ne occupi per conto suo: e questo è un male, certo, ma prima di lamentarsi della cura troppo radicale bisogna badare al sintomo, capito? Che alla stragrande maggioranza degli italiani ormai sfuggono completamente i concetti di destra e sinistra, e infatti Grillo, Berlusconi, Renzi, fateci caso, sono leader trasversali e ne parlano poco e a modo loro, senza lanciare richiami della foresta. Che la quantità di dibattito sulla ricostruzione della sinistra è inversamente proporzionale alla gente effettivamente disposta a votare un progetto simile. Oggi l’argomento torna a essere molto discusso, per cui fate voi due conti. Che gli unici rimasti in grado di capire cosa si intende quando si dice “fascista”, quasi sempre, sono quelli disposti a votare entusiasticamente un partito che così si presenti più o meno esplicitamente.

Ma soprattutto.
(Respiro)
Che gli italiani non hanno più potuto scegliere da chi farsi governare dal 2008.
D-u-e-m-i–l-a-o-t-t-o. Anderstend? Quella è stata l’ultima volta. Sono seguiti quattro anni di Berlusconi, uno di Monti, un simpatico intermezzo chiamato – come del resto in altri Paesi, dove però si intende in senso più stringente, tipo che uno vince e uno perde – elezioni, e poi Letta. Che è il massimo, votare per trovarsi al punto di prima.
Poi, incidentalmente, appunto, due mesi fa, c’è stato pure il congresso del Pd. Quello a cui non doveva votare nessuno e invece ci sono andati quasi in tre milioni. Che forse pensavano: “e quando mi ricapita”? Di votare, intendevano, per decidere qualcosa.
Sì insomma, son sei anni che gli italiani non scelgono da chi farsi governare, però una piccola parte di loro hanno scelto a maggioranza molto larga il nuovo segretario del Pd.
E lui in campagna elettorale faceva un numero più o meno così:
- Renzi, se lei  vince il congresso che ne sarà del governo?
- Ma guardi, non è vero che se vinco io cade il governo (occhiolino). Il governo va avanti se fa le cose che servono al Paese (occhiolino).

Che ovviamente non lo faceva davvero, l’occhiolino. Altrimenti alla lunga avremmo pensato fosse un tic. Invece era più un metatesto, capito come? Era come se lo facesse, dico bene? Che infatti anche i giornalisti, e noi stessi, tutti ancora adesso continuiamo a vivere in questa meravigliosa realtà in cui fingiamo di parlare di una cosa quando a essere sinceri pensiamo il contrario. O almeno crediamo, perché poi è questo il dilemma.
Il dilemma è: era un occhiolino tipo “tranquilli che il governo lo faccio cadere”, o era un occhiolino tipo “vi faccio credere che faccio cadere il governo perché faccio l’occhiolino, invece puppa”? Ecco, io da due mesi mi alzo al mattino, e leggo i giornali aspettando di capire se è una cosa o l’altra. Sperando di trovare nuovi indizi (Matteo, in questo sei prodigo e non mi deludi mai, grazie).  Ma per ora niente di risolutivo, anzi: il mistero si infittisce. Occhiolini su occhiolini, e le settimane diventan mesi. Ed è pure appassionante, perché l’uomo è funambolico. Però, a un certo punto, cari lettori, il nostro personal Jesus ce lo dovrà dire: ha intenzione di giocare a golf o vuole solo cazzeggiare?

Come dice Brunetta, una pistola la si carica per fare fuoco, altrimenti rischi di spararti a un piede, a giochicchiarci: e agli italiani serve una nuova legge elettorale (transeat sul “quale”), ma poi servono le elezioni. Serve poter scegliere, perchè non lo fanno più da un pezzo. Hai voglia stimolare il governo, ma sfortunatamente l’efficacia di un governo non è indipendente dalle forze che lo sostengono e dalle persone che lo compongono.
Perché se io cambio, e se voi cambiate, allora tutto il mondo può cambiare, diceva Rocky Balboa, ma non credo che nemmeno lui arrivasse a ipotizzare che Alfano possa cambiare così tanto da fare una legge sullo ius soli, perché certe cose sono come sono. Non pigliamoci per il culo, eh.
Come dire, e fermatemi se l’avete già sentita: le cose cambiano, cambiandole. Fossero state in grado di cambiare così com’erano ci saremmo risparmiati la pena, non vi pare?

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