Non vorrei coltivaste aspettative esagerate. Hanno fatto bene a decidere di trasmettere in diretta su YouDem quella di mercoledì, anche considerando il momento, ma la Direzione Nazionale è quasi sempre una pizza micidiale. Soprattutto, è prevedibile. E, più sono nell’aria grossi casini, meno ne succedono.
All’arrivo in Sant’Andrea delle Fratte bisogna superare il muro umano dei giornalisti, e qualche eventuale contestatore, ma entrambi sono in genere molto più impenetrabili all’uscita, perché è lì che c’è la ciccia.
In terrazza, i membri arrivati alla spicciolata si attardano in conciliaboli di altissimo contenuto strateggico, con due “g”: “Ja famo?” “No”. Fine del conciliabolo: sciogliere il capannello, riformarlo con altri a caso, e ripetere a volontà.
Finalmente si entra, a patto di passare la selezione effettuata da Nico Stumpo all’ingresso, e in genere si inizia dalla relazione di Bersani. Il quale, credeteci o no, in Direzione fa discorsi brevissimi, i pipponi da 70 minuti se li conserva per gli elettori, perché ci tiene. Poi, nel caso specifico della Direzione di mercoledì, e come sempre accade dopo un’elezione, potrebbe esserci un’analisi del voto da parte di Migliavacca, o da un cavaliere dell’apocalisse, dipende se è disponibile. Segue il dibattito, in cui tutti più o meno premettono di essere d’accordo col segretario e contestualmente mimano violente coltellate nella sua direzione. Spesso fischiettando il tema di Psycho: Zan! Zan! Zan! Za-aaan!
Il primo che cita lo Statuto getta nel panico i giornalisti, che si aggirano dabbasso chiedendo ai passanti: “E adesso cosa diavolo è uno Statuto?!?”. Davvero, la volta che Bersani annunciò primarie aperte, per dire, i giornalisti chiedevano “ma allora si candida solo Bersani?”. I giornalisti, e Cesare Damiano, per la precisione.
Poi parla un turco, tutti ridono. Ne parla uno solo, fanno i turni. Cioè, fanno i turchi, ma a turni. Vabbè, avete capito. Poi parla D’Alema, che vola altissimo. Poi precipita, paonazzo, per la rarefazione dell’atmosfera, sapete. Poi Fassino litiga con la Bindi, che è sempre divertente, non importa quante volte l’hai già visto succedere. Poi magari parla Pippo, e tutti lo guardano con un’espressione che è un mix tra quella di un entomologo che ha scoperto una nuova specie, e quella del vicino di casa quando vi incrocia sul pianerottolo il mattino dopo che avete dato una grande festa.
Poi si vota, si chiude l’assise, e quelli che hanno votato la relazione di Bersani si affrettano a incontrare i giornalisti per dire loro che Bersani è una merda umana.
Poi passano sei mesi, si fa un’altra direzione, Franco Marini si avvicina a Pippo e gli urla fortissimo in un orecchio “AVEVI RAGIONE CIVATI!”.
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post magistrale, complimenti.
però hai dimenticato l’ombra di renzi che, minacciosa ma sgargiante, aleggerà sull’assise.
Non so perchè, ma Franco Marini me lo figuro come Frank Drebin. O Frank Drebin come Franco Marini. Devo rifletterci.
Non so se ridere o piangere….Sei forte, Cosseddu!
Silent
Drebin sarebbe quello della Pallottola Spuntata? In questo caso tanto di cappello al riferimento sceltissimo e coltissimo!