Stamattina ho letto una cosa che mi ha ferito, uno scazzo via stampa locale tra due ragazzi che stimo – e che non citerò, perché non sono certo che la cosa aiuterebbe – divisi oggi sulle primarie quando fino a non molto tempo fa li seguivo fare politica insieme, fianco a fianco, nelle stesse battaglie, e quindi, immagino, condividendo gli stessi valori.
Non si sono presi a coltellate, intendiamoci, ma lo stesso il loro piccolo scontro mi ha colpito, mi colpisce perché sono molto giovani – molto più di me, accidenti – e mi colpisce perché oggettivamente queste primarie hanno un po’ rimescolato le carte, e non posso negare che ci sia effettivamente un po’ di tensione, anche tra amici.
A loro vorrei dire quello che in realtà ho bisogno di dire a me stesso, e cioè di prendere tutta questa faccenda con grande calma e con molto senso della prospettiva.
Serve uno sguardo lungo, insomma, perché che vinca Bersani o che vinca Renzi, il mondo non finirà il 2 dicembre, e qualsiasi sia l’esito il lavoro da fare per cambiare questo Paese sarà ancora molto.
Tra le persone che stimo, ne conosco che hanno scelto di sostenere Bersani, altre Renzi, altre Laura Puppato (oppure, perché no, Vendola), altre ancora che non si sono schierate, e lo stesso ho visto fare a persone che stimo meno, e delle cui motivazioni ho imparato a diffidare. Questo mi fa pensare che la ragione non stia tutta da una parte, e nemmeno il torto. Al contrario non penso, a dirla tutta, che si tratti semplicemente di uno scontro tra chi vuole il cambiamento e chi vuole la conservazione, e sono fermamente convinto che si possa legittimamente eccepire su cosa (e come) cambiare, e su cosa conservare, trovarsi in disaccordo e per questo, fortunatamente, scegliere liberamente e diversamente. Magari senza prendersi troppo per i capelli, aldilà di una sana e anche vivace dialettica. Perché lo scenario peggiore, al 3 dicembre, sarebbe quello di ritrovarsi con un Pd diviso tra bersaniani e renziani, nomi diversi per una pratica correntizia esattamente uguale a prima.
E la pratica è questa: dividersi spazi e posti non in base al merito, ma in base all’appartenenza. Sostenere, candidare, nominare, promuovere, far occupare un ruolo a qualcuno semplicemente perché tanto spetta, e tanto si deve ottenere per la propria parte. Dopo le primarie per la scelta del candidato premier, stante il Porcellum, si dovranno scegliere i candidati al parlamento, e a questo punto sarebbe un delitto capitale non farli scegliere dai cittadini, con le primarie: sarebbe di conseguenza un gigantesco passo indietro vedere rinnovatori mettere da parte ciò che è giusto e ciò per cui fino a ieri si sono battuti, per andare a sostegno di improbabili e ormai impresentabili vecchi arnesi, compattamente schierati contro altri rinnovatori teoricamente più vicini, ma in effetti divisi in base al fatto che qualcuno ha sostenuto Bersani e qualcuno Renzi.
Se va così – e se lo scrivo è perché le avvisaglie ci sono, e perché la pratica è stata questa, da sempre – con questi chiari di luna, con l’astensionismo a mille, con la frammentazione che sappiamo, alle politiche del 2013 manderemo alla Camera e al Senato, a gestire tutto questo immane casino, parlamentari non sufficientemente diversi, non abbastanza, da quelli che purtroppo abbiamo ora, e al posto di quel cambiamento che comunque sarebbe stato lungo e difficile ci dovremo inevitabilmente preparare a vivere per molto tempo ancora nell’Italia in cui viviamo ora.
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Un post amaro, che purtroppo rispecchia la realtà del PD.
Senti un pò Paolo,
tra le dichiarazioni di Renzi a La Stampa e la Rosy Bindi di 8 1/2, non trovi una certa assonanza? Visto che Renzi ha dichiarato chiusa la fase della rottamazione, subito dopo la polemica con D’Alema; che i sondaggi danno Bersani di uno stacco di 11 punti su Renzi;che l’altra sera durante la trasmissione di Ballarò, la curva Twitter dei grandi elettori di Matteo era stranamente silente; che la Bindi ha gentilmente bacchettato Bersani sulle elezioni regionali e la legge elettorale in discussione; che Renzi ha definito linfa vitale la tradizione cattolico democratica del PD, non senti odore di alleanza catto-democratica/Renzi? Senza malizia eh!
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