20 APRILE 2012

Confessioni di un pesciolino d’acqua dolce

Il mio papà m’ha insegnato a odiare i teròni.
Ma quando mi guardavo allo specchio, vedevo questo capoccione di riccioli neri, e mi veniva di odiarmi da solo.
Allora mi sono tagliato i capelli, e ho imparato a odiare i negri.
Ho imparato a odiare i negri perché una volta sono stato fidanzato con una velina.
Lei a sua volta era stata fidanzata con un negro, un calciatore.
Quando facevamo l’amore, mi restava sempre il dubbio: ero più bravo io o il negro?
Così, una volta, gliel’ho chiesto.
Lei, ridendo, ha risposto che il negro fare amore lungo lungo.
E il negro è lungo lungo in tutto, ha aggiunto.
Così, l’ho lasciata, e siccome il negro era un calciatore ho chiesto al mio papà se potevo fare il calciatore.
Il mio papà mi ha mollato uno schiaffone.
Il mio papà mi ha dato molti schiaffoni, da quando sono nato, ma lo ha fatto per il mio bene.
Il mio papà è un uomo importante, ha inventato una nazione.
Allora, per renderlo orgoglioso, sono diventato team manager della squadra di calcio della nazione inventata da mio padre.
Ho pure vinto il mondiale delle nazioni inventate, con quella squadra.
Dovessi campare cent’anni, in tutta la mia vita non riuscirò mai più a fare una cosa così importante.
Così, ho realizzato il mio sogno, sono entrato nel mondo del calcio. Per un po’.
Ora è tutto finito, ma mi piaceva stare con i giocatori.
Lo spirito di squadra, lo spogliatoio.
Tutti quei ragazzoni atletici, muscolosi. Sudati.
Che fanno la doccia tutti insieme.

  1. Dove l’hai trovata la foto di una manona che dà uno schiaffo a un avannotto di trota? ;)

    Francesco
  2. poeta del terzo millenio

  3. che kativeria! Povero trota

    silbi