Da Genova, mi dicono che la campagna a sindaco di Marco Doria stia andando bene: ha preso un po’ di ragazzi in gamba che lavorano sodo, è migliorato il suo modo di presentarsi, insomma c’è un mood promettente e anche i militanti del Pd si stanno dando un gran daffare.
Sui giornali nazionali che se ne stanno occupando, invece, le prossime elezioni genovesi vengono descritte più o meno con i toni e gli argomenti che usa il Fatto in questo pezzo:
L’Italia dei Valori non ha mai digerito il candidato appoggiato da Sel, minacciando fino all’ultimo una corsa in solitaria, come già accaduto a Napoli e Palermo. Mentre i cattolici avrebbero preferito continuare con l’alleanza con l’Udc che va avanti da un paio d’anni a livello provinciale e regionale.
Ancora:
(…) Alessandro Repetto: presidente uscente della provincia, sarà l’ultimo eletto a suffragio diretto. Iscritto al Partito Democratico, ha sostenuto la senatrice Roberta Pinotti alle primarie. Ma da allora è rimasto defilato, in completo silenzio. All’età di 72 anni, preferirebbe tornare dove ha lavorato per tutta una vita. Alla Fondazione Carige.
E inoltre:
(…) ultima, ma non per valore, Simonetta Saveri. Ex membro del Pdl, di stretta osservanza scajoliana, l’anno scorso ha fondato “Primavera Politica” per seguire “le ripetute sollecitazioni del Beato Giovanni Paolo II e del Santo Padre Benedetto XVI a impegnarsi nella cosiddetta carità politica, a favore del bene comune”. Ma non è da sola in questa impresa. Ad appoggiarla c’è l’ex vicepresidente della prima giunta regionale di Burlando, Massimiliano Costa, ormai sul punto di uscire dal Pd, dove non è stato ricandidato per le scorse regionali.
Letto? Bene: io ci capisco poco, ma mi chiedo se davvero tutto questo politicismo ombelicale, curiale e poltronifero interessi anche solo vagamente ai genovesi. Lungi da me distrarre da fondamentali occupazioni chi ne sa di più, segnalo solo che il candidato Doria, uscito da primarie così criticate e controverse, al momento è dato vincente, al primo turno.
Per dire, eh?
se la politica è ridotta come è ridotta, è anche perché i media spesso offrono il “palcoscenico” ideale a quello che chiamiamo “il teatrino della politica”, alimentandolo. E’ più facile per giornali e tv parlare di fazioni, rilvalità, alleanze. piuttosto di problemi e di programmi.
Peccato che la politica si quest’ultima cosa, e non i mal di pancia e le dichirazioni a vanvera di questo o quell’esponente.