Mentre, sul treno che mi riporta a casa, mi leggo la pioggia di agenzie (tre) generate dalla formidabile riunione pidina di giovani e proditorie menti (anzi no, Prodi non si può che è vecchio, pfui) a cui ho avuto il privilegio di assistere oggi a Pesaro, mi scrive un amico chiedendomi: «Oltre a Zingaretti è successo qualcosa di importante?»
Ma niente, volevamo cospargere Fassina di pece e piume per poi farlo correre su e giù per la riviera adriatica, ma abbiamo pensato che qualcuno gli avrebbe sparato scambiandolo per un’oca spropositata.
Ehi, aspetta un momento… era una grande idea!
Scherzi a parte, tutto mi sarei aspettato dalla vita tranne che vedere i più o meno giovani dalemiani – ripeto: i dalemiani, anzi, i dalemini – emanciparsi dal capo fino a chiedere (rullo di tamburi) le primarie aperte per la scelta dei parlamentari (!), il ricambio generazionale (!!), e nientepopodimenoché il pensionamento della “classe dirigente del 1996″ (!!!). Sublime, vederli correre sul tapis-roulant della logica come criceti impazziti, anzi, come orwelliani maiali e dobermann, tanto simili al padrone da sostenere i primi che anche chi è ligio al partito può metterne in discussione la classe dirigente, e i secondi che chi mette in discussione la classe dirigente non è davvero ligio al partito, aggiungendo così ai tanti assurdi commi che regolano il Pd quello che in effetti è il più azzeccato di tutti. E poterne sghignazzare, di tutti loro, oh sì, lanciandosi sguardi d’intesa con altri complici da un lato all’altro della sala e pensando mo’ sono cazzi vostri, belli di papà.
Gesùccristo, è stato fantastico.
Eeehh, sono più giovane di te, ma a me hanno raccontato la storia dei giovani berlinguerini, che a suo tempo, vent’anni, fa iniziarono a emanciparsi, scoprendo e cianciando di maggioritario per scegliere i parlamentari, unico metodo per un vero ricambio generazionale nel partito…
guarda caso i nuovi giovani piroettai, o “criceti impazziti”, ora si chiamano proprio d’alemini…
morale della favola: più che sghignazzare bisogna muovere il culo, o questi criceti impazziti, sentito il momento, ci mettono poco a prendere il sopravvento…
con simpatia
D’Alema a Torino ha detto che non c’è bisogno di sgomitare e che ci vuole un dialogo generazionale rispettoso. Condivido.
E se lo dice lui c’è da fidarsi.
Io sono per mandarli tutti a quel paese, altro che dialogo rispettoso! Rispetto per chi ci ha mandato con il culo per terra? Le responsabilità della situazione in cui viviamo no nè solo del centro destra, è di un’intera classe dirigente che ha fallito e che non lo ha ancora capito, anzi, lo ha capito, ma se ne infischia! Se c’è una cosa che inizia a starmi un po’ stretta è questo mantra del: ” Non è solo una questione generazionale!”. Invece sì, è una questione generazionale e, anziché nasconderla, dobbiamo gridarla a gran voce! Bersani è una brava persona, un politico competente, devo dire, in tutta sincerità, che è andato oltre le mie aspettative nella guida del Pd, ma non ha, secondo me, la capacità di disegnare un futuro per l’Italia e le nuove generazioni. Un conto è dire, c’è una nuova classe dirigente che, avvalendosi di importanti di uomini di spessore e di esperienza, si candidano ad essere gruppo dirigente, altro è dire che un gruppo dirigente si ricandida a governare il paese avvalendosi di giovani di qualità agevolando il cambiamento. Io sono per la prima affermazione e non mi interessa nulla se per questo sono additato come un tagliatore di teste. Bisogna farsi avanti, avere il coraggio di sfidarli sia dal punto di vista delle idee che della leadership. Quello che noto è che la nostra generazione è senza palle, che non abbiamo il coraggio di prenderci delle responsabilità! Per me la colpa della gerontocrazia di questo paese non è solo ascrivibile ai “vecchi” che non vogliono mollare, ma anche ai “giovani” che non hanno il coraggio di metterci la faccia, di rischiare il proprio culo! Per la maggioranza, è meglio aspettare che gli altri ci dicano che siamo pronti, in modo da essere accompagnati nel percorso, che rischiare di fallire mettendoci la faccia. Siamo una generazione, quella a cavallo tra i trenta e i quaranta, che è cresciuta con le sicurezze degli anni ottanta e dei primi anni novanta e che non ha avuto le necessità di battersi perché ci sembrava tutto conquistabile, bastava avere pazienza. Oggi, siamo ancora convinti che sia un momento di crisi, ma che poi le cose si rimetteranno nel giusto binario. No, il mondo che abbiamo conosciuto nella nostra infanzia, nella nostra adolescenza e negli anni dell’università, non ci sarà più. Spero nelle generazioni dopo di noi che stanno crescendo, fin da piccoli, nella consapevolezza che le cose per loro saranno dure e che dovranno incazzarsi e scendere in piazza per cambiare le cose, che dovranno “uccidere” questo sistema se vorranno cambiare qualcosa. In Italia siamo ancora in letargo, ma non dovremo aspettare molto perché ci sono intere generazioni che sono out, fuori da ogni sistema di protezione, da ogni possibilità di avere un futuro! Basta con queste cazzate del non è una questione generazionale….porca di quella p. Scusate lo sfogo, ma non ce la faccio più a sentire questo ritornello.
Eh Moreno, come ti capisco bene. Io osservavo ieri il segr.GD con Veltroni e pensavo esattamente le cose che tu hai scritto. https://www.facebook.com/fabianpavel.fonovich/posts/214849235240269?ref=notif¬if_t=like&refid=0
forse sono stato troppo sintetico. d’alema parlava a torino alla festa nazionale dei gd. la mia impressione, che mi ha fatto mettere in relazione l’intervento con il post di paolo, è stata che per quanto implicitamente rivolto anche ai rottamatori, fosse rivolto soprattutto ai presenti. sia per i toni tenui e un po’ paterni, ma non proprio paternalistici, sia per il riferimento a stefano fassina. insomma, io ho inteso che il messaggio rivolto ai gd fosse: non sgomitate (come i rottamatori, ma senza esplicitare e affondare la polemica) e prendete invece esempio da fassina (presentato come un loro bravo fratello maggiore). fine dell’esegesi, scusate, ma era solo per chiarire.
Andrea, c’è un equivoco: guarda che sono quelli come Fassina, che si stanno agitando, e lo testimonia quel che si è visto ieri a Pesaro (a cui secondo me D’Alema si riferiva, perché nel partito la rivolta dei giovani turchi è stata discussa eccome, tant’è che gli hanno negato uno spazio interno alla Festa stessa); noi invece siamo tranquillissimi, è tutta roba che abbiamo già fatto, e fatta meglio, magari anche mettendoci dei contenuti che fossero un po’ più sofisticati di “vecchi cattivi/giovani buoni”, che poi è quel che abbiamo sentito, non credendo alle nostre orecchie, ieri. Infine ti porgo una notizia: i rottamatori non esistono più, non ti hanno avvisato?
non so cos’è successo ieri a pesaro tra i “giovani turchi”, so cos’è successo venerdì a torino con d’alema. sull’elogio a fassina è stato inquivoco, una vera sviolinata, peraltro meritata. sui rottamatori non so. so del divorzio renzi/civati, ma posso essermi perso chi si è tenuto la casa e gli alimenti, specie terminologici. comunque, non citato, penso che si riferisse a renzi.
Siamo poveri, non avevamo molto da spartirci (e la rottamazione, come concept, Renzi l’aveva registrata per se). Ci siamo tenuti la simpatia, a Matteo non serve, ne ha tanta di suo…
Quello che non sai, Andrea, e così colgo l’occasione per spiegarlo a tutti, è che i giovani turchi – ovvero, per chi non parla il pidese, i giovani fedeli alla dirigenza che governa il Pd – sono agitati. Iniziano a capire che il prossimo governo di csx non vedrà un ricambio, neppure un parziale affiancamento tra vecchia e nuova classe dirigente, ma che ripiegherà interamente sul Governo del 1996 (cosa detta, lo chiarisco, molto esplicitamente, ieri): che i soliti noti vogliono farsi un altro giro, e non hanno nessuna intenzione di cedere il passo come i più ottimisti (e fedeli) auspicavano. E quindi sono molto spaventati, immagino a ragione, perché a differenza di noi loro con Bersani e D’Alema ci parlano tutti i giorni, quindi le loro non sono sensaziuoni, come le nostre, sono informazioni. Certe. Hanno fatto i nipoti che assecondano il nonno ricco ma insopportabile per esser citati nel testamento, solo per rendersi conto che non saranno citati, non c’è nessun testamento, e che il nonno rischia di campare altri cento anni. E si sono cagati sotto, scompostamente. Uno spettacolo orribile, ma anche divertente. Persino tenero, poveretti.
Da una parte mi fa incazzare, dall’altra mi fa pensare. Mi spiego. La prima impressione che ho avuto alla notizia di questo evento organizzato alla festa di Pesaro, tra l’altro nemmeno presente sul programma che è stato chiuso all’ultimo, è quella che ha scritto e ha “sentito” Paolo. Io, sono però più infido e bastardo, e credo che se da una parte c’è qualche preoccupazione in loro per il fatto che si sentono come dei nipotini traditi, dall’altra potrebbe trattarsi di una strategia volta a richiamare su di loro l’attenzione dei media e farli apparire i “veri” giovani del Pd che alla fine, senza tanti problemi, si accomoderanno ancora tranquillamente dietro ai soliti noti per il bene della ditta e del paese, in attesa ancora una volta del proprio turno e serviranno ai D’Alema & C. per dimostrare che la parte sana del partito è con loro, che è così che ci si confronta, con rispetto! Detto ciò, bisogna andare a vedere le carte.
”quelli del 96″ – si potrebbe (dovrebbe) scrivere un vademecum per Prossimaitalia su questo tema, forse. Giusto per informare. Il problema è che i gt turchi-orfinici (parlo in pidese) non faranno mai alcuna ‘alleanza’ con nessuno (che non sia simile a loro) per far fuori “quelli del 96″. Nessuno o quasi. Aspetteranno piuttosto fino alla morte (politica) che rivoltarsi contro i ‘padri’ (padrini). Sono stati formati così, e ad una buona fetta può anche convenire. Detto questo, l’ottobre sarà un mese di spartiacque. Meglio prepararsi. Direi scientificamente.