La nuova, illuminante posizione-non-posizione del paraculo-non-paraculo Pierferdinando Casini. Prima aveva detto che il bipolarismo è fallito, e che il terzo polo ai ballottaggi non avrebbe appoggiato né Moratti né Pisapia, né Lettieri né De Magistris. Poi, mentre a Macerata si è alleato col Pd, secondo lo schema che piace tanto al genio-non-genio Massimo D'Alema, a Vercelli si è alleato col Pdl mostrando tutta la sua affidabilità di alleato-non-alleato.
Ora, sui referendum, ha brillantemente trovato la quadra per uscire dall'imbarazzo della scelta obbligata tra sì e no. Sì sulla giustizia, no sull'acqua, e una formidabile proposta di riforma referendaria per il nucleare: il forse.
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Casini, nomen omen…
Lungi da me gli ingenui trionfalismi e il tormentone "la sinistra unita vince".
Pisapia al primo turno ha raccolto meno voti di Ferrante, in tabnte zone, come le strategiche Gallarate (Va) e Cento (Fe), al ballottaggio i candidati di Lega e Pdl hanno raccolto meno della maggioritaria quota raggiunta al primo turno (che li ha condannati alla sconfitta).
Sarà cambiato il vento, non l'orientamento del'elettorato: ma una cosa dovremmo averla definitivamente capita.
Per fare politica, per essere credibili, servono perlomeno:
1) sintesi (capo carismatico e qualche idea forte per connotarsi di fronte all'elettorato);
2) una 'piattaforma', pessimo semantema che altro non vuol dire che uno straccio di bignami condiviso, di orizzonte percepibile.
Le esperienze con Bertinotti nel 1998 e i vari estremisti di centro (Mastella e Dini) nel 2006 non sono forse bastate?
In realtà ha lasciato libertà di scelta tra il "forse" e il "dipende".
Non ha detto la parola "famiglia"? Non ci credo.
La strategia delineanda
andrà ad arricchirsi e completarsi grazie
alle linee guida:
"mah!", "bah!", "boh?", "uhmmm", "ehhh", "uhm già"
ci può campare ancora per anni….
A.