Alzo le mani, non sparate. Non fatemi fare la fine di Osama. Neppure io sarei arrivato a tanto. In effetti, chi potrebbe, a parte Giuliano Ferrara? Certo, è pazzesco.
Con tutto il male che si può dire di Beppe Grillo, del suo messaggio, del fanatismo di quelli che sono più in vista nel suo Movimento (incagabili, esattamente come quelli di qualsiasi altro partito, e ne ho scritto tante volte): c’è un altro modo di vedere questa faccenda, c’è un’altra versione?
Prendiamo quel 5 per cento di milanesi che, secondo i sondaggi, tra otto giorni, si prenderà il disturbo di andare fino al seggio per mettere una croce su quel simbolo. Chi sono? Non solo, ma soprattutto giovani.
Perché votano la lista del buffone? Boh, probabilmente per tanti motivi. Uno di questi facile da indovinare: perché sono stufi di cosa questa politica, sotto tutte le latitudini – tutte – ha fatto al loro Paese. Che poi sarebbe il nostro, il nostro Paese. E in questo non hanno torto, onestamente. Cosa vogliono?
Vogliono una politica, appunto, più sobria. E ci mancherebbe, sacrosanto.
Vogliono più rispetto per l’ambiente. Giusto, anche questo.
Credono nel web come strumento di democrazia e libertà, anzi arrivano a definirlo un diritto fondamentale. Ok.
Vogliono un po’ di pannelli solari sui tetti, e un po’ meno affari mischiati alla cosa pubblica. Tutto sommato roba semplice, non è chissà che. Sono cose che dovremmo volere tutti.
La domanda è: perché non accontentarli? Non dico accontentare Grillo, chissenefrega di Grillo. Parlo di accontentare queste giuste, semplici, davvero banalissime richieste.
Certo, non sono gratis. Bisogna far pulizia nel Paese, che è un’impresa disumana, iniziando a far pulizia nel proprio partito, che è persino più complicato. Bisogna dire qualche no a qualche palazzinaro. A qualche potere forte. Già. Bisogna scrostare una classe dirigente che si è attaccata al suo posto come una cozza allo scoglio, e che come tutte le cozze prolifera in mari inquinati.
Poi bisogna dare a queste idee gambe, rappresentanza politica, concreta. Bisogna parlare un altro linguaggio, per iniziare, e creare uno spazio, anche piccolo, per chi è in grado di parlarlo: candidare persone diverse, facce diverse, facce nuove, portatori di esperienze esemplari. Qualche ragazzino sveglio, ma non di quelli che sono una riproduzione in sedicesimo dei leader che li hanno scelti. No, ragazzi veri, che siano capaci e liberi di fare quel che ci si aspetta da loro: essere se stessi, e non una brutta copia dell’esistente. Altrimenti non serve a niente. Ma tanto non succede: qualcuno che da tempo lo fa presente ci sarebbe ma, come sapete, è un appello che cade sempre nel vuoto.
Peccato, perché invece bisognerebbe parlarci, con questi ragazzini, salvarli da Beppe Grillo, da loro stessi, dall’abisso del qualunquismo, e trovare qualcuno che sia in grado di farsi capire da tutti loro: qualcuno che sia esattamente come loro. Che è difficile, ma comunque più sensato che non cercare di parlare con Fini, o con Casini. Anche perché: dimmi con chi parli, e ti dirò chi sei.
Vale la pena, lo sforzo? Non so, fate voi. A Milano – che è Milano – vale la poltrona di sindaco. Di questi tempi non è poco.
Ps: per una coincidenza fortunosa – ma non così sorprendente – direi che alla luce di quanto successo ieri la tesi di questo post (e il commento di Ferrara da cui nasceva, pure), si rafforza non poco.
Giuliano ferrara è morto, ma non lo sa.
La russa è una figura fisicamente orribile, ma non lo sa.
Certune sono troie e altri porci, ma non lo sanno.
Dai che ci dai, a cicchito gli puzza l’alito, ma non lo sa.
Berlusconi sa, ma nega tutto, in alcuni casi è puro spirito.
Questo governo aiuterebbe la crescita della mia insalata.
Conosco qualche sostenitore del movimento sviluppato da Grillo,
nello loro tesi commettono molti errori di carattere tecnico, nulla che non possa essere corretto e comunque in buona fede.
Penso che sia l’unica lista composta da persone capaci di cambiare la guida, senza interesse personale. Sono gli unici a parlare di conflitto d’interessi, di riduzione (con atti concreti) del costo del governo, di tempo determinato per la politica.
Se fossi a Milano, con tutto quello che i milanesi hanno dovuto vedere sia a destra che sinistra, voterei cinque stelle.
Fausto Fabiano
E faresti male.
Piuttosto che votare 5 stelle a Milano voterei Mangoni che è in lista cin Milly Moratti per Pisani. Se devo votare un comico, almeno che serva davvero a cambiare il governo della città che, lì ricordo a tutti, è in mano al centrodestra da quasi 20 anni. Non tiriamo in ballo chi non c’entra (almeno stavolta). Marco Barbierato
Maledetto Smartphone, Pisani = Pisapia. Marco B.
Dici?
Fausto Fabiano
Dico, dico.
Anche il qualunquismo deve avere un limite, non possiamo accettare sempre la stessa tiritera del “sono tutti uguali”.
E’ molto semplice, oltre che autoassolutorio.
L’inidgnazione è la molla della contestazione. Senza agire e scegliere, tutto muore lì.
E a chi dice che non può cambiare niente beh…queli come me sono la prova vivente del contrario. Se mai si prova, mai niente cambia.
A Milano c’è una sola vera via per cambiare lo status attuale, che si chiama “Letizia Moratti” o “centrodestra” : dire che è tutto un magna magna ci riconsegnerà, il 16 maggio o due settimane dopo, la stessa minestra.
Marco Barbierato.
Ma dai Marco, tutto è confuso, su facebook sostieni il peggiore dei magna magna e non lo sai. Hai bisogno di qualche informazione in più!
Fausto Fabiano
Mi prendo il lusso si relicare un’ultima volta, per non trasformare questo in un dialogo a due (Popolino mi perdoni).
Lo status quo non mi piaceva, nel 2008: ho scelto una casa, un’idea e uno scopo. Ho iniziato a lavorare (non limitandomi a parlare e alla critica da bar), ho creduto opportuno operare in concreto dentro una delle “scatole-partito”. Quella che sulla carta aveva le potenzialità più promettenti. Credo le abbia ancora, a scapito di quel che molti perfino al suo interno dicono o pensano.
Non mi pento e continuo. Non mi accontento di dire che “tutto va male, tutto è confuso, tutto è sporco”. Faccio qualcosa al riguardo. Da solo è ben difficile, ma non sono da solo per fortuna…certo che se quelli che si limitano alla critica anarcoide della società decidessero di impegnarsi, allora davvero combineremmo qualcosa. Da parte mia, ci devo mettere la voglia e la capacità di appassionare, coinvolgere, attrarre; poi però serve gente che metta impegno, braccia, azione. Altrimenti, restiamo quì a contarcela in omnia saecula saeculorum e ci teniamo i “signori” che abbiamo.
Con amicizia.
Marco B.
Allora siamo d’accordo:
- Una seria legge sul conflitto d’interessi
- Una nuova legge elettorale.
- Una legge che definisca il mandato elettorale a termine.
- Una concreta riduzione degli stipendi e del numero dei governanti.
Se il PD mette nel suo programma questo, avrà il mio voto.
Fausto Fabiano