Aveva ragione la Gelmini. Nel senso, niente nuovi tagli alla scuola. Alla fine l’intera faccenda non è vera. Ripeto, non è vera, fatevene una ragione.
Però questo non lo sapeva, la Gelmini. Non sapeva di aver ragione, e in trasmissione si è visto benissimo, perché ha reagito come se fosse nel torto. Imbarazzo.
Allora, un sacco di italiani, ne avranno ricavato due impressioni: che la Gelmini non è preparata, e che ci saranno nuovi tagli alla scuola.
Solo che: la prima cosa è vera, la seconda no.
Però – scusate – allora neanche Letta, che ha sostenuto il contrario, è preparato. Chissà se gli spettatori di Ballarò se ne sono resi conto.
Letta non sapeva, ad esempio, che parte di quei tagli li ha approvati lui, ai tempi del Governo Prodi Bis.
Vorremmo tutti dimenticarcelo, il Governo Prodi Bis, ma questa non è una giustificazione. Letta è pagato per ricordarselo.
Comunque, quel sacco di italiani e spettatori di Ballarò, molti dei quali evidentemente di sinistra, da tre giorni scrivono su Facebook che la Gelmini non sapeva dei tagli alla scuola, che Tremonti glieli ha fatti a sua insaputa perché tanto la ministra non conta una fava e non capisce una cippa.
Nel farlo, nello scrivere su Facebook, la chiamano Mary Star, che immagino sia un livello di perculaggine tutto sommato accettabile, anche se non particolarmente brillante.
E quelli che non stanno su Facebook, immagino, lo avranno raccontato al collega d’ufficio: “Ehi, hai visto la Gelmini?” Imbarazzo (per lei), scandalo, e signora mia dove andremo a finire.
Però nessuno di loro, tra quelli che ho letto, penso che ora correrà a rettificare. E forse nessuno prenderà quindi a lamentarsi di quanto è impreparato Letta, magari chiamandolo Letta-Letta Jr.
Nessuno, inoltre, credo si lamenterà della poca prontezza di Floris, e in generale di tutti i presenti.
Quel documento, tra l’altro, è solo una relazione, non ha vincoli di spesa e infatti nessuno lo conosceva, nessuno l’ha neppure votato, per dire. E un giornalista dovrebbe saperle, ‘ste cose. E’ pagato, per saperle, e tutti noi lo ascoltiamo proprio perché supponiamo che le sappia, e che ce le spieghi.
A nessuno pare importare neppure che, banalmente, un sacco di quegli italiani di cui sopra e che hanno con l’informazione un rapporto più superficiale, sapranno mai come stanno davvero le cose, resteranno all’impressione che si sono fatti durante la puntata e vivranno in base alla convinzione che siano in vista nuovi tagli alla scuola. Gente non necessariamente stupida, intendiamoci: solo meno attenta, o con meno tempo da dedicare a queste cose. Sono la maggior parte, sapete.
In base alla percezione sbagliata e alterata di quella serata, magari, voteranno. Bene – penserà qualcuno – perché voteranno a sinistra. Ennò, primo perché non è detto – c’è gente che stappa la bottiglia buona, quando sente di tagli alla scuola – secondo perché una cosa falsa è una cosa falsa è una cosa falsa. E basta. Non serve a costruire cittadini consapevoli: e noi li vogliamo, i cittadini consapevoli, vero?
Resta che la Gelmini è una con poco, pochissimo spessore. Letta? Floris? Fate voi, fatevi un esame di coscienza.
Alla fine, il bottino di quella serata sembrerebbe comunque ghiotto: la Gelmini ne è uscita con le ossa rotte. Letta se l’è cavata senza farsi notare, cosa in cui è braverrimo. Del dovere di imparzialità di Floris, evidentemente, è una cosa che davvero non frega a nessuno. Sulle competenze di tutti, un velo pietoso.
Tutto bene, quindi?
No, tutto male. Per via di quella faccenda, avete presente, dell’essere nel giusto, dire la verità, fare le cose per bene, essere migliori dei propri avversari. Poi perché i nuovi tagli alla scuola sono e restano una panzana. E dovrebbe essere questo, il dannato punto, no?
Pare di no.
Io lo dico, ragazzi, così non si va da nessuna parte.
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Concordo con te Paolo, è ESATTAMENTE il mio punto di vista.
E’ triste ammetterlo, ha ragione la Gelmini (senza saperlo, peraltro). E mi dispiace che Repubblica ponga la questione in altri termini: è vergognosa disinformazione.
In questa situazione, se c’è qualcuno che non sa qualcosa è proprio Letta, che ha fatto fare al PD l’ennesima sonora figuraccia. Non sa infatti leggere le tabelle di programmazione triennale, e probabilmente non sa cosa significa il termine “minori spese”. E l’idea che uno come Letta, ignorante allo stesso livello della classe politica di centro destra, sarà un deputato del partito che voglio votare, mi fa cadere le braccia.
Non si tratta di tagli, bensì di previsioni di riduzione di spesa in seguito ai tagli già effettuati, rispetto al 2008.
Se questa è la linea che il PD vuole adottare per arrivare alle prossime elezioni, stiamo proprio sbagliando strada.
Più che fare quel ridicolo coup de theatre, forse Letta avrebbe potuto sottolineare la necessità di indagare la qualità di questi tagli, incalzare la Gelmini riguardo a come è stata prevista la riqualificazione e ricollocazione sul mercato …del lavoro di tutti quegli insegnanti “tagliati”; su come saranno previste le graduatorie, che fine farà la terza fascia. Oppure, se proprio voleva fare l’”arrigapopolo” (che tra l’altro a Letta nemmeno riesce bene) concentrarsi sul blocco della ricerca all’università, la totale paralisi che ha bloccato il sistema universitario, la necessità di firmare i decreti attuativi invece di pensare ai processi di Berlusconi, ect.
Bisognava dire che il ministero presieduto dalla Gelmini ha emesso una circolare per sbloccare la paralisi degli assegni di ricerca (che senza decreto attuativo non possono partire perchè non è stato stabilito l’importo minimo) chiedendo agli atenei di stipulare contratti di ricerca in deroga rispetto alla legge fatta da loro!!!
Altro che quella cazzata dei tagli. Quella è demagogia spicciola. Lasciamola a Berlusconi e la sua cricca. E troviamo il coraggio, nel PD, di mandare a casa questa classe dirigente incompetente e strabollita. Per rilanciare il partito e ridare voce ad una vera sinistra riformista, fatta di gente preparata e non questi professionisti della sconfitta.
Per la serie: ricostruire il senso delle cose. Impresa disperata, è tutto molto compromesso.
Premetto: io non ho visto Ballarò martedì e non ho neppure guardato gli spezzoni su internet. Mi viene l’orticaria solo a vederla, la Gelmini. E pure Letta non è che mi entusiasmi.
Quindi per me il punto non è il documento citato ma la cosiddetta “riforma Gelmini” entrata in vigore nel 2008 che, su base triennale, sta producendo danni enormi. I tagli sono lineari e colpiscono tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alle medie superiori.
Per fare qualche esempio i tagli per l’anno scolastico 2011-2012 nella sola provincia di Biella prevederanno la diminuzione di 48 insegnanti di scuola primaria nell’organico di diritto.
Ci sono decine di insegnanti di ruolo che hanno perso la cattedra e vagheranno per la provincia, evidentemente sottraendo i già pochissimi posti disponibili per gli incarichi annuali dei precari che – vorrei ricordarlo – tra personale docente e non docente hanno raggiunto i 150 mila in Italia e la cui sorte è sempre più incerta o peggio, è chiaramente fuori dalla scuola.
Non so se si tratta di “riflesso pavloviano” – essendo io un insegnante – ma un post così costruito su un dettaglio tecnico sbagliato che però evidenzia un dato assolutamente corretto – i tagli ci sono e sono pesantissimi -, butta in caciara un tema che per quanto mi riguarda è il tema.
Non è un caso che ciclicamente Berlusconi lanci le sue sparate contro la scuola pubblica e i suoi insegnanti.
Nella nostra provincia abbiamo scongiurato una pluriclasse a Vaglio (che grazie ai tagli andrà ad esaurimento) e intanto Bioglio chiuderà. E vedrete che la lista è appena iniziata.
A me non frega nulla di Letta e di Floris, se però si ripete un concetto – innegabile – ovvero che la scuola la stanno demolendo pezzo per pezzo allora che la Gelmini abbia collezionato una figura di merda senza motivo, a me non può che far piacere.
Se poi vogliamo parlare di come si riforma la scuola, come si aggiornano gli insegnanti, come si ammodernano le strutture facciamo pure. Ma per fare tutto questo si investono risorse e non si tagliano. E questo, vi assicuro, alla “gente” che vive la scuola attraverso figli, nipoti, parenti comincia ad essere tremendamente chiaro.
rp
Non è un dettaglio tecnico, è disinformazione. E per combattere gli errori della riforma che qui nessuno ha messo in discussione – anche perché non è questo il tema, mi pareva chiaro – per prima cosa bisogna dare informazioni corrette e dire la verità. Bisogna comportarsi bene, e fare le cose nel modo giusto. Tra l’altro, la realtà dei fatti nudi e crudi è già abbastanza penosa senza che vi sia bisogno di far piazzate per farla apparire peggiore, magari col rischio di sentirsi dire che lo si fa strumentalmente.
A te può non fregare nulla di tutto questo, e ti può far piacere che sia andata come è andata, ma se permetti io al contrario sono convinto che alla lunga questo non giovi né alla tua posizione né al bene comune.
Dopodiché, anche se ovviamente sei libero di fare come ti pare, fossi in te prima di intervenire su una discussione che ha come centro non quello che dici tu, ma quello che dopotutto la discussione stessa riporta, almeno mi guarderei le pezze di cui si parla.
Anche perché, se avessi visto quella specie di insensato circo, forse un dubbio ti sarebbe venuto, sul reale giovamento di questo stato del dibattito; e il suo esito ti avrebbe fatto un po’ meno piacere, poiché magari avresti colto come ho fatto io che l’esito non è stato esattamente quello che pareva essere in quel momento e sull’onda dell’emotività.
Stiamo scherzando??? Paolo ha ragione da vendere, andare in tivù a sparare palle anche se a fin di bene autorizza tutti a fare lo stesso. Quando Tremonti si presenta coi suoi dati bislacchi vorrei che il politico seduto dall’altra parte che mi rappresenta possa dirgli che è un buffone senza che l’altro possa potergli rispondere “anche tu”, in virtù del fatto che a parti invertite capita la stessa cosa. La reponsabilità di Floris è ancora più grave, perché quando serve, visto che dopotutto i politici sono di parte e quello fa parte del loro mestiere, non c’è mai un giornalista in grado di dire: fermi tutti, questa cosa è falsa e quest’altra è vera. Come cazzo si può pretendere che tollerando questo genere di cose gli italiani imparino a distinguere cosa è meglio per loro?
Nel tuo post hai scritto dei tagli operati dalla Gelmini in questi anni? No.
Facciamo il caso che io venga per la prima volta su questo sito e legga solo questo post, qual è la sintesi che ne traggo?
Io queste domande me le sarei poste prima di scrivere con fare perentorio: “Poi perché i tagli alla scuola sono e restano una panzana. E dovrebbe essere questo, il dannato punto, no?”
Ecco per me il punto è che i tagli ci sono e anche gli effetti. E scopriremo se anche per il futuro si tratterà di panzane o di realtà.
rp
Ho aggiunto la parolina “nuovi” alla frase che riporti, così non c’è più rischio di confondersi. Colpa mia, pensavo fosse sufficiente esser chiari per il lettore medio, e invece dovevo preoccuparmi di quello più cretino.
Paolo, non mi sembra un delitto definire “mary star” (copyright Litizzetto) e succube di ciò che le dice o non le dice Tremonti una signora che fa il ministro dell’istruzione e non sa nulla o quasi di ciò che le viene imputato ( a torto e anche, se fosse stato così, a ragione).
E poi, se non ci sono tagli nuovi alla scuola, le conseguenze di quelli già attuati bruciano sulla pelle di tutti coloro che ci lavorano o che ne usufruiscono come utenti. Che il piano di “risparmi” fosse triennale anche – e soprattutto – il più disperato dei precari lo sa. Letta evidentemente no.
Repubblica fa il suo gioco, da tempo sappiamo entrambi in che direzione. Qualche volta ci piace, altre no.
Se Letta e Floris non sanno fare il loro mestiere mi dispiace perché li paghiamo noi; ma, se permetti, mi dispiace di più avere un ministro che non si rende conto di quanto la sua ignoranza non solo delle minori spese (da chiunque programmate…) ma soprattutto delle loro conseguenze incida sull’ efficienza e sull’efficacia di quel servizio pubblico a cui deve dare gli indirizzi politici.
Emanuela Verzella
Emanuela, quando due uomini sui cento chili decidono di darsele possono scegliere di rotolarsi nel fango staccandosi le palle a morsi, nel qual caso non è uno spettacolo particolarmente edificante per nessuno cui capiti di guardarli, oppure possono scegliere di prevalere l’uno sull’altro indossando i guantoni, salendo sul ring, e mantenendo la loro lotta dentro una serie di regole, cosa che diventa improvvisamente molto più nobile e interessante da guardare, per alcuni persino edificante. La capacità dei duellanti di non cedere alla tentazione di esser scorretti pur nell’ansia di vincere, e quella degli spettatori di non perdere il controllo al primo schizzo di sangue, è una necessità basilare che serve a mantenere un minimo di umana civiltà, e di cui avevano sentito il bisogno per distinguerci dalle bestie alcuni non proprio vicinissimi a noi, ovvero gli antichi greci.
Continuare a parlare dei tagli alla scuola come se fosse quello, il punto, e come se qui si fosse messo in discussione quanto era negativo quel piano di riforme e smantellamento, significa farmi un torto personale – e vabbè, ma mi pare un’enormità – ma significa anche non rendersi conto di quanto sia pericoloso, ormai in via piuttosto definitiva, lasciarsi andare a questo preoccupante imbarbarimento del dibattito e a questo modo sistematico di violentare le regole pur di prevalere e tenere il punto. Significa non capire che – posto che davvero giocare la partita così aiuti a vincerla, e al momento non pare davvero – giocare senza regole significa corrompere e di brutto il senso stesso dell’eventuale vittoria: perché penso si possa essere d’accordo, che battere la destra non sarebbe d’aiuto, se poi ci si ritrovasse in un Paese di stronzi che non hanno alcun amore per la differenza tra la verità e la menzogna.
Che poi – ma è una mia opinione – è uno dei motivi per cui questo Paese è così tristemente fottuto, forse più grave dei tagli stessi e dei figuri che li hanno determinati. Quelli si possono cancellare, quelli passano: cambiare la testa della gente e riportare un po’ di criterio e di capacità di distinguere invece potrebbe rivelarsi più complesso, quando sarà il momento. E allora saranno cazzi.
Mah, non so, caro Paolo: continuo a pensare che scrivere un mio piccolissimo commento su fb in cui si dice che Gelmini è un poco tagliata fuori dai livelli medi di comprensione; aggiungere poi sul tuo blog che Letta e Floris si son dimostrati nell’occasione l’uno e l’altro incapaci di fare il loro mestiere (il politico serio e il giornalista indipendente), mentre Repubblica usa metodi che non sempre – come in questo caso – condivido; beh, dicevo, ho come l’impressione che stiamo proprio affermando gli stessi concetti.
Magari tu lo fai con maggior facondia da blogger e io no. Certo è che, per me, la malafede di alcuni non giustifica l’ignoranza di altri.
Per par condicio cercherò una frasetta divertente per inchiodare tutti i protagonisti alla croce come ho fatto con Gelmini. Letta-Letta jr. è proprio scarsina…
Beh, scherzi a parte, il punto è che l’onestà e la preparazione sono un dovere per tutti proprio perché in questi tempi berlusconiani trionfano disonestà e ignoranza.
Ho capito bene oppure no?
Ciao
Emy
Perfettamente.
semplicemente Popolino lo scrive un GIORNALISTA. Non uno stipendiato dai partiti, un partito politico mascherato, un ideologo con il patentino da pubblicista. Un giornalista che fa il suo dovere e si informa e che prova a credere nella forza della verità. Berlusconismo e Antiberlusconismo si rivelano, al contrario, il comune terreno di coltura, l’ideologismo e il la propaganda.
Bravo Paolo.
Ciao, Marco U.