Maradona

Sapete qual è il problema? Che non ce n'è, è troppo forte. E' come Maradona, puoi giocare a zona, marcarlo, pressarlo, menarlo, niente da fare: quello comunque zampa, e segna. Maradona la sera prima andava a mignotte, anche lui. Di più: fa l'amore alla sera, e al mattino fa la guerra. Guida la squadra, organizza la tifoseria, che le cose vadano bene o male se li tira tutti dietro. Va a processo, poi in piazza, e dalla piazza le piazza, nel sacco, ad ogni tiro. Gli avversari si spaccano la testa, perché non c'è verso e niente sembra funzionare, la gente invece applaude, lo odia ma lo ama, istericamente, pazzamente. Ed è una cosa che non smette di sorprendermi.
Sarà che è troppo bravo, o forse è come quei giocatori medi, nati però in una generazione di scarsoni, e quindi pare chissà che. In questi casi si dice che il sorteggio, con lui, è stato clemente: e quelli che si trova contro sono inguardabili, non si capisce cosa aspetti l'allenatore a metterli in panchina. Sarà che è scarso pure l'allenatore. Sarà che – oggettivamente – bara, truscia, trucca il gioco, e senza vergogna. Segna di mano e non solo – magari – compra l'arbitro, i guardalinee, pure la squadra avversaria, anzi a ben vedere lo stadio è suo. Oggi, infatti, ha detto che ci farà un campo da golf. Sarà che, nel bene e nel male, stasera son tutti lì a discuterne.