Sono passati solo pochi giorni dalla devastante eruzione del Vesuvio, uno tsunami di lava che ha spazzato via le tante case costruite lungo le sue pendici, arrivando con le sue lingue di fuoco fino ai quartieri più popolosi di Napoli.
Eppure, è straordinario osservare come questi italiani del Sud stiano reagendo alla catastrofe, animati da quello spirito millenario per cui sono noti in tutto il mondo.
Anche in mezzo alla tragedia, bimbi scalzi corrono allegri sui resti fumanti, circondando di vocianti capannelli i soccorritori ben lieti di sganciare qualche moneta per farsi lustrare le scarpe. Per i vicoli, tenuti insieme ormai solo dai fili dei panni stesi, quartetti di anziani proseguono gesticolando eterne partite a scopone, mentre donne formose portano sulla testa grandi ceste piene di mozzarelle ancheggiando maliziose, apparentemente indifferenti ai fischi degli uomini.
Radi gli episodi di sciacallaggio, anche se è comunque consigliabile non sfoggiare gioielli e orologi vistosi, così come è saggio girare al largo dagli scugnizzi che bruciano i semafori sfrecciando impilati a due e a tre sui loro scassati motorini. Sono i pro e i contro dell'arte d'arrangiarsi, resa immortale dai film di Vittorio De Sica, a cui si accompagna come sempre una grande devozione, quella con cui in tanti, quaggiù, pregano confidando nel prossimo miracolo di san Gennaro.
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Sinceramente non ho capito.
Questo è il meglio di Paolo, è un artista, non c'è nulla da capire, è come guardare un bel quadro.
Aspettiamo davanti alle librerie.
Fausto Fabiano
Credo che Pop si riferisca allo tsunami di luoghi comuni culturali con cui i media stanno raccontando il disastro giapponese in questi giorni. Senza dirlo esplicitamente, ma lasciando al lettore il compito di unire due puntini di numero: solo che, evidentemente, anche uno sforzo così piccolo, a volte, per alcuni è troppo.
Bravo Popolino leggo con piacere che hai superato la crisi di sconforto e sei ritornato alla grande . Complimenti
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