Ci sono momenti, nella Storia, in cui un uomo si carica sulle sue sole spalle il destino di un intero popolo, divenendone il simbolo. Il ragazzo davanti al carro armato in piazza Tien'anmen, Pietro Micca che si fa saltare in aria nel tunnel della Cittadella, Rosa Parks che rifiuta di cedere il suo posto sul bus a un uomo bianco. E, da oggi, Antonino Monteleone, giornalista di Exit che fa a Massimo D'Alema, una dietro l'altra e rifiutandosi di cedere, quelle domande che milioni di italiani – io tra quelli – aspettano di fargli da una vita.
Senza ottenere risposte, ovviamente: perché cosa volete che dica, D'Alema, a chi gli chiede perché – una domanda tra milioni – non è stata fatta una legge sul conflitto d'interessi? Niente, non importa quanto si ritiene di essere intelligenti, a certi quesiti non c'è risposta e sono destinati a rimanere inevasi.
I suoi modi, però, i suoi toni, i suoi sguardi che "se uno sguardo potesse uccidere", il suo essere ormai senza più remore il genere di persona e di essere umano che è – pur piacendo ad altri tipi con patologie relazionali tali da arrivare ad ammirare la sociopatia – bastano ed avanzano. Al saldo degli errori che tutti noi – tutti nessuno escluso – possiamo commettere nelle cose che facciamo e che diciamo, l'ira di dio (minuscolo, perchè di dio minore si tratta) registrata in questo documento di eccezionale valore segna la ragione incontrovertibile per cui comunque e a prescindere, i motivi del cambiamento sono sacrosanti.
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A proposito di sguardi che uccidono…
M.B.
è nel diritto del giornalista fare le domande tutte pre-orientate, in cui il tono – accusatorio – e il ritmo incalzante avevano già sancito le risposte prima che D'Alema le fornisse.
E' altrettanto diritto di D'Alema (in quanto intervistato, non in quanto dio) dare delle risposte e anche a me dispiacerebbe parlare senza nemmeno che mi sia dato il beneficio del dubbio. Se uno vuole, qualche risposta la trova.
Io trovo che D'Alema sia stato uno che ha vissuto con trasparenza le sue battaglie. Trovo che sia uno che ha sulla sua responsabilità grandi passi avanti e grandi limiti per la storia della sinistra italiana e del paese intero. Leader della transizione del centrosinistra dal PCI al PD, è stato tra i padri di questo processo nel bene e nel male, certamente ponendo le basi per esso sin dai DS, quando aprì a logiche diverse da quelle della sinistra tradizionale sia per quanto riguarda le politiche economiche sia per quelle estere. In lui c'è anche uno dei primi valorizzatori, a sinistra, del superamento della logica di "lotta di classe", superamento che ha reso possibile politiche diverse in questo senso da parte dei governi di centrosinistra. In lui, oltretutto, c'è il rapporto silenzioso, non mediatico, ma vero, con realtà impensabilmente lontane dalla sua storia, come il cattolico e sociale Sermig.
Piace a molti perché la sua ruvidezza appare sincera. Completamente paranoica, inoltre, l'idea che lui sia il grande complottista del PD, che ci sia sempre dietro a cose poco limpide (lui le dice chiare e tonde, come la poco desiderabile alleanza coll'UDC), patetica l'idea che lui abbia "scelto i deputati da mettere in lista". In Piemonte, ad esempio, sono stati Veltroni e Morgando secondo logiche di correnti e, purtroppo, solo in secondo luogo di territori.
Se si vuole fare di D'Alema un capro espiatorio, lo si fa anche martire: per una parte della sinistra sarà in un modo, per l'altra in un altro. E si tratterà sempre di una sopravvalutazione e sovraconsiderazione della sua persona. Ora penso che D'Alema debba occuparsi più di quello che fa per l'Europa che per la politica italiana o pugliese. Dopodiché, su D'alema direi basta così…
Paolo Furia
Io dico che ero ancora troppo giovane e troppo disinteressato per ricordare l'operato politico di D'Alema. Conseguentemente sono andato a cercarmi informazioni su di lui da svariate fonti e l'idea che mi sono fatto e negativa. Non credo sia il burattinaio supremo del PD, non credo neanche esista un uomo al comando di tutto, non è fisicamente possibile, quello che so per certo che quest'uomo non è uno stinco di santo anzi. A me non piace e non lo voterei, anzi mi piacerebbe parlare con lui di un paio di punti che mi sono oscuri sulla suo carriera. Detto questo c'è anche da dire che le fonti che ho trovato magari erano di parte e che per mia naturale indole ad giudicare in negativo i vari leader abbia una visione sbagliata del personaggio….
Una cosa però è certa…. è al suo 8 mandato parlamentare…. direi che è troppo in ogni caso, anche fosse il Messia della sinistra.
Un vero leader è colui che comanda, guida il suo popolo e al momento giusto sa passare il testimone , trovare il suo erede o sapersi arrendere e avere umiltà difronte a un leader migliore di lui , chi non sa far questo farà la fine di Mazzarò…
Umbo
http://civati.splinder.com/post/23717176
[..] Un'intervista epocale Popolino la saluta così: Massimo D'Alema a [..]
D'Alema ha fatto il suo tempo. Non è stato così male come viene dipinto.
Caro Paolo, sulle differenze di visione politica ci siamo già misurati in abbondanza e quindi le darei per acquisite. Invece, permettimi di raccontarti una breve storiella, che mi ha riferito anni fa un vecchio dirigente della Democrazia Cristiana che fu. "Ho capito che qualcosa non andava, che la Dc stava finendo – mi ha detto – quando a un congresso ho visto arrivare il mio segretario nazionale di allora circondato da un cordone di guardie del corpo. Io ero nato e cresciuto in un grande partito popolare, i cui leader amavano il contatto con le persone, in una rappresentazione del classico politico che (sincero o meno non importa) bacia i bambini e stringe le mani, e vederne arrivare uno che ha addirittura bisogno della scorta in un congresso di suoi compagni di partito mi ha fatto capire che avevamo perso quel contatto diretto con le persone, avevamo costruito un muro e questo ci avrebbe condannato".
Ecco, aldilà – ripeto – delle valutazioni politiche, penso si possa essere d'accordo che ogni politico, persino D'Alema, deve misurarsi con il consenso, no? Altrimenti, bravo o meno bravo che sia, chi sarebbe disposto a votarlo? Bene, lui è talmente respingente che non ha nemmeno bisogno della scorta…
Forse sì, pensa che alla festa democratica di torino girava con due tizi, senza scorta né niente, né quando l'ho visto da Ernesto al Sermig… non so certamente deve misurarsi col consenso, ma mi pare che di consenso ne abbia ancora…
Sull'incarico parlamentare posso anche essere d'accordo con voi. Cioè non mi interessa difendere l'ottava legislatura di D'Alema, solo esprimo un parere sulla sua figura che è un po' diverso da quello che muove chi lo intervista. Penso che sia un politico serio e che ora il suo compito sia e possa esaurirsi in cultura europea – il lavoro di Italiani Europei è utile nel panorama della cultura politica italiana, tant'è che figure le più disparate vi partecipano, tra le quali Amato e Marino. Poi certo che con le sue opinioni influenzerà… c'è anche gente cui piace ascoltarlo (non ne farei una categoria antropologica di gente, come dire, respingente)…
Dopodiché sulle differenze politiche "date per acquisite", avanti, non si rimane uguali a se stessi per sempre, è per questo che ho scritto, perché tra compagni di partito (e anche se non lo fossimo) ci si deve pur sempre confrontare, penso!!
Buon lavoro,
Paolo
D'Alema in un qualsiasi stato democratico sarebbe stato condannato all' ergastolo, in altri meno pacifici sarebbe stato fucilato alla schiena.
Per tradimento della costituzione:
art. 11, la Repubblica italiana ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
Lui ha fatto bombardare la Jugoslavia per sentirsi grande. Tutte le persone innocenti che sono morte chi le ha sulla coscienza? Quel che è peggio: quella porcheria ha aperto la strada alle cosiddette "missioni di pace" , cioé vere e proprie guerre in Irak e Afghanistan.
Solo per questo, dicevo, andrebbe fucilato.
Ma visto dal punto di vista del PD, andrebbe proprio incatenato: ha fatto sì che Berlusconi rimanesse al potere per 16 anni, gli ha offerto la bicamerale e regalato le licenze TV.
E – incredibile – è ancora lì. Bersani sembra il suo maggiordomo. E per causa sua, la mancanza di un'opposizione vera, in questo paese non c'è più libertà, giustizia e democrazia. Non mi sembra poco.
D'Alema è il responsabile della mancanza di una legge sul conflitto d'interessi, è stato il salvatore di berlusconi, ma i tempi non sono cambiati, ho una brutta premonizione….
http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=548129
…da quando la stampa di destra si dedica alla promozione dei dirigenti di sinistra?
Spero di sbagliare
Fausto
io non ho condiviso la maggior parte delle posizioni politiche di D'alema negli ultimi 20 anni.
Ma ho potuto essere in disaccordo con lui perché lui ha sempre espresso con chiarezza le sue posizioni. Mai ho avuto l'impressione di avere a che fare con una persona interessata e complottista. Al contrario di molti "simpatici" che hanno dimostrato una totale incapacità di analisi.
PEr me ha avuto torto ulla questione Vendola 1 e 2, ma nell'ambito di un ragionamento che è chiaro e ha una sua logica. Io posso dirgli che non lo condivido, che trovavo giusta la candidatura di vendola e chepensavo avesse opportunità di vincere e mi piacerebbe poterlo fare anche con altri, che straparlano ma non dicono niente.
io voterò SeL, partito di cui sono iscritta, ma non penso che il mio nemico sia Dalema, il moi nemico è berlusconi, la destra e quei politicanti di sinistra che parlano a vuoto. dando ragione al primo che passa.
erreerre
Non vedo di cosa ridesse Luca Telese, è per i rottamatori?
Comunque, anziché tornare sulla solita narrazione e il solito teatrino dei pupi, era meglio per i neuroni di tutti noi se EXIT riproponeva almeno alcuni brani degli interventi di Giuliano Amato e Romano Prodi. Si trovano su YOUDEM.
Forse non è così intelligente come si dice, oppure è sopravvissuto a se stesso,.
da neocon io ho sempre apprezzato baffino.e non per altro.
É un pezzo che lascia spazio a innumerevoli interpretazioni.
Se adottiamo questo schema non se ne esce piú come credo stia succedendo.
D'Alema ha avuto un governo… poteva fare ed impegnarsi affinché durasse. Non l'ha fatto. Avrá avuto le sue ragioni ma non é accaduto.
Io penso che D'Alema sia stato, lo dico con rispetto, una catastrofe per l'ideologia di sinistra.
Oggi si scaglia contro Berlusconi, ma é stato lui per primo a dialogarci, per chi ha buona memoria.
Buon lavoro
a parte tutto appariva logoro dentro, senza "SPINTA PROPULSIVA", senza una carica
sarà stata la giornata o le 8 legislature non saprei dire
ma dopo una carriera così lunga sarebbe un atto responsabile liberare un posto per una persona meritevole e farla crescere politicamente
ne ha fatte di giuste e ne ha sbagliate tante
ma non è sano che resti sempre al centro
non è sano per il partito e per gli elettori
e questo vale anche per veltroni che ha fatto il bel gesto e poi è ritornato
gmn
"Leader della transizione del centrosinistra dal PCI al PD, è stato tra i padri di questo processo…"
dissento alquanto, il padre di questa transizione è stato Occhetto, che, grazie alla bolognina ci ha poi lasciato le penne…
Dalema coordinava la segreteria ed era garanzia di stabilità interpretando, già allora, il ruolo di uomo d'apparato
cosa che ha continuato a fare….
A.