Giorni fa ho scattato questa foto alla borsa in tessuto che fa parte del kit preparato dal Pd per la mobilitazione di queste settimane, e ho riflettuto a lungo se pubblicarla o no. Per svariati motivi. Primo, perché lunedì avevo scritto una cosa scherzosa sul porta per porta del partito, che ha avuto gratificanti apprezzamenti, ma che ha pure generato un po' di rotture di scatole, e non essendo io un gallo da combattimento non ho sempre voglia di azzuffarmi (giuro). Secondo, perché qualcuno aveva già trovato un po' facilone – con buone ragioni, neppure io ero convintissimo – un mio precedente post di identico argomento, quello sulle borse cinesi della Cgil (che pure è stato ripreso sul Venerdì di Repubblica, cosa che non so se giudicare un pro o un contro).
Quelle osservazioni erano motivate da una banale constatazione: una borsa prodotta in Italia sarebbe troppo cara, e quindi l'unica alternativa è acquistare il made in Popular Republic of China. E' una spiegazione comprensibile, se non fosse che viene proprio da Pd e Cgil, gli stessi che contestano Marchionne quando minaccia di portare la Fiat all'estero perché produrre in Italia non conviene.
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un po' come le maglie della lega made in marocco anni fa
Hai ragione. Io penso che sono piccole cose, ma tante piccole cose sommate…. La borsa costerà anche, ma allora perchè non optare per qualcosa di meno caro, magari prodotta da una cooperativa italiana, magari a sfondo sociale. Magari una manifattura che sta per chiudere. Ce ne sono tante.
La cosa che trovo più incredibile e anche brutta è che nessuno, dove qualcuno doveva, ci abbia penasto. Che a nessuno sia venuto in mente di collegare le cose: valori della sinistra, Pd, solidarietà, atti concreti. Cos'è, per superficialità, perchè l'ufficio che fa queste cose non ci ha pensato e non ci penserà mai? Peggio, per banalità allora? E io ancora mi sento in colpa e non riesco a comprare scarpe da ginnastica Nike a mio figlio, anche se ormai tutte, dico tutte sono made in China (costano poco, ma fanno anche schifo). Ma chi si può permettere di comprare scarpe made in Italy per i bambini?
Forse i mobilitati dovrebbero mandare indietro la borsa del kit.
c.
@2 ieri sn andato a comprare le scarpe. Provo due paia di scarpe molto simili molto comode, una della commerciale adidas prodotta in cina l'altra prodotta a Milano da una ditta italiana. I materiali non erano identici al 100% ma molto simili, la adidas inoltre essendo marchio famoso rincara per un discorso publicitario…..chiedo i prezzi: Adidas 72euro scarpa di Milano 150euro
Secondo te che scarpe ho scelto? è una merda perchè volevo comprare quelle di Milano (mi piacevano anche un filo di più) ma i soldi sono pochi e quindi siamo COSTRETTI a lasciare da parte il discorso morale e ragionare solo per i dindi….. che vergogna che sia cosi, a me dispiace un sacco
La cosa buffa è che i cittadini (cioè tutti noi) nella stragrande maggioranza dei casi non posso permettersi di fare questioni morali (io le scarpe di Dellavalle per mio figlio le comprerei molto volentieri, anche se le distrugge in una stagione giocando a pallone, ma non le compro neppure per me…). E ci sentiamo pure in colpa! E chi dovrebbe invece – vuoi per dare il buon esempio, vuoi per il ruolo e per la formazione – fare delle questioni morali la propria mission (non solum sed etiam), se ne frega. Forse perchè c'è ben altro…?! Non possiamo capire. Possiamo in alternativa sentirci coglioni.
c.
E' il solito comportamento di chi predica bene e razzola male, che toglie credibilità alla politica e non aiuta le persone a crescere , a coltivare buone pratiche e ad essere consumatori attenti. Se è vero come io credo che abbiamo più possibilità di incidere sulle politiche mondiali come consumatori che come elettori un partito progressista così come un sindacato non dovrebbero permettersi queste incongruenze. E' sacrosanto che Popolino segnali la notizia . Noi tutti iscritti e simpatizzanti dovremmo far sentire la nostra disapprovazione a chi gestisce con tanta leggerezza e scarsa professionalità queste campagne dilapidando non solo i soldi del finanziamento pubblico e delle nostre tessere, ma la nostra credibilità.Cristiana
Che poi, se costavano così tanto potevano anche risparmiarsele ste borse, tanti chi si osa ad andare in giro con il bel faccione de bersani sula borsa? In un partito nuovo vorrei azzerare questa fastiodiosa mania dei gadget.
Marta
Ho scoperto da poco che P.R.C. significa People's Republic of China e non Popular Republic of China come erroneamente credevo…
Maddai.
comunque, tanto per capire di cosa stiamo parlando, una shopper uguale uguale a quella realizzata, ma proveniente dal circuito del commercio equo e solidale e stampata in una serigrafia locale, costerebbe 1,50 euro + iva l'una.
Questa Made In PRC, suppongo costi 50 cent meno.
E non è una consolazione che anche i duri e puri grillini, alla fine, optino per il Made in China per i loro gadget.
Teto
Fortuna che straparlavo ( http://popolino.splinder.com/post/23048371/il-grillo-straparlante ) quando dicevo che il km zero è importante.
Mi fa piacere che su questo si cambi idea. E' un bene per il Paese, chissenefrega di PD e MoVimento 5 Stelle o chiunque altro signori miei: si tratta di salvare noi e il pianeta!!
Anche Grillo la sua cazzata l'ha fatta: http://www.lorenzodamelio.org/2010/09/06/il-km-zero-a-5-stelle-e-lungo-10mila-km/
L'importante è fare cambiare rotta a chi sbaglia, personalmente e umilmente ci sto nel mio piccolo tentando e molto spesso per fortuna riuscendo. Spero tu Paolo abbia la stessa fortuna nel PD, sempre negli interessi del nostro benedetto futuro e di quelle delle future generazioni.
A Biella nelle attività di volontariato e politica propongo sempre e solo km zero, etico e sostenibile.
Questa sulla Lega ve l'eravata persa? http://www.lorenzodamelio.org/2010/03/16/la-lega-e-il-miglior-sponsor-dei-cinesi/
Ciao ciao,
Lorenzo
Lorenzo, però la lezioncina no, dai. Un conto sono i gadget di partiti, sindacati et similia, ovvero enti che dovrebbero badare alla loro mission etica. Altro è un'azienda che produce mobili, e lo fa in base alle leggi di mercato. Tu metti sullo stesso piano i comportamenti individuali e le multinazionali, è un interessante wannabe ma le cose non funzionano così, ne abbiamo già discusso mille volte.