Ultimamente sono spesso in viaggio e non ho molto tempo per guardare la tivù, così mi sono perso quel programma a detta di molti imperdibile che va in onda il lunedì sera su Rai 3 e che risponde al titolo di una vecchia canzone di Paolo Conte. Penso di poter dare fiducia ai tanti commenti positivi che ho letto, risparmiandovi la tirata su Benigni che non fa cose davvero interessanti e nuove da anni, su Fazio che l'ultima roba divertente che ha condotto sarà passato un secolo e in fondo era a tema cugini di campagna. Saviano no, è su un piano completamente diverso, e infatti se non fosse per lui sarebbe in tutto e per tutto la replica di qualcosa che potrebbe essere andato in onda nei primi Novanta.
Ma dice che questo è servizio pubblico, lo sfogo di un popolo che finalmente riafferma la sua libertà di parola. Sarà.
Io mi perderò questo straordinario esercizio democratico pure stasera, perché mentre scrivo sono in treno e ne avrò ancora per un po', ma lo stesso mi ritroverò a riflettere su un Paese che negli ultimi 25 anni non ha saputo esprimere nessuna novità rilevante e intelligente in campo culturale, anche nel senso della cultura leggera purché sia, e mi chiedo con preoccupazione se mi toccherà divertirmi con Benigni finché campo.
Non basta, perché ho letto per tutta la settimana notizie secondo cui tra gli ospiti della puntata dovrebbero esserci Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani. Bene, a maggior ragione mi chiedo – se questa è cultura, e sottolineo se – perché in questo Paese la politica debba sempre mettere le sue zampacce ovunque, col risultato di sporcare, o comunque incasinare, tutto quel che tocca.
Mi dicono anche che la settimana scorsa c'era stato Vendola, come per dire "e quindi". Invece no, nessun "e quindi", perché piaccia o meno la presenza di Vendola ha in questo momento un significato culturale – anche considerate certe battutacce del nostro Premier – che ne giustifica la presenza: e infatti è andato in tivù a declinar con eccellente spirito la sua gaiezza, mentre temo che Fini e Bersani ci andrebbero per far prove tecniche di un accoppiamento (quello sì contronatura) che in prima serata dovrebbe esser vietato mostrare.
A meno che con Bersani non si intenda Samuele e con Fini il produttore di tortellini, nel qual caso come non detto (magari, ma dubito).
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Lo sapevo che non era il tuo genere. Comunque se sei curioso lo puoi guardare in streaming. Io lo sto guardando. In teoria Bersani e Fini vengono a leggere l'elenco dei valori della destra e della sinistra.
Diciamo i valori di una volta.
Mi tremano i polsi al solo pensiero.
Comunque un po' liberatorio (Fini e Bersani a parte) lo è e è di buon senso, senza pretese, in pieno stile Fazio.
Buon viaggio
Marta Bruschi
mammamia! Bersani, peggio di quel che pensassi, ha letto in modo scandito uno dei suoi discorsi di routine, camuffandolo da elenco! Facendo finta di dire i valori attuali della sinistra, incredibile!
Ha sbagliato le consegne.
Fini non è credibile punto.
-su un Paese che negli ultimi 25 anni non ha saputo esprimere nessuna novità rilevante e intelligente in campo culturale-
come si fa a dire una cosa del genere?
No, infatti, hai ragione. Tutto il mondo guarda a noi con trepidazione per la nostra scoppiettante offerta culturale.
"un Paese che negli ultimi 25 anni non ha saputo esprimere nessuna novità rilevante e intelligente in campo culturale, anche nel senso della cultura leggera purché sia"
e dai. Non è che siamo un po' drastici? Forse non è passata in televisione, ma questo non vuol dire.
E non capisco nememno tutta questa urgenza della critica: in quella trasmissione ci sono cose divertenti, altre intelligenti, qualcuna un stucchevole, Fazio è noioso … e va bene. Ma non esageriamo. Si potrebbe anche dire "sono solo canzonette". Un intrattenimento non becero ed è già qualcosa
Sì, è già qualcosa. Lasciatemi assaporare il momento, ve ne prego. Sta succedendo qualcosa qui, ma ancora non si capisce cosa, do you mister Jones…? Allora: non sarà la Rai tre di vent'anni fa, la Notte della repubblica di Zavoli e neanche "Non stop" o Dario Fo in tele negli anni 70 (ma bisogna avere più di quarant'anni per ricordarsi). Però… va bene lo stesso. Fa bene al cuore sentire cose, vedere gente, NON vedere altra gente… Fazio sì, è un po' così, ma dove altro li sento parlare Mc Ewan e Paolo Conte, Erri de Luca, Rigoni Stern. Mi vanno bene anche gli elenchi di Fini e Bersani. E soprattutto lasciatemi assaporare il ridicolo in cui lentamente rimarrà solo mister Jones… é nato dal ridicolo, incredibile (non potevamo credere, una notte di spoglio elettorale di 16 anni fa… invece era vero, vero). Finirà in modo ridicolo, ci vorrà tempo, ma accadrà. Improvvisamente sembreranno ridicole persone che in altri paesi, con altri elettori non si sarebbero mai avvicinate alla politica. Tra vent'anno tutti negheranno di essere stati berlusconiani. Intanto fatemi assaporare questo momento…. La fine, l'inizio…
Forse sono drastico, ma faccio solo due conti. Benigni parte da Televacca, anni Settanta, e arriva all'Oscar nel '99, quel che equivale a una compiuta maturità: non sembra, ma sono passati 11 anni, e da allora due film brutti per sentenza di Cassazione, e le letture dantesche belle, per carità, ma non certo innovative, anzi tipiche dell'attore che ormai ha dato. Fazio nasce come imitatore a Radio Rai, il programma era Black Out e me lo ricordo perché lo ascoltava mio padre, mentre io facevo i compiti, nel 1982. Anima mia era un'operazione di recupero del basso culturale che fu, se vogliamo chiamarla innovazione, ma il format per cui Fazio finirà sui manuali è Quelli che il calcio, una cosa a cui davvero non aveva mai pensato nessuno, fatta così. Da allora il nulla, e Che tempo che fa è un talk condotto coi toni di un Mollica qualsiasi, e non bastano le ospitate di quelli "de sinistra" a renderlo migliore.
Potrei far l'elenco degli altri ospiti, alcuni più solidi e altri meno, ma siamo sempre lì: hanno dato il meglio in un periodo che varia tra i 10 e i 20 anni fa. Solo in un Paese come il nostro dieci o venti anni possono essere considerati un breve lasso di tempo in termini culturali (per non parlare di quelli televisivi). Entrambe le tivù nazionali hanno smesso da tempo di creare, appaltando ai detentori dei format (Endemol, Magnolia e altri) la gestione dei palinsesti, e tutto questo limitatamente alla tivù. Le ultime innovazioni televisive sono state il Grande Fratello, che ormai ha passato i 10 anni, la De Filippi (a dimostrazione del fatto che non sempre innovare porta buoni risultati): dall'altra parte dell'oceano nel frattempo sono spuntate cose come Jon Stewart e una lunga stagione di grandi serie tivù, dai Soprano a Lost. Roba vera, mica replice di Love Boat.
Se volete parliamo di cinema, di musica, o di letteratura (Saviano a parte), o di altre forme di espressione, e ci mettiamo a cercare quei grandi fenomeni di interesse mondiale che l'Italia ha prodotto in tempi recenti e che io non riesco a vedere. Se anche ci fossero allora però mi chiederei, a maggior ragione, se non sarebbe stato più interessante comporre il programma di cui stiamo parlando con gente più fresca, il cui meglio non sia solo un lontano ricordo. E, se così non è stato, i motivi artistici non contino niente, perché ve ne sono solo di politici. Nel qual caso ecco la dimostrazione di quel che dico, la politica che entra dappertutto, e fate voi ma a me non sembra sia un bene, né che lo sia stato sino a qui.
E cheppalle, bisogna sempre criticare tutto! Non ti è piaciuto, ho capito, bom basta però. A molti altri è piaciuto, forse è l'unico guizzo, se non uno dei pochissimi, che la tv italiana sta facendo in questo periodo. E la rava e la fava su Benigni, e Fazio stava meglio con i capelli anni '90… ebbasta!
E ben per questo che deve passare la nottata. La cultura è stata messa la palo perchè hanno sommerso tutto con la spazzatura, con il consumismo con il trash diventato quotidiano.
Aveva ragione Pasolini? Non lo so.
Aveva ragione sicuramente chi ha detto:
Dove lavoro abbiamo una sola norma editoriale: non scrivere niente di più lungo che un uomo medio non legga durante una cacata media… Sono stufo che il mio lavoro venga letto nei cessi.
~ La gente leggeva Dostoevskij nel cesso.
~ Non in una cacata sola, però.
Chi indovina?
Comunque credo ci siano anche dei momenti in cui è necesario parlare al maggior numero di persone possibile, e quindi dire cose che tutti capiscano, attraverso persone che tutti riconoscono. Purtroppo (per tanti motivi) di gente fresca ce n'è, ma un po' sono di nicchia, proprio perchè una certa cultura è diventata di nicchia. CI vuole tempo, pazienza. Cerchiamo di non diventare nel frattempo radical chic. Non tornaremo a leggere i russi nel cesso, ma magari un bel romanzo sì.
Ho più si sessant'anni, ma a volte mi sembra di sentire giovani zitelle inacidite. Sarà la ferita inferta da Vendola?
pardon 10!
Fausto Fabiano
#8, capiamoci. Cheppalle lo dico io: questo è il mio blog e scrivo quel cazzo che mi pare, "bom basta" lo decido io, non capisco perchè con tutto lo spazio disponibile sul web tu debba venire a sindacare proprio il mio. Se non ti piace vattene da un'altra parte, saluti.
#9, certa "gente fresca" è "di nicchia" anche perchè altri hanno preso a sbracarsi, negli anni, giustificati dall'antiberlusconismo. Che è un motivo, non lo nego. Ma anche basta, di una e dell'altra, però al momento tutti gli indizi dicono che l'una dipende dall'altra. La cultura berlusconiana mi inorridisce, ma non voglio neppure che la mia unica alternativa sia quella antiberlusconiana.
Ah, ecco, dimenticavo una cosa importante. Per il mio post di ieri che ironizzava in modo mooolto soft sul porta per porta del Pd ho avuto rotture di palle per tutto il giorno. Questo dai difensori della satira, della cultura: purché pro domo loro, però.
Ha ragione Popolino, e il difetto è nel manico. Mettere la cultura su due binari come la destra e la sinistra che sono corti e hanno si e no un secolo di vita (non a caso sono stati posati da fascismo e comunismo, e sempre non a caso ieri erano rappresentati dai rispettivi eredi) significa levargli la prospettiva (che dovrebbe stare un po' più a cuore del collocamento politico) di una posterità di ben altra portata. L'Odissea era forse di destra? E la Cappella Sistina è di sinistra? La risposta giusta è chissenefrega, perché il loro valore è altrove. Pensare il contrario significa svilire tutto, e non voler bene alla cultura
Non basta dire basta. La realtà è un'altra, purtroppo. La strada è lunga.
Va beh, allora, chi diceva che la gente leggeva dostoevskij nel cesso? Mi rispondete o no?
Quale politica? La corruzione di destra o di sinistra? La politica non ha più colore, il nulla è trasparente. Fazio e la sua trasmissione mi piacciono perchè distinguono la corruzzione dalla politica, senza considerare i diversi partiti.
I giovani in politica… perchè? La politica non deve risolvere i problemi della disoccupazione. I giovani devono poter lavorare, fare esperienze, crescere autonomamente, arrivando nel mondo della politica con proprie idee vissute nel lavoro e nel sociale. i giovani non devono entrare in politica ascoltando i componimenti di Bersani o Fini. Albanese ha ragione, lui (la sua rappresentazione) è la realtà. noi siamo solo fiction.
pardon 16
Fausto Fabiano
il grande freddo di Kasdan
facile
che vinco?
mc
p.s. i concetti di predicare ai convertiti, e quello di inoculazione di Roland Barthes vi sono noti, o gloriosi rompipalle in casa d'altri?
BRAVO!
Bravo per il Grande Freddo, volevo dire. Di inoculazione e convertiti non ho capito niente… Sicuro che sia legale?
"#8, capiamoci. Cheppalle lo dico io: questo è il mio blog e scrivo quel cazzo che mi pare, "bom basta" lo decido io, non capisco perchè con tutto lo spazio disponibile sul web tu debba venire a sindacare proprio il mio. Se non ti piace vattene da un'altra parte, saluti." : STALINISTA! E hai pure il coraggio di prendertela con i difensori della satira pro domo loro o di informazione libera..Un blog è uno spazio aperto, dove la critica e il dialogo devono regnar sovrani, se non sta bene a te, chiudi il blog e scriviti i tuoi appuntini sul cesso mentre cachi da rileggerti la sera da solo prima di addormentarti…Ma fammi il piacere…
E' legale, mi spiace per la tua ironia; solo un bel po' dimenticato.
"Il vaccino [...] consiste nel confessare il male accidentale di un'istituzione di classe per mascherare meglio il male principale. S'immunizza l'immaginario collettivo mediante una piccola inoculazione del male riconosciuto: lo si difende così dal rischio di un sovvertimento generalizzato. Questo trattamento liberale, solo cento anni fa, non sarebbe stato possibile, allora il bene borghese non veniva a compromessi, era tutto d'un pezzo. Dopo si è molto ammorbidito. La borghesia non esita più a riconoscere certi sovvertimenti localizzati: l'avanguardia, l'irrazionale infantile, ecc. Viviamo ormai in un'economia di compensazione, come in ogni società anonima ben costruita le piccole parti compensano giuridicamente (ma non realisticamente) quelle grosse".
Roland Barthes, Miti d'oggi, Torino, Einaudi, 1974, p. 230.
Questo vale anche per chi ha la sindrome da accerchiamento a sinistra e confonde un altro mainstream, simmetricamente alternativo e simmetricamente equivalente, con la nicchia…
Se poi devo anche fare l'esegesi del testo sub specie "Vieni via con me" et similia, vi lascio gli estremi della pay pal…
saluti
mc
..zzo, ragazzo
Meglio delle citazioni, volendo anche in alternativa, sono però le esemplificazioni che dovrebbero seguire. Così tutti potrebbero capire, anche quei (pochi, oltre a me) che non hanno mai letto il vecchio Roland. Altrimenti la nicchia si rinchiude in se stessa, diventa un buco invisibile.
Cercherò di guardarmi comunque dalle piccole inoculazioni. Sono cose che impressonano.
Per le esegesi dei testi dei cantautori, no grazie, ti prego, non spiegarmi cosa penso…
#21 Un blog è uno spazio aperto, dove la critica e il dialogo devono regnar sovrani, se non sta bene a te, chiudi il blog
non sono d'accordo
un blog è simile all'abitazione di qualcuno e vi si entra ricordando, sempre,
di essere ospiti;
qui il padrone di "casa" è fin troppo gentile nel precisarti cosa una persona possa decidere di fare o non fare in casa propria,e dimostra una civiltà che personalmente gli invidio:
se una persona dovesse venirmi in casa e, nel nome di un non meglio precisato principio democratico, o, meglio, precisissimo, quello che distingue proprietà privata da pubblica, pretendesse di cambiarmi la disposizione dei mobili, o anche solo canale televisivo, lo prenderei per la pelle dello scroto e lo accompagnerei fuori
chiamami fascista, giacchè lo stalinista te lo sei già speso…
A.