Seconda puntata: le elezioni anticipate per il Comune che – d’accordo – non si faranno mai. Ma mettiamo il caso che. Chi entra, chi esce, chi rischia, e la Percentuale di Trombabilità (PdT) calcolata coi potenti mezzi di Popolino.
Sabatino (Pdt 40%) - Le percentuali del suo partito sono in caduta libera da mesi – dico a livelli nazionali, perché a Biella l’idv non ha mai fatto sfracelli – l’assedio di Grillo e Vendola si sta facendo sentire, e alcune grane interne di cui poco si legge fanno pensare al peggio. Lo stesso Botta non è stato, finora, tra i consiglieri più attivi. Poi, pochi giorni fa, ha ricevuto una lettera minatoria: è brutto dirlo, ma oltre alla solidarietà dei colleghi può darsi gli porti anche la rielezione.
Il Benni (PdT 50%) - All’ultimo consiglio ha risposto alla cafonaggine dei colleghi che palesemente non ascoltavano il suo intervento spiegando per benino la ricetta della milanese in carpione. Giuro. Ha dei guizzi ed è stato sicuramente un ottimo acquisto: e pensare che in I Love Biella, secondo i piani originari, non doveva neppure esser candidato. Ne è uscito come il più votato. Purtroppo per lui, vale il discorso di tutte le liste civiche costruite a supporto di un candidato sindaco. Passata la campagna 2009, I Love Biella non vale un fico secco, dal punto di vista elettorale, e anche se Possemato può sicuramente incrementare il suo bottino di voti farebbe bene a pensare un posto più felice in cui ripresentarsi. Altrimenti rischia di finir qui la sua esperienza, e sarebbe un peccato.
Pietrobon (PdT 30%) - Non si può dire che non lavori, che non faccia il suo dovere di consigliere d’opposizione. Nel 2009 ha federato le molecole della sinistra riuscendo a entrare in consiglio, e segnando un risultato superiore alla media nazionale. Recentemente si è tesserato in Sel, uscendo da Rifondazione, e sembra ormai avviato verso il cammino vendoliano di una sinistra non velleitaria e di governo. Ha ancora quale brutto vizio, di quelli che ti verrebbe da dire che, gratta gratta, è rimasto il comunista di sempre. Se si realizza il disegno centrista lo lasceranno fuori senza farsi tanti problemi: elettoralmente può darsi gli facciano un favore, perché questo rivitalizzerà chi si ostina a non voler morire democristiano, ma il punto è che non credo il ragazzo voglia fare il consigliere di minoranza per tutta la vita.
Riccioli d’oro (PdT 50%) - Canuto si trova nella peculiare condizione di poter essere il prossimo candidato sindaco, oppure di non riuscire neppure a confermarsi consigliere. Ex assessore, eletto nel Pd, è poi passato all’Api di Rutelli: se l’Api resta quel che è ora, dubito avrà i numeri per entrare a Palazzo Oropa. Se invece l’Api dovesse entrare a far parte di una più ampia galassia neodemocristiana, le cose potrebbero cambiare. Anche perché quell’operazione, per mano di Susta, a Biella è già in corso: un’associazione – Lab21, finalmente hanno trovato un nome – che vorrebbe riunire tutti i centristi dispersi, da Vaglio a Canuto, appunto. Tutti quelli con cui ne ho parlato mi dicono che Lab21 nasce morta, piena di vecchi tromboni, e in più Susta nega che si trasformerà mai in una lista elettorale, perché sarebbe – eggià – una riedizione dell’Orso pre-Ulivo 17 anni dopo: ma potrebbe anche essere vero l’esatto conbtrario, perché come al solito coi democristiani non ci si capisce mai una fava. Ma, se la cosa va in porto, Susta vorrà dire la sua sulla candidatura a sindaco, e Canuto è tra i papabili. Coraggio.
Gli acquisti (PdT 50%) - Vale quel che si è detto per il centrodestra: la fine del berlusconismo, e forse addirittura del bipolarismo, con la nascita di una nuova Balena Bianca, sono fattori esterni che possono influenzare quel che succederà qui. Alcuni elementi del centrodestra – i dissidenti, ma non solo – potrebbero ritrovarsi dall’altra parte, e qualcuno dal centrosinistra, tipo lo stesso Canuto (ma ammetto che la cosa è più improbabile) potrebbe finire di là: oppure, semplicemente, potrebbe non esserci più un “di qui” e un “di là”. Al momento, l’opposizione non riconosce (per puntiglio, ma contro l’evidenza) che i guai dell’attuale maggioranza sono tutti interni, e non derivanti da un suo lavoro di logoramento, e al tempo stesso ragiona sulle profferte necessarie a saltare la quaglia ai dissidenti. Secondo me sarebbe più corretto il contrario: ovvero, bisognerebbe ammettere che il centrosinistra odierno non avrebbe mai impensierito questa Giunta, e quindi per fortuna che è arrivato Apicella coi suoi. Poi, fatto questo onesto esame di coscienza, cercare di ridarsi uno spessore e ognuno per la sua strada, chi è a destra rimane a destra.
L’ex Giunta (PdT 40%) - Il gruppo consiliare del Pd è al momento un tale casino che non lo si può affrontare tutto assieme. La prima divisione interna riguarda quelli che c’erano già, che avevano un ruolo, e gli altri. Non dico niente di nuovo: secondo me nel 2009 si è chiusa una lunga esperienza – tre legislature piene – e credo vada superata. Degli ex assessori, in una futura nuova Giunta di centrosinistra, non ne vedrei nemmeno uno, o forse giusto uno, per testimonianza. C’è qualche patrimonio di competenza da tutelare, questo va riconosciuto: ma lo si può fare anche trovando ruoli non per forza esecutivi. Como e Favero hanno mantenuto un certo contatto con le cose di cui si occupavano un tempo, ma non sembrano più interessati – o capaci – di stare sul pezzo della politica cittadina; Raise fa il segretario del Pd, e mi pare basti; Chiola è più giovane, ma si è scelto il ruolo di badante dei vecchi di Lab21. E poi: le competenze sono importanti, ma al momento credo serva altro, tipo freschezza, entusiasmo, visione. Tutta roba che ex assessori con tre mandati alle spalle non sono in grado di dare, ed è tutto da verificare l’eventuale danno elettorale se fossero messi a riposo. Sarà interessante vedere, dopo soli due anni di opposizione, quanto sapranno conservare del bacino elettorale accumulato nei 20 anni precedenti. Non molto, secondo me.
I nuovi del Pd (PdT 40%) - Nuovi per modo di dire, perché alcuni sono alla seconda legislatura. Ma non avevano ruoli, e quindi fanno parte di un altro club, per palese classismo interno. Lo dico spesso, e mi scuso se mi ripeto: dovrebbero lavorare di più insieme, trovare il modo per emergere e spezzare quella consuetudine per cui i giornali, se devono chiedere un parere (non che lo facciamo così spesso, comunque), si rivolgono sempre agli ex assessori. Questo è il pezzo di Pd che deriva dalla società, sono voti che non arrivano dall’aver fatto l’assessore per 15 anni. Per questo penso siano tutti confermabili, a patto che inizino a far sul serio, e smettano di vivere la loro presenza in consiglio come puro atto di testimonianza. Soprattutto, c’è un intero mondo, là fuori, che potrebbe ingrossare queste fila. E’ il caso di dargli un’occhiata.
Gli esclusi del Pd (PdT 80%) - Qui serve uno sforzo di memoria, perché è roba che sembra successa un secolo fa, e di cui nessuno giustamente si ricorda più. Stroscio, Valenti, Siragusa e alcuni altri sono stati tra i primi esclusi nel 2009, ma sarebbero entrati in caso di vittoria. Non tutto il male vien per nuocere, quindi. A patto che non resusciti il Pd quel che gli elettori hanno già seppellito.
L’eterno Vice (PdT 60%) - E’ un fatto: Diego Presa è probabilmente l’uomo più competente a Palazzo Oropa. Ed è lui, non Barazzotto, ad esserne il vero capogruppo. Martedì ha presentato una slavina di interrogazioni, quasi tutte sue iniziative, con le quali ha praticamente mappato tutte le buche stradali da qui a Oropa. Non è esattamente il tipo di azione politica che mi ispira, anche se non ne nego l’utilità, purché a piccole dosi e abbinata ad altro un po’ più interessante. Gli ex Ds del Pd lo vorrebbero candidato sindaco, purtroppo per lui lo sacrificheranno di fronte a qualsiasi accordo con Susta. Come è sempre successo, non mi sembra una notizia.
L’ex sindaco (PdT 50%) - Se si dovesse votare in emergenza, in tempi brevi, potrebbero non esserci alternative alla riproposizione di Barazzotto. Soluzione che finalmente vedrebbe il Pd d’accordo su qualcosa, poiché non piacerebbe né ai Ds né agli ex Margherita, e che avrebbe in Susta un fiero oppositore. La sua forza, l’essere rappresentante di un mondo cittadino che con il Pd non ha nulla a che fare, dopo questo anno e mezzo gestito male (nel senso barazzottiano del termine, e quindi con le solite punte di dadaismo) è tutto da verificare. Se ribaltasse il tavolo imponendo un rinnovamento radicale, rifiutando le logiche di bottega, chissà, ci sarebbe da divertirsi. Altrimenti, i suoi primi avversari sarebbero proprio quelli che sono in lista con lui. Che poi è quel che è successo nel 2009.
Il Papa straniero (PdT 40%) - Funziona così: siccome al momento sono parecchi a coltivare ambizioni da Sindaco, ma nessuno di questi spicca più di altri, si bastoneranno finché non si saranno uccisi a vicenda. Poi, improvvisamente, con le scadenze alle costole, dovranno trovare uno che sia fuori dal giro e che li metta d’accordo tutti. Secondo me sarebbe il caso di iniziare a parlarne a breve, ma vedrete che non succederà. E, a dispetto del pessimismo cosmico, trovare qualche nome potrebbe non essere così difficile.
non sarebbe male fare una bella totolista del PD. I suggerimenti dei lettori di Popolino, potrebbero risultare assai preziosi
uff ho preso 80 pdt….. sn anche io tra gli esclusi…… e io che ci tenevo….
ma non manca qualcuno all’appello??
ciao ciao Popolino! umbo
Ho già lo slogan per l’eventuale campagna elettorale: Ritenta, sarai più fortunato.