Nichi – Fratello adorato, paffami il falino, te ne prego, in nome del noftro comune legame di fangue.
Fratello – Il cosa?
Nichi – Il falino, il fale, groffo o fine, che io fpargerò fu quefto pane amaro che i noftri genitori hanno prodotto per noi col fudore delle loro fchiene umili, chinandofi fui campi erbofi come il faffofraffo piegato dal libeccio ventofo.
Fratello – Mammaaa! Nichi mi fa le metafore!
Madre – Nichi, lascia stare tuo fratello, e mangia la tua zuppa, che si fredda.
Nichi – La tua mineftra è infipida, cara madre che mi partorifti nel gelido addiaccio di una notte illuminata da una ftella folitaria, confortata folo dal caldo refpiro di un bue e di un afinello e dai doni inattefi di tre braccianti, fratelli migranti venuti ad affiftere al miracolo.
Madre – Nichi, te l’ho già detto un milione di volte, tu sei nato al Policlinico di Bari, mi hanno dovuto fare il cesareo perché non uscivi, ma non c’è stato nessun miracolo. E non c’era neanche nessun fratello migrante, tantomeno buoi o “afini”, che poi sarebbero “asini”. Non ce n’erano, capito?
Padre – A proposito di asini, come è andato il compito di matematica?
Nichi – Capifco le tue anfie fevere ma giufte, amato padre, il fofpirato anelito dell’umile falegname che fogna il rifcatto fociale attraverfo il figlio: effo è invece un fubdolo tranello, un ordito borghefe che ufa come arma le ofcure grafie della matematica, i confini di carta delle parentefi quadre e tonde laddove noi vorremmo un mondo in cui neffuno debba fentirfi chiufo tra due graffe. E quando dico graffe non parlo certo di donne di taglia forte.
Fratello – Ha preso insufficiente!
Nichi – Chi fa la fpia non è figlio di Maria, non è figlio di Gefù e quando muore va laggiù.
Fratello – Laggiù dove?
Nichi – A Brindifi, dove barche di pefcatori di uomini lanciano fartìe a cui fi aggrappano braccianti dalla pelle fcura, migranti che annafpano carichi di pomodori che il fiftema capitaliftico cofringe a raccogliere per imbandire i noftri defchi opulenti e confumiftici.
Fratello – Scusa, come fanno a nuotare “carichi di pomodori”?
Padre – Possiamo per una volta cenare in pace? Qualcuno vuole l’ultima polpetta rimasta?
Nichi – Non fi può affegnare quefta polpetta fecondo fchemi vetufti e fuperati, ma va piuttofto refa contendibile attraverfo il fiftema democratico e condivifo delle primarie, a cui io mi candido fin d’ora in nome di un’efigenza di rapprefentatività non efpreffa.
Fratello – La mangi o no ‘sta polpetta?
Nichi – Bifogna riveftire la polpetta di una nuova narrafione che fuperi la vetufta litania fin troppo afcoltata: non fcappi a neffuno, infatti, quel retrogufto di bollito fenfibilmente percepibile, fegno evidente che per affemblarla è ftato ufato il leffo dello fcorfo giovedì.
Madre – Se non ti piace come cucino puoi sempre andare a letto senza cena, sai?
Padre – Ecco, tesoro, a questo proposito: domani sera manderei i ragazzi dai nonni, così ci prendiamo una serata per stare un po’ tranquilli, magari pizza e film in santa pace…
Fratello – E io cosa c’entro? Anch’io voglio vedermi un film, e giocare alla Playstation, Nichi invece mi costringe sempre a guardare Otto e mezzo… Non è giusto!
Nichi – Il noftro è un deftino indiffolubilmente intrecciato, fratello mio. Di fronte alla barbarie delle babyfitter, vere e proprie efcort a cui è affidato il beneffere di tanti infanti, ferve un fronte condivifo e unito. Un giorno non lontano farò forgere luoghi comuni in cui i ragaffi di tutto il Paese poffano trovarfi e ftare infieme: li chiamerò “Gli Afili di Nichi”. O magari no, ci devo ancora penfare.
Madre – Niente comizi a tavola, quante volte te lo devo dire? Finisci la zuppa, o stasera niente Ballarò!
Nichi – Fì, mamma.
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Fanto Dio, mi fto fbellicando dalle rifate…
[..] Una nuova narrazione Quella che propone quel genio totale di Popolino a proposito della nuova narrazione di Nichi Vendola. Satira pura. [..]
geniale
A dir poco geniale!
Pietro
Che stima!
ho letto due volte perchè la prima non è ftato facile….e ora…..com’è che mi è rimafta la effe incafrata tra i denti!?!
aiutooooooo!!
FUOR DI METAFORA…….FPAFFOFIFFIMO!!!
Ciao
Francesca
Troppo simpatico!Un abbraccio
Edda
Ahahahah, grandiofo.
stefano c.
… sono senza parole, ce le hai tutte tu!
mammina
Irresistibile.
Veramente gustosa, anche se per stare alla prosa Nichi ha una sorella e non un fratello e una parodia molto simile l’aveva prodotta Checco Zanone alcuni anni fa.
Comunque in questo caso “popolino uber alles”.
rp
doppiamente spassoso perchè ormai non elogiare Vendola sembrava peggio che parlar male di garibaldi
Beppe
E’ Checco Zalone e non Checco Zanone, e non vedo come possa l’imitazione di un comico di Zelig essere giudicata “molto simile” a questo post, dove a parte la zeppola la “narrazione”, come direbbe lui, è tutta un’altra. Per stare alla prosa, chiaro.
Andrea Giannini
Nervosetto Giannini? Io ho fatto una similitudine che a mio parere calzava, libero di non vederla.
Spiegami però quali sono le acute differenze tra due pezzi di satira che oltre alla zeppola sottolineano in maniera caricaturale una tendenza di Vendola a trasformare ogni suo intervento in un ragionamento complesso o come direbbe l’autore di questo blog, a parlarti della “supercazzola”. Mi pare che fare satira oltre ad evidenziare elementi reali del personaggio che si vuole irridere, abbia proprio lo scopo di esasperarne altri.
In questo, a parer mio, Checco ZaLone e Popolino hanno fatto una narrazione identica.
rp
A leggere i commenti non direi proprio che il nervosetto sono io. Sempre il Giannini
Sarà Giannini, sarà come dici tu.
rp
L’immagine puramente elettorale di Vendola si sta costruendo senza alcun senso critico e questo non è un bene, lo dimostrano l’entusiasmo quasi liberatorio che ha accolto questo post tutto sommato innocuo sia le reazioni di segno opposto francamente pretestuose.
Io avrei voluto scrivere già ieri, ma siccome sono svenuto dal ridere e mi sono ripreso da poco, arrivo un po’ tardi.. In effetti – come spesso accade – Popolino usa quella sua linguaccia puntuta per spostare il punto di vista e devo dire che l’operazione, in questo caso, funziona a meraviglia. è vero che Nichi e chi lavora alla di lui comunicazione, su questa cosa della narrazione stanno un po’ sbracando. Questo non perché le narrazioni non servano, ma perché se da una parte c’è Grillo che rifiuta ogni complessità e trascina tutti sul campo dell’onirico (facendomi venire sonno, tra l’altro), il rischio è che la narrazione vendoliana non contribuisca a costruire un mito, ma piuttosto ad ispirarne l’impossibilità. E siccome a volte leggiamo Vendola e pensiamo Obama, dico che tutta la mitopoiesi obamiana è carica di un pragmatismo che da noi è del tutto inapplicabile. Qui da noi c’è una stranissima considerazione dell’individuo: abbiamo un ego grosso così, ma tendiamo costantemente all’intruppamento, ad un immaginario collettivo da Viva l’Italia (ah de gregò, ca cazzo hai fatt..), e vi viene in mente Veltroni, ecco pensavo proprio a quello.
Quindi, ben vengano Nichi, la zeppola e la narrazione, ma a patto di raccontare l’Italia, non di raccontarcela.. saluti, lbb
la mitopoiesi obamiana…..
ehm….. confesso che non so chevvordì!?!?
ciao francesca, ma sempre moltissimi complimentoni!
di peffimo gufto.
da “vendolina” mi associo alla gustosissima satira: complimenti, carina e.. scompisciante! Anche nichi la troverebbe divertente. Mi associo anche a chi ha evocato “Cuore”, di cui ho certe annate da nostalgica!!
Sapete cosa?
Saremo anche un’opposizione che fa cagare, a pezzi, senza idee, divisa e incoerente ma……. a DESTRA… chi cazzo c’è con una testa simile che sa far satira da premio IG-NOBEL come questa!??!
ciao!
Francesca
Leffico familiare da popolino: IMPERDIBILE!
[..] Da leggere per sorridere ma anche per riflettere: assolutamente imperdibile! http://popolino.splinder.com/post/23392596/leffico-famigliare [..]
Puro genio!
fare schifo è meglio se tenete Berlusca vai tenetelo