E così, dopo aver apparecchiato per le mezze figure di questo Governo lunghi tappeti rossi (o forse era uno srotolio di lingua, chissà), improvvisamente il sistema tessile biellese si accorge che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Casualmente, accade solo ora che il Governo stesso traballa per altri logoramenti, ed equivale ad attaccare la Francia quando i tedeschi l'hanno già conquistata. Oppure, al contrario, il momento giusto poteva essere uno qualsiasi, tranne quello in cui le elezioni sembrano palesarsi all'orizzonte.
Ciò nonostante, non si va oltre un timido «deve fare di più», proditoriamente riportato dal giornale di proprietà. Più che un monito, una scoreggina, chissà che nottataccia passerà il Ministro, al pensiero.
Nell'attività di lobby, che difende interessi di parte – quali sono quelli del nostro "fu" tessile – ma che sono nell'ordine delle cose in tutto il mondo, di fronte a risultati così scarsi i casi sono solo due: o l'interlocutore è sordo, e allora con sano pragmatismo bisognerebbe smettere di strizzaragli l'occhietto, qui, a Torino e a Roma, oppure il lobbysta è scarso.
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Il coniglio, per quanto più gradevole del ratto (a vedersi, sul sapore non saprei), è pur sempre un roditore, e come tale, si sa, abbandona la nave quando questa affonda. Vederli scendere calandosi giù per le gomene è forse l'unico dato positivo, al momento, perché forse – e sottolineo forse – davvero assisteremo all'inabissarsi di questo trappolone in alto mare.
Oppure, dovesse trattarsi solo di un po' di maretta, presto li vedremo tornare a bordo, questa volta dalla passerella.
Con affetto,
il capitano Stubing