28 AGOSTO 2010

Operazione Valchiria

Claus_von_StauffenbergCaro Direttore,
le lettere ai giornali hanno rappresentato il vero passatempo dell'estate 2010, un sudoku da spiaggia leggermente più interessante delle solite repliche dei film di Bud Spencer e Terence Hill, ma un po' più complicato da risolvere, e nel dubbio che quel che sta succedendo non fosse abbastanza chiaro, mi son detto: dai, ti scrivo pur'io.
C'è che a forza di dirlo, forse questa sarà davvero l'ultima estate del berlusconismo. Lo so, l'abbiamo già detto e sentito dire tante volte, ma questa potrebbe essere davvero la volta buona. Giuro. Forse.
Tu come te lo immagini il giorno in cui finalmente usciremo da questo lungo tunnel? Io mi immagino la gente che sciama per le strade, si sbronza, fa l'amore. Poi, il giorno dopo, un'asprina per il mal di testa e via che si cambia l'Italia, ma questa volta per davvero. Invece no, pare che, siccome di batterlo in regolari elezioni non se ne parla, ci si limiterà a un più sobrio governo tecnico. Sobrio. Tecnico. Evvai, che bello.
Perché vedi, caro Direttore, i nostri politici saranno anche incapaci, ma non sono stupidi. Se il Peroncino salta, si faranno trovare pronti, altrove, all'asciutto, altrimenti sanno che l'ondata li travolgerà tutti. E quando dico tutti, intendo proprio tutti, e sai perché? Perché quando la risacca arriva quella spazza, non fa sofismi tra alghe morte, carcasse di cetacei e molluschi. E' un rischio che persino queste amebe hanno capito al volo, sanno che se cambiamento sarà, loro si troveranno tremendamente fuori posto. E' per questo che stanno cercando di posizionarsi su uno scoglio più in alto. E su quello scoglio incatenare noi e loro (e noi a loro).
Hanno la scusa perfetta, la solita in effetti: l'emergenza, la Liberazione Nazionale, nientemeno. Il paragone l'hanno fatto loro, mica io. Bisogna mettersi d'accordo tutti, scrivere le famose regole, perché bisogna uccidere il Tiranno, poi vi faremo giocare alla Democrazia. Purchè sia chiaro fin d'ora che, se scelta sarà, sarà sempre tra i soliti, gli stessi, tutti tranne Lui, unica anomalia, cancro senza metastasi. Siamo proprio sicuri?
Come se questi 16 anni di sabbie immobili si potessero chiudere così, ribaltando la sedia del suo principale responsabile, accantonando in fretta i ragionamenti su chi è stato complice, e chi, comunque colpevolmente, ha guardato dall'altra parte. Una lunga Schindler's list, ma al contrario.
E allora, siccome in questi giorni le metafore vengon via a poco, a me è tornata in mente l'Operazione Valchiria. Si trattava di un piano d'emergenza approntato in caso nella Germania nazista ci fosse un colpo di Stato: nel 1944 alcuni gerarchi e alti ufficiali tedeschi, compreso che Hitler avrebbe straperso trascinando tutti in una disfatta irrecuperabile, provarono a ucciderlo con lo scopo di formare un governo d'emergenza – tecnico, sobrio – che trattasse subito la resa con gli Alleati che presto, inevitabilmente, avrebbero preso Berlino. Speravano di salvare l'onore della Germania, dimostrando che non tutti i tedeschi erano uguali, che qualcuno aveva saputo opporsi, e siccome io son malizioso penso anche che, più banalmente, volessero salvarsi il culo, farsi attribuire il beau geste e vedersi riconosciuto lo status di Resistenza. Che, ammetterai, è decisamente più confortevole di quello di criminale di guerra.
Conoscevo tutta la vicenda, ma non sono uno storico, proprio no, e mi sono trovato a rifletterci solo poche settimane fa, quando per coincidenza cosmica ho visto quel film che la racconta.
A un certo punto mi sono trovato a pensare che sia andata meglio così. E' stato meglio che l'attentato fallisse, che Hitler andasse a fondo nel suo folle progetto con tutto il Paese che gli aveva permesso di arrivare sin lì, che arrivassero i sovietici e gli americani e sventrassero il Reich come in fondo era giusto che avvenisse.
Se quella bomba avesse ucciso il Führer, i suoi assassini si sarebbero affrettati a dare una ripulita, mettendo al muro le SS e aprendo i lager, come adolescenti che riordinano casa dopo una festa prima del ritorno dei genitori. E poi cosa avremmo avuto, un governo postnazista di ricostruzione, qualche debito di guerra?
Eh no, caro direttore, troppo comodo. Non basta, neppure lontanamente. Te li immagini gli eroi della nostra Resistenza mettersi d'accordo coi gerarchi per far fuori Mussolini (paragone altrui, per inciso)?
Non si fa la liberazione con le congiure dei colonnelli, scrivendo una letterina, un appello ai gerarchi per bene chiedendo di far fronte comune, per il semplice fatto che non esistono gerarchi per bene, è una categoria immaginaria. Pentìti, forse, ma se così è li aspetta una lunga riabilitazione, ed è una cosa nella quale io non mi immischierei, né mi sentirei di perorare un condono. Altrimenti non è vera liberazione, di certo non è rivoluzione, non è neanche cambiamento: è, banalmente e tristemente, restaurazione.
Non lo dico io, lo dicono loro, che più chiaro non si può: mandano avanti gli intellettuali, quelli ancora oggi amati e seguiti per quanto eran bravi vent'anni fa (ah, come si diventa conservatori, quando si ha paura di tramontare) per chiarire che sì, è proprio una schifezza, ma è comunque buona e giusta, e poi la chiamano Nuovo Ulivo, nel caso qualche morto di sonno ancora non avesse capito. Ma le restaurazioni, tu mi insegni, non funzionano mai. Non funzionano per la Storia, e neppure per la fisica, perché contraddicono una legge universale, quella dell'entropia. Significa che indientro non si torna, non si può far finta che sia di nuovo il 1993, neppure appendendo alle pareti vecchi calendari.
Ma tu vallo a spiegare, quando da destra a sinistra tutti agitano lo spettro del pericolo democratico come ragione della propria indispensabilità. Come se non fossero già 16 anni, che stiamo messi così, come se oggi fosse diverso da ieri, come se un anno fa, o dieci, il Tiranno fosse illuminato mentre oggi, d'improvviso, non lo è più. Insomma questi si svegliano una mattina al grido di "non c'ero e se c'ero dormivo", e scoprono che c'è un problema, anzi un'emergenza: ma va, davvero? Non mi dire.
Dice: bisogna cambiare la legge elettorale. Certo, questa legge è inguardabile. Ma andate a prendervi i risultati del 2008: i voti sono voti, e non c'è legge che possa cambiare il semplice fatto che uno ha vinto – e di molto – e quegli altri no. Al posto loro avrei un po' di pudore, nell'usare la Costituzione come paravento per giustificare, istruzioni alla mano, la loro operazione di palazzo: perché alla fine, prima o poi, spuntare una maggioranza in Parlamento non basta più, specie se non la si sa ottenere tra gli elettori. E gli elettori italiani hanno già dimostrato più volte di non gradire questo modo di intendere – quando fa comodo – la nostra rappresentatività parlamentare. Non basta eliminare il male maggiore – quello misteriosamente eletto dal popolo – perchè al suo posto sia automaticamente premiato il male minore: non bastarono la caduta del Muro di Berlino e Tangentopoli, figuriamoci cosa può fare un governicchio.
E' vero che la Costituzione dice quel che dice, che il parlamento è sovrano, ma negli ultimi tre lustri ci avete fatto scegliere, tutti d'accordo, tra Prodi e Berlusconi, Rutelli e Berlusconi, Prodi bis e Berlusconi, Veltroni e Berlusconi, e oggi non potete dirci che è stato tutto uno scherzo perché nel frattempo vi siete dimenticati di adeguare la teoria alla pratica. Ed è peculiare notare che, in tutto questo rincorrersi in retromarcia, più il Pd involve, pur se solo a parole, in un partito di sinistra-sinistra, più diventa disponibile ad allearsi con chiunque, persino con la destra-destra. Una destra che si spera diventi moderna e democratica, d'accordo, ma quelli son cazzi loro e non vedo cosa c'entriamo noi: davvero riusciremo a metterci d'accordo su qualcosa? Non avevamo già provato il tutti contro uno, e non era andata malissimo?
Dirai: ma allora tu non vuoi la fine del berlusconismo. A dire il vero io ho sempre votato quelli che promettevano di occuparsi del problema, e ad esempio nel 1996 mi avevano garantito, tra le altre cose, che avrebbero risolto il conflitto d'interessi. Berlusconi lo si era già battuto quattordici anni fa, che è tantissimo tempo, ma è utile non dimenticarsene per non insistere nell'errore, e lo si poteva rubricare come breve e bizzarra parentesi della nostra vita già allora, semplicemente mettendo in pratica il programma col quale si era chiesta la fiducia del popolo: invece, nella stessa foga di allearsi con la qualunque, arrivammo a cercare proprio il consenso del diretto concorrente, l'odiato pericolo antidemocratico. Cosa che, non per fare il rancoroso, non sono così pronto a dimenticare. E toh, guarda che caso, quelli che all'epoca tradirono quel mandato sono gli stessi che oggi vorrebbero liberarci. Certo, come no.
Bene, caro direttore, credo di essermi spiegato e anche di essere andato lungo, anche se ho cercato di non superare le dodicimila battute che hai pubblicato l'altro giorno. Avverto un senso di ineluttabilità, e non credo quindi sia possibile far nulla per fermare quello che è in corso. L'Operazione Valchiria è partita, e niente potrà fermarla. Se riuscirà, smaltita la sensazione di aver voltato pagina, vedremo alla prova dei fatti se davvero le mezze figure di questo nostro tempo scadente sono in grado di trasformarsi e di scrivere la Storia con la esse maiuscola, o se invece non seguirà qualcosa di peggio di quel che abbiamo ora (e c'è sempre qualcosa di peggio). Se andrà come nel '44, se il complotto fallirà, se il Tiranno dovesse uscirne miracolosamente illeso, dietro la sensazione di esser bersagli di un destino cinico, spero che finalmente si capisca la lezione, e che si lavori per la Liberazione, quella vera. Lo spero proprio, malgrado tutto.

  1. Finalmente, cazzo.

    utente anonimo
  2. Come dicevano gli immortali versi, “anche se voi vi credete assolti, siete comunque coinvolti”.

    utente anonimo
  3. Molto spesso, nella vita, bisogna scegliere il minore dei mali. Se Hitler fosse stato eliminato con quell’attentato si sarebbero potute salvare milioni di vite; se avete dei dubbi andate a visitare con vostro figlio, come ho fatto io, un campo di sterminio. Tornando invece alle nostre miserie italiote qualcuno che rappresentava la sinistra italiana, che tutto era fuorché popolare ma, piuttosto, snob, ha guardato con sufficienza al ricco borghese Berlusconi e lo ha, appunto, snobbato. Ora rema in una pozza dove l’unica chance è l’attaccamento dei neoparlamentari alla loro pensione (minimo 30 mesi di legislatura…) per rientrare almeno delle spese elettorali. Non era meglio forse utilizzare gli anni di opposizione per dare un’alternativa a chi l’aveva votata, quella sinistra? Non avevano questi cittadini diritto a una rappresentanza con gli attributi maschili? Pare di no, solo lamentazioni perché uno più sveglio di loro aveva convinto la maggioranza degli italiani a votarlo. E adesso via con i pateracchi, per salvare la pensione e punire il concorrente. E non è che a destra sia nato un leader più convincente, per quegli elettori, di quello attuale. Purtroppo, ancora una volta, i nostri rappresentanti politici non sono che lo specchio di una società che, dal punto di vista socio-culturale, resta il fanalino di coda dell’Europa occidentale. Paolo Mander

    utente anonimo
  4. E' un articolo molto bello, anche se non ho capito niente. Veda di farsi passare i crampi dello scrivano, e racconti piuttosto, con fare costruttivo e non in modo farfallone, le vicende del Partito Biellese, impegnato nella costruzione della Nuova Segreteria del Nuovo Segretario Presa, insidiato dalle provocazioni neo-repubblicane di quel certo La Malfa, detto il Macellaio. E voglia lei gradire la mia stima.
    Cordialmente
    On. Salvatore Cacciapuoti

    utente anonimo
  5. Provocazioni? Farfallone? Neorepubblicane? 
    PRESA???

    utente anonimo
  6. Che sia andata meglio così, che Hitler non sa stato ammazzato, andatelo a dire a quei milioni che nell'ultimo anno di guerra sono morti, dentro e fuori i campi di sterminio. La storia non si fa con i se e con i ma. Ma le analisi storiche non si fanno sulle aspirazioni (frustrate) del presente. Chi ha voglia di alzare la testa, la alzi, ma non si dicano scemenze. Sarebbe a dire che è sempre meglio meglio toccare il fondo, rschiare la tragedia immane, piuttosto che metetrci una pezza perchè almeno poi si capisce di chi è davvero la colpa. Non è un po' cinico tutto ciò?

    utente anonimo
  7. Certo che è cinico. E' esattamente quel tipo di cinismo che viene fuori quando si tirano fuori paragoni esagerati, fatti con lo scopo di spaventare le persone e curare i propri interessi: con l'effetto che, a forza di parossismo, vale tutto, e si può dire tutto. E per inciso non mi riferisco ai mei, di paragoni.