Lorenzo, levami una curiosità: il pc su cui hai scritto questo commento a beneficio di tutti noi consumisti biechi e – ammettiamolo – un po' stronzi, è a km zero? Hai scavato nei dintorni di casa tua una cava in cui per combinazione hai trovato vene di silicio, litio e magnesio che hai estratto con utensili realizzati in proprio, e poi con questi hai avviato una produzione di componenti interamente made in Biella? E il tuo telefonino, lo hai messo insieme con un canestrello e mezzo grissino stirato, ingegnandoti come McGyver? Non si sbriciola quando lo tieni in tasca?
Troppo difficile? Ok, allora parliamo delle tue scarpe, vuoi? Sai, c'è gente che si produce da sé le scarpe che indossa: non saranno belle come quelle di Prada, ma gli unici chilometri che faranno saranno qelli che percorrerai tu stesso, quando le indosserai. L'ho visto fare in un documentario, e non mi sembra difficile: puoi recarti in un alpeggio dei nostri, comprare una vacca, ammazzarla, squoiarla, conciare il pellame, un po' di lavoro e fanculo le Nike prodotte in Cina. E con i pezzi che avanzano esce anche un bel bollito, tu pensa che roba straordinaria la natura.
Dimenticavo, che braghe indossi? Voglio sperare che siano solo di pregiato tessuto frutto della nostra art of excellence. Anzi no, perché purtroppo le lane si comprano in Asia, in Australia… un bel problema. Forse puoi provare a tosare la mucca di prima, già che ci sei, così non si butta via nulla: magari il pelo di manzo è un po' duro da filare, e il risultato finale temo che sarà un po' irritante a contatto con la pelle, e non sarà elegante come un superfine Zegna, ma vuoi mettere la soddisfazione? Vuoi mettere com'è ecocompatibile?
Poi c'è il problema delle vacanze, così d'attualità ora che è estate. Il maledetto turismo. Io vado pochissimo in vacanza, perché come diceva Tiziano Sclavi sul pianerottolo ho già nostalgia di casa, e tu come ti regoli? Se sei d'accordo farei in questo modo, nel mese di agosto io vengo a stare da te e tu da me: spero casa tua sia confortevole perché ammetto che mi piace concedermi qualche piccola comodità. Lo chiameremo homecrossing, che fa molto duepuntozero. Geniale, no? In fondo, chi ha bisogno di imparare altre lingue, di visitare il mondo e vedere come vivono le persone che stanno altrove? E' tutto uno spreco di carburante per aerei e di buffet all inclusive. A proposito d'estate: tu come fai con questo caldo? Non dico di avere la necessità di autoprodurmi un condizionatore, perché personalmente posso anche resistere, pensavo piuttosto alla conservazione degli alimenti, visto che mettere insieme un frigorifero mi pare abbastanza impegnativo. Forse dovremmo rivalutare l'antica arte di essicare la carne – il primo prodotto davvero Dop della storia – come facevano i nostri amici cavernicoli che avevano già capito tutto, mica come noi. "Mangiate carne secca, milioni di neanderthaliani non possono sbagliarsi".
Già che siamo in argomento, vogliamo parlare dell'agroalimentare? Dio mio, non dimentichiamoci dell'agroalimentare. Ad esempio, ti viene mai voglia di un sandwich (pardon, un panino, anzi 'na mica) al tonno? Come ti regoli, lo peschi nel Cervo o lo sostituisci col coregone perché ti sei accorto che per qualche ragione qui nei torrenti delle Prealpi i tonni non abboccano? Poi, sii gentile, risolvimi un problema: io sulla pasta ci grattugio il parmigiano. Lo so, è grave. Ho provato con la toma, e non voglio fare quello che se la tira, ma ti assicuro che non è la stessa cosa. Come faccio? in che modo posso mangiarmi un piatto di spaghetti come dico io senza sentirmi in colpa al pensiero dei camion che trasportano formaggio dall'Emilia Romagna a qui? Pensavo: forse, invece dei soliti pneumatici, i tir potrebbero montare direttamente le forme intere. Credevo fosse una buona idea, l'ho visto fare in un cartone animato, e almeno potremmo ridurre il problema dello smaltimento delle gomme usurate che, come sicuramente sai, è molto serio. Invece pare che non sia fattibile, maledetti gli autori Disney e la loro pubblicità ingannevole.
E il caffè, e il the? Che si fa, si torna al succedaneo e alla cicoria come quando c'era "lui"? In effetti, c'è ancora gente che lo rimpiange, quindi forse qualcuno ha pure nostalgia del Cafioc, del Lanital, del Vibram, del Coriacel e di tutti i surrogati dei bei tempi andati. L'autarchia era una gran pensata, diciamocelo, e per gli italiani è stata un vero spasso. Peccato che poi abbiamo dichiarato guerra alla Francia e tutto è andato a ramengo, maledetti mangiarane. La prossima volta, piuttosto, facciamo una bella guerra a chilometri zero, come hanno fatto gli jugoslavi con apprezzabili risultati.
Cominciamo da questo: costruiamo una bella cinta muraria intorno a ogni città, e produciamo tutto in loco. Massì, impariamo a fare a meno del libero scambio e di tutti i disastri che comporta: rinunceremo purtroppo a esportare i nostri prodotti, ma almeno non dovremo più importare quelli altrui. E se avremo le pezze al culo, saranno le nostre pezze, non c'è paragone.
In fondo si tratta di applicare un modello di federalismo antico e collaudato: si chiama Medioevo.
-
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- dicembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
- gennaio 2011
- dicembre 2010
- novembre 2010
- ottobre 2010
- settembre 2010
- agosto 2010
- luglio 2010
- giugno 2010
- maggio 2010
- aprile 2010
- marzo 2010
- febbraio 2010
- gennaio 2010
- dicembre 2009
- novembre 2009
- ottobre 2009
- settembre 2009
- agosto 2009
- luglio 2009
- giugno 2009
- maggio 2009
- aprile 2009
- marzo 2009
per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l'albero, per fare l'albero ci vuole il seme
seme a kilometro zero però
se non ricordo male
A.
Tutte domande molto interessanti, le tue, ti sei però dimenticato quella che forse è la più importante di tutte, ovvero: ma questi, secondo te, ci sono o ci fanno?
beh, grande vena, ho goduto molto…
Quanto alla questione, io mi fermo anche solo alla superfice: immaginare wilmer come la sibilla cumana che risponde su qualsivoglia quesito è straordinario: solo un'esistenza in questo periodo priva di ventilatori/ventagli/bevande fresche potrebbe arrivare a tanto.
Per di più, immaginare che domande, pur se così demenziali riferite a un aspetto incredibilmente specifico e, diciamolo, marginale, della produzione, a quel sottile ambito in cui l'impresa può credo serenamente fare un po' come diavolo gli pare, possano trovare risposta nel personale politico, beh, ragazzi, qui abbiamo sfondato un muro che neanche Ionesco…
mc
E' sempre un piacere leggerti Paolo
il vibram però c'è ancora mi pare
Beppe
Ti ho visto particolarmente ispirato. E quando sei così dai il meglio di te:molto meglio di quando sei malmostoso!
Ho letto il tuo pezzo al termine di una giornata lunga, in compagnia di un bicchiere di Lambrusco (scelta strana, ma di livello). E' stato uno spasso.
Fab
sicuramente i 200 lavoratori saranno a Km 0!
fabio m
In Svezia le foreste sono aumentate negli ultimi decenni, nonostante l'uso intensivo del legname.
Mobili a basso costo coniugati con una poltiica seria di salvaguardia-manutenzione del bosco danno questo risultato. Come ha detto un saggio su facebook, che credo mi preceda nei commenti, se il laboratorio si inserisse in un percorso del genere, forse avremmo anche dei benefici territoriali e paesaggistici, oltre che a livello occupazionale. Ma sinceramente, davanti a centinaia di posti di lavoro che vanno in fumo, un'occasione del genere (non un petrolchimico, una centrale tossica, un termovalorizzatore, si parla di un laboratorio di falegnameria) inizierei per intanto a non farmela scappare.
I contratti d'insediamento sono un punto di merito di una giunta regionale ben precisa, quella di centrosinistra. Che la giunta Cota li possa usare oggi è un fatto positivo, ma ricordiamoci la paternità del provvedimento. E speriamo che sia lo strumento giusto per dare fiato ai lavoratori biellesi.
Marco Barbierato.
I contratti di insediamento sono un'eredità della Giunta Bresso che la Giunta Cota spaccia per "cosa sua" , ma i veri motivi che hanno consentito l'apertura nel biellese della nuova azienda che, tra i suoi clienti, annovera anche Ikea , sembra siano dovuti esclusivamente alle favorevoli condizioni sindacali che consentono di operare in un clima meno conflittuale e di maggiore flessibilità. Chi l'avrebbe detto, caro Paolo, che nulla c'entrano i collegamenti autostradali (ecco perchè non servono a nulla), la professionalità delle maestranze, nonchè i finanziamenti a fondo perduto che rappresentano solo il 10% dell'investimento. Una bella sommetta, per carità, ma non tale da essere determinante per la decisione finale.
L'insediamento era stato inizialmente localizzato a Cerrione, poi a Vigliano ed infine a Quaregna ha potuto felicemente concretizzarsi senza nuove costruzioni ma attraverso il recupero di aree industriali dismesse. Un bel risultato, non c'è che dire, che ha rischiato il flop per una serie di circostanze che , per carità di Patria, non sono mai emerse. Come si dice in questi casi: tutto è bene ciò che finisce bene! Sursum corda.
Buondì Paolo, devo ammettere che è parecchio spassoso il tuo post, sai scrivere bene ed è un piacere leggerti, veramente. Credo poi di avere una dose di autoironia quindi.. complimenti per il pezzo
Detto questo credo ci sia anche da fare un'analisi più approfondita. Ti sembrerò un hippy o altro, ma io faccio verametne attenzione a queste cose, ai km zero e alla sostenibilità. Credo cidebba essere coerenza il più possibile, ove possibile, tra il dire e il fare.
Ad esempio le scarpe che citi, io le sto cercando e sto vedendo se riesco a comprarle, te le consiglio: http://www.astorflex.it/wp/
Rispetto all'homecrossing ti consiglio il Couch Surfing
il caffè, così come ciò che si può solo importare, andrebbe preso dall'equo e solidale.
Mi spiace che tu dica:"In fondo si tratta di applicare un modello di federalismo antico e collaudato: si chiama Medioevo.", credo che tu così facendo stia prendendo in giro realtà come i Gruppi di Acquisto Solidale e il Movimento per la decrescita felice. Ma forse non sai nemmeno cosa sono, in ogni caso son sempre disponibile a darti consigli per gli acqujisti (è proprio il caso di dirlo) e son sempre disponibile se te ne hai altri da darmi. Ci sono per le risate, ma contami anche per le cose che determinano la sopravvivenza del pianeta, cioè la sostenibilità.
Lorenzo
Scusate sono della " Phoenix Foundation " e voglio diffidare ad usare il nome di un nostro dipendente tale " MacGyver " nelle vostre discussioni e nelle vostre diatribe,
Director of Operations
Peter Thornton
Lorenzo, una cosa che imparerai con l'età è che nessuno riesce a giocare contemporaneamente in tutti i ruoli, e quindi fare quello che sa stare allo scherzo vestendo allo stesso tempo i panni del professorino sono due cose che mal si accompagnano. Presumere che io non sappia cos'è il commercio equo e solidale, o che io non sappia cosa sono i Gas, è un'offesa alla tua intelligenza più che alla mia, anche perché, per esempio, nel programma per le primarie che avevo presentato a gennaio, pubblicandolo proprio qui, li citavo direttamente come esempio di buona pratica. Avevi insistito tanto perché io scrivessi un mio programma, adesso scopro che non lo avevi neppure letto?
Ma, aldilà delle cose che tu credi di sapere che io non sappia, il problema è purtroppo più grave. Riguarda un certo modo di semplificare le cose, che nella comprensione e nella risoluzione dei problemi può causare problemi molto seri: perché la realtà è più complessa di come la vorresti raccontare tu.
Quando chiedi – a un consigliere regionale, peraltro, e non mi pare l'interlocutore più adatto – se una fabbrica di comodini Ikea in apertura in zona userà legno a chilometri zero, con tutto quel che comporta una produzione industriale come quella del marchio svedese, forse pensi di dimostrare di saperla lunga, invece stai banalmente dicendo una stupidata. La media dei lettori di Popolino è piuttosto intelligente e di certo non devo spiegare loro che mangiare le zucchine dell'orto è cosa buona è giusta, ma che lo sviluppo sostenibile, la ragionevole decrescita e il ridimensionamento dei consumi sono cose su una scala un tantinello differente. Loro lo sanno, ma forse bisogna spiegarlo a te.
L'altro problema riguarda lo stile, il luogo e il modo con cui le domande vengono fatte: non con lo scopo di aprire un dibattito o far passare un'informazione, ma solo col fine strumentale di creare una difficoltà ad altri e giovarsene da un punto di vista biecamente politico. C'è sicuramente tutto un pubblico pronto a farsi affascinare da un simile approccio, ma ti avviso che non dura. E soprattutto non attacca, non qui.
Ps: il commento 10 mi ha fatto davvero ridere.
E' proprio perchè l'hai scritto nel programma che ho accennato ai GAS. Ma sei iscritto al GAS, tra l'altro?
"Quando chiedi – a un consigliere regionale, peraltro, e non mi pare l'interlocutore più adatto – se una fabbrica di comodini Ikea in apertura in zona userà legno a chilometri zero, con tutto quel che comporta una produzione industriale come quella del marchio svedese, forse pensi di dimostrare di saperla lunga, invece stai banalmente dicendo una stupidata".
Premettendo che mi pare sia tu a fare il professore (tra l'altro non importa se uno fa il professore, ma se dice delle cose sensate), ti assicuro che non voglio assolutamente dimostrare di saperla lunga. Era una banale domanda. Ma le domande a quanto pare ad alcuni tesserati PD generano il panico.
Buona giornata,
Lorenzo
Lorenzo, tu confondi il panico con lo studio dei fenomeni quantistici.
Ps: non so perchè dovrei giustificarmi, ma facciamo finta di niente. Non sono iscritto a un Gas, mia suocera ha l'orto. Serve altro? Devo pubblicare i miei ultimi esami?
Beh mi pare evidente che il sarcasmo con cui hai argomentato in grande stile dimostra l'approssimazione dell'approccio!
Ma avanti tutta! Divertiamoci e ridiamo!
Felice che tua suocera abbia l'orto. Spero per te che continui a lavorarci, perchè sennò dovrai recarti dalla grande distribuzione. Ah dimenticavo io non compro ortaggi con i Gas. Se vuoi trovi informazioni online su cos'è un GAS.
Ops sono stato polemico. Perdonami.
Claudio
PS Lorenzo la strada è ancora molto lunga. E la gente fa fatica a fermarsi a riflettere davvero.
Caro Paolo, mi pare che spiega già molto il fatto che non fai autoproduzione, non sei iscritto a GAS e non hai l'orto. Non è assolutamente una colpa, ognuno è libero di vivere come preferisce.
Semplicemente probabilmente non fa parte dei tuoi interessi, così come io probabilmente sono ignorante su altro.
Ti auguro una buona giornata,
Lorenzo
Credo di saper usare la rete piuttosto bene, e credo di essere in grado di informarmi, visto che per farlo mi pagano persino. Qui non sono io, quello che non vuole fermarsi a riflettere. Vedo invece qualcuno che semplifica, qualcuno che pensa di aver capito tutto, qualcuno che pensa di usare una ragione non per sanare un torto, ma per ricavarne un vantaggio.
'azz!
è una decina d'anni che promuovo il commercio equo, ragiono sulla sostenibilità, sui Gas etc. e non mi sono mai iscritto a un gruppo d'acquisto.
Qualcuno sa dove posso trovare un confessionale aperto a quest'ora?
@Paolo: mammasanta ma che vantaggio dovrei ricavarne, che piano diabolico avrei architettato con quella semplice domanda al tuo Ronzani che strenuamente vieni a proteggere?
Accidenti ho fatto una semplice domanda, ma non ho avuto risposta, bastava dire: "guarda non lo so", invece tirate su un pandemonio.. leggete bene l'immagine, possibile che da due righe tiriate fuori parabole del genere? Sarà l'estate e il caldo ragazzi miei.
Buona serata a tutti,
Lorenzo
Buon giorno.
Sono un cassiere dell'Esselunga che se tutti si fanno le patate per i cazzi propri, si lavano la testa con le uova di piccione o si puliscono il culo con qualche arbusto della Burcina, io resto disoccupato.
Vorrei dunque portarmi avanti coi lavori e lanciare una mia "autoproduzione" (sarebbe poi possibile avere una stima, presumo in tonnellate annue, dell'autoproduzione con la quale il Lorenzo tappa il buco nell'ozono?), ma abito al sesto piano di un palazzo di via Rosselli e sul balcone, al massimo, mi ci stanno due rami di salvia.
Comprerei volentieri una bella libreria in mogano di Oriomosso, scolpita a mano da un falegname della valle per abbellirre il mio bilocale 8×4, ma il primo preventivo mi e' venuto fuori di 8.000 euro senza la posa. Il Psorgnakhfustnroffjjjjkinshengtrempskuf dell'Ikea pur essendo un filino meno solido e nonostante abbia macinato qualche chilometro desertizzando parte della Mongolia occidentale, e' forse piu' alla portata del mio salario.
Fatemi sapere se organizzate dei corsi per produrre pannolini con i copertoni usati dei tir, comunque, che un figlio costa e io son molto interessato.