13 LUGLIO 2010

Cloppete cloppete

risikoNon ci sono più i comunisti di una volta. Oppure, qui una volta era tutto Pci. Fate voi, quel che conta è che ieri sera si è svolto il congresso del Pd di Cossato, in quello che un tempo era pieno feudo rosso e militarizzato, e il candidato alternativo, fuori dalle solite logiche d'appartenenza, ha vinto, stravinto. L'avversario, l'ex segretario del Pci degli anni Ottanta, invece, ha appreso a sue spese una dura lezione. Qualcosa succede, dopotutto.
Sono andato ad assistere al dibattito, con qualche speranza nel cuore, e ho deciso che ne avrei comunque scritto oggi, per fare il punto della situazione, a prescindere dal risultato. E' andata molto bene e quindi non mi lamento, anzi.
In questo mese scarso di riunioni di circolo che hanno il compito di eleggere il prossimo segretario del Pd – mancano tre appuntamenti minori, poi giovedì sarà tutto finito – non ho fatto molta cronaca, cosa per me insolita, ma ho seguito da vicino i lavori, ho tenuto un paio di presentazioni e ho visto consolidarsi, intorno alla candidatura di Stefano La Malfa, un risultato che a mio modo di vedere ha del clamoroso e che alla fine si assesterà al 40 per cento. Per un candidato nato dal basso e senza la benedizione dei poteri forti (anche se forse ora si dovrà ribattezzarli) non è niente male. E' un eufemismo, chiarisco per i duri di comprendonio.
E' il segno, non più mascherabile, di una voglia di cambiamento che nel Pd biellese non ha più freni, ed è anche il risultato di un lavoro sistematico, ma tutto sommato breve, considerato che è iniziato solo un anno fa, partendo da un assunto piuttosto palese per chiunque sia in grado di fornire un giudizio sereno e minimamente oggettivo: che chi guida il partito ha fatto troppi errori, non pare in grado di correggersi e quindi va cambiato. Punto e a capo, non mi sembra difficile. Eppure, quanta fatica per far passare anche le cose più ovvie.
Davvero la classe dirigente di questo partito non convince più, e resta del tutto incapace di fare autocritica sugli sbagli commessi e caramente pagati: di conseguenza, di fare passi indietro nemmeno se ne parla, anzi la strategia è quella di aumentare la presa sul partito, proprio perché si sta sgretolando fra le dita. Se non fosse che questi leader difendono le loro posizioni con molta più grinta di quella che impiegano nella politica vera – facendo anche terribili errori di valutazione, però – la marea montante del dissenso avrebbe già scavallato la china del fatidico 50 per cento. Ma, ripeto, questo è il risultato di un solo anno di lavoro, altri 12 mesi e ne riparleremo. Che in pochi mesi questo progetto realmente alternativo abbia superato così tante diffidenze è già un fatto significativo in sè.
Dopo l'ottimo risultato di Biella, il successo in molti circoli più piccoli e la tenuta in altri, la vittoria a Cossato è quindi importante per molti motivi. Primo, perché il candidato d'apparato è stato smentito proprio laddove l'apparato ha sempre spadroneggiato, e con conseguenze micidiali, ultima e più importante la sconfitta alle amministrative dello scorso anno, in un Comune dove si amministrava dal dopoguerra, ininterrottamente. Secondo, perché Cossato dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che la scelta di Raise come candidato era sbagliata. Nel merito, oltre che nel metodo da puro centralismo democratico.
Lo si era detto più volte, che questa dirigenza arrogante prima o poi avrebbe tirato la corda fino a romperla, approfittando oltre misura della cieca obbedienza dei militanti storici. Con Raise quel fosco presagio si è improvvisamente avverato, e c'è poco da stupirsi visto che – aldilà delle competenze che non voglio discutere – a una scelta che è stata vissuta come imposta dall'alto e puramente dirigistica si è aggiunto il peso squisitamente caratteriale della persona indicata, poco empatica (a esser generosi) se non, per alcuni, decisamente indigesta. Nulla di male in questo, la politica non è una gara di simpatia. Ma che sia anche una questione di rapporti umani questo è sicuro, e sono cose di cui bisogna tener conto, sia per una sana autoanalisi, sia quando un gruppo di lavoro valuta la bontà di una scelta. Tutte obiezioni ragionevoli, fatte notare a suo tempo, all'interessato quanto ai suoi potenti sponsor: inutilmente, e queste sono le conseguenze.
Per essere una candidatura presentata con la pretesa di essere unitaria, se i risultati dovessero essere questi (e saranno questi, perché ormai fuori dal conto son rimaste solo le briciole), io francamente mi chiederei se non sia il caso di ritirarsi per rifare tutto daccapo, questa volta democraticamente, ma sul serio. Ma io sono io, e quindi non succederà.
La macchina del consenso non ha più consenso, e noncurante di una situazione finanziaria prossima alla bancarotta usa i telefoni della sede (e quindi di tutti) per tempestare di telefonate i miltanti e chiamarli alle armi a sostegno di una delle parti in causa. Peccato che all'altro capo del telefono quegli stessi militanti stiano sbadigliando, e non ne vogliano sapere più niente. Uno scenario devastante, me ne rendo conto, e non ci sono dubbi su quali siano i responsabili.
La colpa è sia di quelli che erano partiti in tromba per ricostituire una forma camuffata del Pci più vetero, sostanzialmente fraudolenta rispetto a ciò che il Pd dovrebbe essere, sia di quegli altri che vengono dall'opposta sponda fondativa cattolica-popolare e sono così critici a proposito di come è gestita la baracca, salvo poi trovare sempre un modo per accordarsi e insediarsi come parassiti. Intanto, mentre quelli trigano, alle loro spalle, i rispettivi elettorati, la famosa base, sta comprendendo che è giunto il momento di trovare terreni un po' più fertili (purtroppo, anche fuori dal Pd). Gli scricchiolii si sentono quindi già da un pezzo, è stato irresponsabile ignorarli e non sono limitati a Cossato o a Biella.
Gli esempi non mancano: il tesseramento è la metà di quello del 2009, la partecipazione a questi congressi scarsa oltre ogni dire; al congresso di Mottalciata, che pure era in programma ieri sera, non si è presentato nessuno (e intendo dire proprio nessuno), mentre a Vallemosso, dove già sapevamo che avremmo perso, su 43 aventi diritto hanno votato in sette. In una situazione del genere, l'idea migliore venuta ai lungimiranti leader biellesi del Pd è stata quella di evitare qualsiasi confronto democratico su una bazzecola come l'elezione del prossimo segretario provinciale, imponendo un nome inviso scelto a tavolino e lanciando come se non bastasse una fatwa contro la sola idea che potesse esserci una competizione anzichè un candidato unico.
Bravi, continuate così. Solo, non sentite galoppare alle vostre spalle? Siamo noi, siamo quegli altri, quelli di cui non vi curate mai. E stiamo arrivando.

  1. Grazie Paolo per le Ottime Notizie !

    Basta con la vecchia oligarchia di partito, è ora che vadano a zappare la terra anche se ho dei seri dubbi, dopotutto la terra è bassa :-)

    utente anonimo
  2. Chiedo il copy right per l'immagine, anche perchè mi pare che siamo in linea sulla scia degli illusi…
    rp

    utente anonimo
  3. Cavolo, è vero! E' stata proprio una suggestione…

  4. La cosa più surreale di questi congressi è vedere gli ex assessori compagni di giunta nella passata amministrazione spendersi e sperticarsi per Raise, quando non solo tra di loro si odiano, ma quando governavano era letteralmente impossibile convincerli a farsi fotografare assieme (e infatti di questa cosa si è anche pagato il conto), altro che sostegno reciproco. Proprio vero che la disgrazia crea strani compagni di letto.

    utente anonimo
  5. Caro Pop, sono quasi imbarazzato dal vedere con quali e quanti paraocchi il politburo finga di non vedere la realtà e tiri diritto (per dirla come la direbbero gli altri..). Di recente ho avuto un incontro (accidentale, ti dirò) con qualcuno tra questi sostenitori dello status quo – dei cui dettagli ti racconterò, se capita d'incontrarsi – e quando ho posto la questione dei termini dell'espressione del candidato a segretario provinciale, mi è stata ulteriormente contrapposta la teoria del PARTITO. Un'idea stolida di formazione politica tutta fatta di incarichi, deleghe, ruoli, discussioni, congressi, comizi e via discorrendo.. Un'idea di vecchio PCI, ma svuotata di tutta l'etica dell'appartenenza in ragione dell'estetica dell'apparato.. E subito ho sentito odore di vecchie poltrone di pelle intrise di fumo di nazionali esportazione, di sedie di fòrmica e perline in legno scuro.
    La cosa che più mi ferisce, politicamente obviously, è la totale mancanza di rispetto per le aspettative di tutti quegli elettori che ancora vorrebbero votare a sinistra, ma si trovano di fronte non un portato di teorie politiche, ma un baule di macerie degli anni che furono.. 
    Dell'eredità di quelle vicende (faticose, controverse, ma importanti), restano da una parte il comunismo alla salamella delle feste dell'Unità (o dei Modena City Ramblers, IMHO), dall'altra la socialdemocrazia borghese di chi difende un suo proprio  spazio sul palcoscenico elettorale, ma non rappresenta alcunchè.. Forse nemmeno più i propri interessi, talmente radicati (loro, non gli interessi) nel passato da perdere di vista anche l'opportunismo di una scelta di apertura. Perché se si vince, si vince insieme, loro compresi.. Saluti cari, lbb

    utente anonimo
  6. C'è sempre un momento, nella storia delle grandi aziende, in cui il delirio di onnipotenza a proposito del potere che si pensa di esercitare sui clienti fa sì che si sia portati a credere che si possa vendere anche lo sterco, purché col proprio marchio sopra. La compagnia della Coca Cola fece un  simile clamoroso errore negli anni Ottanta, ma ebbe il buon senso di capirlo e di rimediare in fretta, e dell'amministratore delegato che ebbe la brillante idea non si sentì più parlare. Riusciranno i dirigenti del Pd ad avere la stessa lucidità o provocheranno la chiusura della bottega in preda ai loro deliri di onnipotenza?
    Roxanne LaMarque

    utente anonimo
  7. Il risultato di Cossato (ma anche quello complessivo) è certamente importante e merita riflessioni.
    Mi permetto, però, di invocare il rispetto per l'espressione di voto fatta dagli iscritti. Rispetto e ringraziamento per quelli che ci (mi) hanno appoggiato, ovviamente, la cui fiducia ci (mi) onora moltissimo. Ma anche per quelli che hanno votato Raise, condividendo la scelta fatta da chi gli ha chiesto di diventare segretario (ma chi glielo abbia chiesto, ancora, non è dato sapere).
    Non condivido assolutamente il metodo, né partecipato, né unitario che ha portato all'espressione della candidatura Raise, ma prendo atto, col massimo rispetto di chi ha operato la scelta di votarlo, del fatto che gli iscritti lo hanno designato come prossimo segretario.
    I voti sono sempre tutti buoni. Anche i voti contrari alla propria proposta.
    stefano la malfa

    utente anonimo
  8. Hai ragione Stefano, massimo rispetto, però un po' di goduria è consentita, no? La goduria del perdente, tra l'altro… che poi è il sale della competizione, godere, qualcuno dovrebbe ficcarselo in capoccia.

    utente anonimo
  9. lo dici a me? Ieri volevo abbracciare persino le zanzare a Cossato…

    slm

    utente anonimo
  10. Condivido le parole di Stefano, auspicio di quello che spero sarà un lavoro proficuo per il nostro partito all'indomani della fine dei congressi.

    A Cossato una via unitaria (per il circolo intendo) è stata intrapresa coinvolgendo tutti. Ma intendo tutti, anche figure "dormienti" da tempo, di ogni anima. Sono stati contattati, ri-coinvolti, e anche quando hanno declinato l'offerta di un impegno attivo hanno comunque nella maggior parte dei casi apprezzato di essere stati interpellati. Questo ha portato alla mia riconferma alla guida del Circolo, sostenuto da un direttivo di 20 uomini e 20 donne che coniuga spinta innovativa e coinvolgimento delle figure che storicamente hanno speso tempo e impegno per Cossato e per il suo centrosinistra.

    Spiace, come nota amara, che circa 20 iscritti dopo il 21 luglio 2009 non abbiano potuto esprimersi con il voto. Sarebbe stto il miglior segnale di fiducia, partecipazione e coinvolgimento per chi, nonostante le beghe e le batoste, ha deciso di aderire al progetto PD (e credetemi, ci vuole coraggio e passione. Quest'ultima, ultimamente, anche in senso biblico).

    Chiudo col mio mantra: il rinnovamento non è un fatto soltanto anagrafico, ma soprattutto di metodo e idee.

    Un grazie a Stefano La Malfa e un grazie a Doriano Raise per l'impegno che hanno impiegato. Se, come tutto lascia supporre, Raise sarà il prossimo segretario provinciale, lavoreremo insieme per il PD e per il Biellese. E Stefano, con i delegati eletti (altro fatto significativo, fra i delegati che dovrebbero essere eletti per Stefano sinora ci sono, senza calcoli e senza bilancini, più donne che uomini. Forse, la parità vera la si ottiene con il coinvolgimento, non con le quote rigidamente sterili) saprà dare un contributo preziosissimo per costruire il PD plurale, moderno, partecipato e coinvolgente che gli iscritti, i circoli, i cittadini meritano e vogliono.

    Marco Barbierato

    utente anonimo
  11. RAISE FORSE NON SARA' IL MASSIMO..
    MA LA MALFA E' STATO SCELTO PERCHE' HA DATTO DI SI
    QUANDO TUTTI HANNO RIFIUTATO . . .
    MA CHI E' STO LA MALFA COSA HA FATTO FINO ADESSO
    E POI .. IL VOTO NON E' CONTRO RAISE (QUELLI CHE HANNO VOTATO NO INTENDO)
    MOLTI HANNO VOTATO X DISSENSO SENZA LEGGERE E SENTIRE NEANCHE I PROGRAMMI
    E POI NON TROVO CORRETTO CHE STEFANO NON SI SIA PRESENTATO IN TANTI POSTI.. . . . . PERCHE' IN FERIE E HAI PARLATO TU PAOLO COSSEDDU …
    ORATORE ECCELSO .. VUOI ESSERE CORRETTO RIFARE TUTTO VA BENE MA FUORI DALLE BALLE ANCHE STO STEFANO

    utente anonimo
  12. Il commento dell'anno, non ci sono storie.

  13. Complimenti a Stefano e al gruppo che lo ha sostenuto. Rispetto per gli iscritti che hanno votato Raise ma  non per i dirigenti che lo hanno imposto con una scelta miope e spartitoria . La logica è talmente perversa che mi sembra studiata con metodo per affossare il partito . Un grosso in bocca al lupo a chi vorrà  tentare di opporsi dall'interno a questo disegno.Io per il momento resto alla finestra per vedere come andra' a finire con la speranza ridotta al lumicino , CC 

    utente anonimo
  14. Caro #11
    Tolto il fatto che il tuo commento è un puro FLARE  e su un qualsiasi blog o forum saresti già etichettato come BM volevo scriverti tre cose.
    Punto 1: deduco che tu sia del partito …. la cosa mi spaventa.
    Punto 2: Se  La Malfa è in ferie o al lavoro e va un altro a parlare al suo posto nn ci vedo nulla di male
    Punto 3: cit " LA MALFA E' STATO SCELTO PERCHE' HA DATTO DI SI
    QUANDO TUTTI HANNO RIFIUTATO " io se vero o no nn lo so. Quello che so è che dopo un pò di assenza mi reco all'assemblea di Biella, incontro Zuccolo, scopro che è candidato al circolo, gli faccio i complimenti e dico " Cavoli nn pensavo volessi prenderti tale responsabilità!!" lui mi risponde : " neanche io, lo ho scoperto 3 giorni fa…..(a voi interpretare)".
    Altro esempio un pò datato. Passo in sede per vedere un PC ed era l'ultimo giorno per candidarsi al Provinciale. Accanto me c'è chi fa un giro di telefonate a tutte le donne del partito. Dopo un niente di fatto De Lima, giustamente incazzata, dice: "se proprio nn lo vuole fare nessuno mi tocca farlo a me! Lo farò io…."
    Per concludere nn so come sia andata con La Malfa MA SO perfettamente come è andata altre volte!!! .

    Magari il tuo ego nn è all'altezza ma almeno buttaci una firma! Saluti Umbo!

    utente anonimo
  15. e finalmente anche questo blog ha il suo eNZO!

    mc

    p.s. Paolo, sarebbe utile, a mio avviso, trovare il modo di riportare anche la discussione che questo post ha scatenato questo pomeriggio sul profilo FB che mi hai segnalato…è gustosissima e merita una più ampia platea…

    utente anonimo
  16. I METODI NON CAMBIANO
    AL N. 11 DICO NON CONDIVIDO MA APPREZZO LA TUA SINCERITA'
    AGLI ALTRI SIETE PEGGIO CHE MAI
    NON ACCETTATE LE IDEE ALTRUI

    utente anonimo
  17. Al signor 11 non dico nulla.
    Quando uno si espone, come ho fatto io in occasione di questa candidatura, si presta anche a critiche. Il criticarmi perché ho saltato alcuni congressi perché ero in ferie, programmate e improcrastinabili, con la mia splendida famiglia, non mi sembra grave.
    Sul "fuori dalle balle", purtroppo, lo devo deludere: il 40,5% degli iscritti mi ha chiesto di impegnarmi, insieme a quelli che mi hanno sostenuto, nel partito. Ma, caro 11, ti rassicuro: tra vent'anni non sarò certamente ancora qui a romperti le balle.
    stefano la malfa

    utente anonimo
  18. ho una considerazione veloce veloce da osservatore esterno, dettata dal fatto che, vista da qui, la candidatura del mio amico Teto sembra essere stata accolta da parte dell'establishment con un po' di fastidio, come quando ti pizzica una zanzara. Come se mettersi in gioco attraverso un banale (ma sempre consigliabile) processo democratico fosse un modo di spaccare il partito. Ricordo un commento, per esempio, al post di Popolino sull'autostrada (su cui avrei voluto commentare, maledetto tempo che manca…) che diceva di starsene zitti, che uscire pubblicamente con certi temi divideva il partito.
    Quell'anonimo commentatore che cosa penserà dell'europarlamentare Gianluca Susta (riconfermato a Bruxelles, uno dei pochi successi del centrosinistra nostrano, probabilmente anche con voti di democratici che non hanno mai votato diccì in vita loro), e del suo convegno con rutelliani e Udc? E delle dichiarazioni riportate da "il Biellese", in cui il partito lo spacca da dentro, e senza mezzi termini?

    Preferisco Teto, che si mette in gioco e lancia una proposta, ma da dentro, con assoluta coerenza. Chi pensa che il Pd sia finito (come sembrerebbe pensare Susta), sarebbe coerente solo se lasciasse il partito.

    canna

    utente anonimo