2 LUGLIO 2010

Il mozzaorecchi

sylvester_stallone_rambo_first_blood_movie_image__4_Buongiorno e benvenuti a questo primo incontro di formazione politica per militanti del Partito Democratico. Oggi parleremo di un ruolo oscuro e ingrato, ma molto importante: quello del mozzaorecchi. Il mozzaorecchi, spesso ma non necessariamente di giovane età, è colui che i dirigenti di prima fascia utilizzano per gestire le attività più spiacevoli della vita di partito.
C'è bisogno di screditare un avversario interno? Di piegare qualche contorto regolamento per ottenere un vantaggio indebito? Di far saltare una trattativa che non si vuole vada in porto? Di intimidire tesserati non allineati con minacce più o meno velate? I veri leader non amano sporcarsi le mani rischiando di offuscare la propria piacionesca immagine con questi compiti spiacevoli eppure necessari, e per questo hanno bisogno di affidarsi al mozzaorecchi.
Il mozzaorecchi è di norma giovane (ma si ricordano anche eccezionali mozzaorecchi in età da pensione), allevato in batteria e scelto fra altri suoi coetanei per la voracità con cui vuole cibarsi del mangime altrui. Mozzaorecchi non si diventa, ci si nasce e ci si ritrova per istinto, per vocazione naturale che l'allevatore deve saper riconoscere e incoraggiare, approffittando quanto basta della triste consapevolezza che comunque in cuor suo possiede. La sua incontenibile voglia di sopraffazione, se accompagnata a un'evidente incolmabilità tra le sue ambizioni e le sue capacità effettive, lo rende facilmente condizionabile da qualsiasi promessa, ancorché vaga e palesemente irrealizzabile.
Come in quel grande Paese Democratico che è l'America, infatti, anche i governanti del Partito Democratico possono aver bisogno, occasionalmente, di qualcuno disposto ad andare in guerra per difendere i loro interessi e mozzare le orecchie ai nemici. E' il classico sporco lavoro che qualcuno deve pur fare, ma non è il caso di fargli troppa pubblicità. I cittadini fiduciosi nei propri leader preferiscono non sapere – o fingere di non sapere – che coloro a cui danno il voto e che baciano i loro bambini sono gli stessi che ordinano il massacro di popolazioni inermi.
I leader lo sanno bene, ed è per questo motivo che le loro promesse ai mozzaorecchi sono vane. Quando il mozzaorecchi ha portato a termine la sua terribile missione, e se ne torna in patria coperto di sangue, è solo un reduce sporco e guastato dalla guerra che nessuno vuole più vedere, non sta bene che cammini per le rispettabili strade del vicinato e di certo non è pensabile che venga accolto da una fanfara. Nessuna decorazione per lui, nessuna medaglia al valore. Solo la personificazione della cattiva coscienza di tutti, che va nascosta in un angolo oscuro per poter proseguire con la propria vita tranquilla e comoda.
Pur avendo salvato lo status quo, il mozzaorecchi non riceverà nessuna ricompensa, non sposerà la ragazza più bella della città, che nel frattempo si è fidanzata con un giovane tanto per bene, rigorosamente riformato, e men che mai ne diventerà il sindaco. Neppure il segretario.
Curerà le ferite del suo corpo con la scadente mutua a disposizione dei reduci, e si imbottirà di psicofarmaci per lenire quelle dell'anima. Un mozzaorecchi in tempo di pace non serve a niente, ma si ricorderanno di lui quando ci sarà da compiere un'altra tremenda missione, una di quelle che nessuno accetterebbe. Sempre che nel frattempo non abbia perso un arto o due, diventando l'ennesimo vecchio soldato inutile, senza guerra per cui partire né famiglia a cui tornare. Un milite ignoto, senza una vedova a piangerlo né fiori sulla tomba, caduto per il bene della nazione.

  1. Ma a me sembra proprio di aver indivinato il profilo del "mozzaorecchi"…vinco qualche cosa se svelo il mistero ai/lle lettori/ici di "popolino"?
    rp

    utente anonimo
  2. Paolo (e passami la confidenza),
    non mi capita mai di rimpiangere di non essere biellese, se non quando leggo i tuoi post e invidio chi capisce di chi stai parlando.

    Continua!

    Roberto

    utente anonimo
  3. No, non si vince niente. In guerra perdono tutti.

  4. rp, mi permeto pur non conoscendoti: il mozzaorecchi non è chi dici tu, non è una persona. E' un archetipo, e tutti noi ne incontriamo tantissimi, specie in politica, anche quelli che non sono di Biella come me.
    Susy (Pd di Modena)

    utente anonimo
  5. No, no Susy, il mozzaorecchi in questo caso, conoscendo il PD biellese, è proprio una determinata persona. Come lo sono tutti i mozzaorecchi nei vari partiti nelle varie parti d'Italia. Sarà anche un archetipo ma essendoci il libero arbitrio, ognuno può decidere o meno di aderirvi.
    rp

    utente anonimo
  6. rp, non mi sono spiegata, intendevo dire che non è "solo" la persona a cui ti riferisci tu, chiunque essa sia, ma è proprio una categoria di esseri umani in politica.

    utente anonimo
  7. Ah ok, non c'eravamo capiti, concordo e sottoscrivo.
    ciau
    rp

    utente anonimo
  8. My name is Wolf….

    A.

    utente anonimo
  9. Ciao il "Mozzorécchi" è anche l'avvocato in vernacolo romanesco. Comunque io odio le guerre, non ci sono vincitori ma solo morti.