Mentre tutti gli uomini di buona volontà erano in altre faccende affaccendati, ieri sera si è svolto il primo di molti congressi di circolo che nei prossimi giorni ridisegneranno la dirigenza del Pd biellese.
Più o meno un anno ci fa entravo, nel Partito Democratico, buttandomi immediatamente nella mischia di un congresso nazionale e iniziando una certa teoria di cronache di questi microfenomeni che hanno avuto – se posso dirlo – un qualche successo (ancora oggi, quando incontro Bobba, non so bene come comportarmi). Erano solo storielle buffe, ma erano vere; spesso, per far emergere un lato divertente, basta dire la verità. Non a caso, molta gente che non troverebbe Biella su una cartina neppure con due mani e una lampada si sono perfettamente riconosciuti in quel che era successo al circolo di Ponderano. Indicativo, anche se mentre scrivevo quelle cose non potevo prevederlo.
Nel breve volgere di un anno, dal 2009 al 2010, il mio umore è cambiato. Un po' ho perso il disincanto, lo stupore di fronte alle assurdità che, chi milita da molto tempo in un partito, ritiene perfettamente normali, sensate. Ogni tanto, di fronte a una qualche contorsione regolamentare che permette, per citare un esempio tipico, a Tizio di candidarsi mentre contestualmente a Sempronio è impedito di votare, mi impongo di uscire da me stesso e di chiedermi: cosa ne penserebbe una persona normale, una cioè che non milita nel Pd?
Un esercizio utile, ma sempre più faticoso, in particolare in questi giorni in cui qualcuno cercherà di eleggere a segretario provinciale colui che guidava il Pci a Biella a fine anni Ottanta, pensando sia una cosa assolutamente plausibile. Anzi una buona, un'ottima idea. Provo a mettermi nei panni dell'elettore medio, che ignaro apre il giornale e legge una notizia del genere. E pensa, ridendo, che deve per forza trattarsi di uno scherzo, di una burla colossale.
Un po' lo invidio, perché io non ci riesco più. E' passato solo un anno, e un anno in politica è niente, ma già fatico a vedere il lato comico di tutta questa faccenda.
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Prova a paragonare l'assemblea di una qualsiasi associazione che ha uno statuto ed un regolamento (democratico) e prova a confrontarla con una riunione di circolo del PD e ti renderai subito conto che sono totalmente diversi dove anche l'organizzazione delle cose + banali è gestita meglio, ovviamente a favore dell' associazione.
mica vero. Ci sono associazioni serie, e altre farlocche cosi' come ci sono partiti che hanno uno statuto e altri che non ne hanno. Quanto al rispetto dello statuto, beh ogni tanto ci si riesce, come nelle riunioni di condominio, altre volte si va in vacca. Comuqnue si, l'esercizio della democrazia assembleare e' faticoso e a volte grottesco e alla lunga puo' stancare, l'Italia per esempio se ne e' stacata da una ventina di anni e forse pure qualcosina in piu'
A.
addirittura a Reggio Emilia se la passano da cani…
mc