Mentre ero in altre faccende affaccendato, i giornali di questi ultimi giorni hanno infilato una perla via l'altra. Li ho messi da parte per la rassegna che segue.
Venerdì – Il decorso
Alle 10 sono in via delle Fratte per una riunione quando incrocio una compagna piemontese che mi chiede: "Hai visto la Bresso?", e mi passa la Stampa di quel giorno. No, non avevo visto, e trasalisco. La notizia del passaggio dal ricorso al decorso è ancora fresca quando l'ex presidente si palesa in Assemblea Nazionale, accolta da sguardi e mormorii.
Mi unisco allo sconcerto generale, ma ricordo anche che il Pd piemontese, su inziativa del segretario regionale Morgando, aveva tenuto a chiarire che quel ricorso non l'avrebbe appoggiato. Cioè, vi sono cose su cui il Pd può impiegare anche dieci anni prima di prendere una posizione, ma questa evidentemente era impellente. Ed è un po' dura, oggi, criticare il ritiro di un ricorso quando si era scelto di non appoggiarlo. Morgando ci prova lo stesso, lascio al lettore il giudizio sul risultato.
Sabato – Toh, chi si vede
Sto per salire sull'aereo che mi riporterà a casa quando mi arriva questo articolo uscito sulla Stampa, tanto per darmi qualcosa da leggere in volo e garantirmi un viaggio sereno. Dopo un mese di riunioni interne ai partiti per scegliere chi piazzare nei Cda delle società partecipate, salta fuori che la maggioranza ha deciso di fottersene della prassi, e di papparsi tutti i posti disponibili in Atap.
Penso tutto il male possibile di un processo nel quale la politica debba occuparsi di queste cose, senza che si capiscano criteri e competenze che stanno dietro alla scelta delle persone (che, non dimentichiamolo, in molti casi vanno a prendere uno stipendio pagato coi soldi pubblici). Ma, anche turandosi il naso e limitandosi al merito senza dare giudizi, riuscire nell'impresa di farsi addebitare la nomina del comunista Belletti in Seab come se fosse un posto concesso all'opposizione, e perdere nel cambio tutti i posti propri mi sembra un segno di poca capacità strategica.
Soprattutto, mi fa specie vedere sul giornale intervenire a questo proposito il segretario provinciale del mio partito. Uno che negli anni, da che è in carica, ha sempre delegato ad altri l'iniziativa politica, e che compare improvvisamente oggi su una faccenda per di più appiccicosa come questa. Tanto per fare un esempio, un mese fa maggioranza e minoranza in comune a Candelo hanno votato compatti per togliere la mensa ai bimbi i cui genitori erano in ritardo coi pagamenti: su quello, dal segretario, non una sillaba. E infatti avevo preparato un post ad hoc, ma poi ho lasciato perdere perché mi sembrava di infierire. Ho fatto male.
Domenica – La ribellione virale
Ogni tanto una buona notizia: la Stampa dedica un articolone a Marco Sgaggero e al suo video che ho avuto il piacere di contribuire a diffondere. Ogni tanto una buona notizia, ma troppo isolata, come è facile notare.
Lunedì – Tesi, ipotesi, sintesi e antitesi
Il Pd va verso il rinnovo della segreteria provinciale, più o meno tutto tace ma è normale che ai giornali ogni tanto avanzi un buco per potersene occupare.
L'articolo uscito sull'Eco di ieri è un esempio tipico della produzione del suo autore. A Paolo La Bua piace esercitarsi in un genere giornalistico, quello sui casini interni del Pd, che è ampiamente consolidato a tutti i livelli ma che lui affronta secondo il modello del giornalismo a tesi. Ovvero, ancor prima di fare una telefonata e di aver acceso il pc, sa già dove vuole andare a parare. L'articolo di ieri è da questo punto di vista esemplare: poiché si vocifera di Diego Presa come possibile futuro segretario, l'autore chiama correttamente l'interessato per avere una conferma. Ma lui smentisce. Poi, nelle righe successive, riporta voci secondo le quali effettivamente, per tutta una serie di motivi, difficilmente sarà lui e gli sforzi andranno in altre direzioni. Titolo del pezzo: "Diego Presa verso la segreteria".
Mesi fa La Bua aveva scritto, in modo a mio avviso strumentale, che avrei incassato e ringraziato per i voti della Lega (nientemeno): e dopo quell'episodio gli avevo spiegato, con suo sommo stupore, che lo ritenevo scorretto e che con lui non avrei parlato più. Ho fatto bene.
(Nello stesso pezzo, lo segnalo a margine, Valenti dice che per fare il segretario "non basta essere giovani o quasi giovani… Serve essere all'altezza". Evidentemente lui è in deroga).
Martedì – Lieto di essere utile
Editoriale del direttore Esposito sul Biellese di oggi: "Ma questa autostrada dobbiamo farla per forza"? Per carità, non voglio menarmela troppo, ma mi sembra di notare, specie ultimamente, una certa continuità di spunti tra quel che scrivo qui coi miei poveri mezzi e le cose che leggo sui giornali locali. Potrei fare numerosi esempi, ma facciamo finta di niente, come del resto loro fanno finta di averli pescati chissà dove.
Diciamo che, dal punto di vista prettamente tecnico, ogni giorno porta la sua pena, e arriva direttamente dalle pagine dei quotidiani. Forse davvero "nessuna notizia, buona notizia".
…limitatamente alla questione nomine del sabato: mesi fa ebbi una pacata discussione con un mio concittadino, iscritto al mio circolo sulla vicenda dell'accordo fra centrodestra e centrosinistra per una giunta unitaria un comunità montana. Tutto ottimo, ma…a mio avviso quell'idillio non sarebbe potuto durare, almeno non in tutti i tavoli per le future nomine, con noi supini e in cerca di accordi "alla meno peggio", confidando in piccoli comuni amministrati da civiche ritenute un tempo amiche (ma che in realtà, per fare l'interesse finanziario dei loro comuni hanno dovuto compiere scelte di campo ben precise) e loro fortissimi che giocano con noi come il gatto col gomitolo. Lui replicò "beh, ma allora dovremmo essere sempre duri e puri e perdenti?". No, dissi io. Ma farsi fregare come cog…ahem, sciocchini ogni volta ci farà prendere una sonora fregatura prima o poi.
Questi (Lega-PDL) non trattano, nè ragionano. Questi hanno anni di arretrati dal punto di vista del potere locale, da riscuotere. E sono legittimati a farlo dai numeri, per quanto possa non piacere e far incazzare. Loro le trattative non le approvano. Le concedono, semmai. Ed è assai diverso.
E' assurdo pensare che un Belletti a Seab possa essere un contentino alla opposizione. E', prima di tutto e aldilà di ogni giudizio sull'operato della persona che sarà da valutare nel nuovo incarico, uno sgarbo al PD. Non al centrosinistra, ma al partito, punto e basta.
Davanti a uno scenario così, vogliamo o no segnare un'autonomia di proposta? Cioè, vogliamo dire qualcosa noi di chiaro? Proporre per primi, ogni tanto?
Certo, se per tradizione avessimo sempre o quasi cercato di collocare persone competenti nei posti giusti, accordo bipartisan o meno, potremmo ora sfidare gli attuali nominati a dimostrare di essere adatti o meno.
Mi domando però, ingenuamente… abbiamo questo pedigree?
M.B.
Per rispondere all'interrogativo finale di M.B., scorrendo i nomi citati nell'articolo in questione, e vedendoci i soliti trombati da ricollocare, direi che la risposta è no.
E.F.