10 MAGGIO 2010

Il nastro di Moebius

escher-waterfall-mediumNegli ultimi tre post (prima, seconda e terza puntata) si è sviluppata nei commenti una discussione molto animata ma, a mio parere, in parte fuorviante rispetto all'argomento. Mi riferisco in particolare a coloro che in questa storia non trovano nulla di interessante perchè, come ha scritto qualcuno, "qui non c'è nessuna tangentopoli".
Se è per questo mi sento di poterli confortare, e confermo: nessuna tangentopoli. Stabilirlo, in ogni caso, è compito delle autorità e non mio. Qui, e l'ho scritto sin dall'inizio, ci si interroga sul rapporto lavorativo tra la fidanzata del presidente Simonetti e l'amministrazione provinciale da lui guidata.
L'interrogativo stesso nasce, come ho spiegato, dalla presenza, sullo stesso muro esterno della stessa palazzina di via Candelo a Biella, di una fila di targhe che comprende quella dell'ufficio di Simonetti in quanto deputato, quella della sua compagna Barbara Greggio, quella di due imprese individuali (H&S e Aimitis) che lavorano, tra le altre cose, anche con l'amministrazione provinciale, con enti locali e con l'Atl, e quella di consulente aziendale di Marco Pichetto, che dell'Atl è presidente.
Io sono partito da quelle targhe, né più né meno: le trovo come minimo inopportune. Persino sfacciate, ma questo evidentemente non implica l'illegalità. Lo stesso, però, è lecito farsi qualche domanda. E quindi le ho fatte: se necessario le ripeterò, ma non credo serva.
Mentre me le facevo, quelle domande, e le riportavo su questo blog, ho ritenuto fosse utile rivolgersi al Registro Imprese e richiedere visure su tutte le ditte presenti in quella sede di via Candelo. La visura, come riporta Wikipedia, "è il documento che fornisce informazioni su qualunque impresa italiana, individuale o collettiva, iscritta al Registro delle imprese tenuto dalle Camere di Commercio Italiane". Inoltre, "tutte le imprese italiane sono tenute all'iscrizione al registro delle imprese, che costituisce la fonte primaria di certificazione dei loro dati costitutivi, così come le anagrafi comunali lo sono per i dati dei cittadini: chi svolge in Italia un’attività economica sotto forma di impresa deve iscriversi al registro delle imprese tenuto dalle camere di commercio italiane (una per ogni provincia), interconnesse tramite la loro società di informatica, InfoCamere".
Ebbene, dal sito di InfoCamere (Registroimprese.it), su cinque targhe totali ho trovato solo una corrispondenza. Non risulta l'onorevole Simonetti, ovviamente, in quanto un ufficio per la gestione del suo lavoro di deputato non è un'impresa: e questo è pacifico. Non risulta la H&S di Paolo Vallino, anche se risulta esistente, per l'Agenzia delle Entrate, la partita Iva che è riportata sul suo sito internet. Risulta Aimitis Design, impresa individuale con sede legale a Ivrea e sede operativa dove sappiamo. Non risulta Marco Pichetto, non come consulente aziendale, bensì come presidente dell'Atl: la domanda è quindi che genere di consulenze Pichetto fornisca a quale tipo di aziende, e se vi sia in quell'esercizio professionale qualche rapporto che possa andare in conflitto con la sua carica nella stessa Atl, proveniendo lui come imprenditore privato dallo stesso settore in cui oggi opera dall'interno di un'ente pubblico. Non risulta, infine, Barbara Greggio: né cercandola come persona fisica, per nome, né cercandola sotto BG o "Marketing & advertising", come riportato nella targa. Più banalmente, non è rintracciabile neppure tramite Pagine Gialle e Bianche, e personalmente trovo strano che una professionista del settore promozione non promuova se stesso, e sia di fatto irreperibile.
Mi fanno inoltre notare, e lo ricordo a margine, che se per un libero professionista non è obbligatorio costituirsi come impresa e iscriversi all'apposito registro, per divenire fornitori di una pubblica amministrazione è necessario corrispondere a tutta una serie di adempimenti previsti dalla legge. Peccato che, al momento, l'albo fornitori della Provincia, che dovrebbe essere pubblico, non sia presente on line.
E' un fatto peculiare, diciamo così, e genera tutta una serie di altre domande. Appurato che esistono rapporti di collaborazione tra le aziende di vario tipo (ma tutte legate alla comunicazione) che condividono la sede di via Candelo, come sono regolati quei rapporti? Il pdf di Candelo in Fiore li testimonia e, anche se quell'evento specifico è in realtà organizzato dalla Pro Loco, risulta evidente il collegamento con Provincia e Atl: sia in quanto enti patrocinanti, sia per l'incontestabile suasion che l'assessore provinciale competente, Mariella Biollino, è in grado di esercitare in paese essendo ex sindaco e attuale vicesindaco.
Un intreccio contorto come un nastro di Moebius o un disegno di Escher, che riporta sempre al punto di partenza e che è incomprensibilmente vanificato dall'evidenza di quelle targhe affisse sulla pubblica via. Viene infatti da chiedersi, ricapitolando quanto detto sin qui, se l'attuale amministrazione provinciale sia solita affidare la promozione del territorio e dei propri eventi alle aziende con cui il suo presidente e la di lui fidanzata condividono gli spazi lavorativi. E se quelle aziende a loro volta girano lavoro alla fidanzata del presidente stesso, e in quel caso se e come sono regolati quei rapporti, non risultando reperibile l'impresa di Barbara Greggio. Aggiungiamoci quel che ha scritto su Facebook Giacomo Moscarola: consigliere comunale della Lega, uomo di staff di Simonetti in Provincia, fidanzato con una delle responsabili della promozione di Candelo in Fiore, sostiene come ho riportato nel post precedente che "sotto certe soglie di spesa non è necessaria nessuna gara pubblica". Si tratterebbe quindi di incarichi fiduciari, per questo motivo non contestabili ma, come sostengo, passibili di una verifica della loro opportunità: quanti sono detti incarichi, e qual è l'ammontare? Inoltre, c'è una frammentazione degli incarichi per mantenere le commesse sotto il livello economico per il quale sarebbe necessario un bando?
Comprendo perfettamente la differenza tra eventi direttamente organizzati dalla Provincia e altri solo patrocinati, ma reputo questa una risposta debole alla mia domanda: se un evento è patrocinato dalla Provincia, e la sua promozione è affidata alla fidanzata del Presidente della Provincia (o ad aziende che poi a loro volta la coinvolgono), questo suscita domande a prescindere da quanti sono i livelli che vi stanno in mezzo: il passaggio forse è indiretto, ma il legame è diretto.

  1. Accidenti, ero tutto concentrato su questo post e quasi non mi accorgevo che in quello precedente ha lasciato un commento nientemeno che il sindaco leghista di Cossato, Corradino. Sarà offeso perché non hai dato risalto alla faccenda della proibizione del burqa nel suo Comune.

    utente anonimo
  2. Mi viene in mente che le cose possono stare proprio come stanno banalmente in fila quei cartelli: un gruppo di amici e fidanzate uniti dalla comune passione di essere leghisti (ognuno sceglie, nella vita….), si riunisce sotto l’ombrello del più importante di loro, quello che ce l’ha fatta veramente. Sono tutti più o meno giovani, con più o meno un mestiere tra le mani, con qualche velleità di occupare i posti rilevanti e godere di un buon lasso di tempo di notorietà. Diventare parte di quei tutti, per intenderci. Ora, io non so, al momento attuale quante commesse ricevano i nostri, c’è da pensare però che la Lega anche a Biella dispone già di una piccola “macchina” dedicata alla comunicazione, bella pronta. Magari funziona, magari no, magari son bravi, magari no.  Stanno appiccicati al potere e approfitteranno di questo se potranno farlo. Occuperanno ogni posto lasciato libero. Presto inizieranno, con i loro mezzi, a spargere semi di quella loro “cultura” padana di cui tanto vanno fieri: un giornale, pubblicare libri, fare mostre, organizzare eventi… Cosa c’è di male? Che la Lega porta con sé una dote di idee aberranti..
    P. S. Aha, hai visto, è bastato punzecchiare Corradino and company sul costume e si è subito materializzato! E basta con ‘sta storia del radical chic!!! Che sono stronzi, è vero i radical chic, ma non è che per esser meglio bisogna per forza essere leghisti. Ignorante e senza cultura (ma chi l’ha detto, poi?) non è certo una colpa, fare parte della stessa cricca di Calderoli e quello nella foto vicino a Moscarola, e condividerne le idee, oltre alla panchina, invece sì.
    Ciao!!
    DG

    utente anonimo
  3. uh la prima parte di post mi ha fatto venire in mente una versione di "Friends"
    in verde,
    fortunantamente ho poi riguardato la foto di borghezio

    A.

    utente anonimo
  4. Cito dal post:

    Inoltre, c'è una frammentazione degli incarichi per mantenere le commesse sotto il livello economico per il quale sarebbe necessario un bando?

    Bravo Paolo. Punto preso.
    Inoltre, esistono diversi metodi (almeno tre maggiori) per evitare le frammentazioni di mercato pur in rpesenza di acquisti multipli dello stesso servizio. Tali metodi sono e restano ignorati dalla gran parte delle amministrazioni pubbliche o dalle aziende partecipate.

    utente anonimo
  5. Aggiungo: in caso di affidamento diretto del mercato, le prescrizioni per procedere a tale sbrigativa procedura, sono abbastanza chiare. Nella maggioranza delle norme attuative vigenti, si specifica che l'affidamento diretto e' scoraggiato e va comunque limitato ad ulcune situazioni (non solo dipendenti dal prezzo offerto, ma piuttosto dall'evidente mancanza di concorrenza di mercato o dall'urgenza della spesa in questione, oppure da altre motivazioni specificatamente tecniche) e va motivato ampiamente, garantendo comunque la trasparenza dell'affidamento finale.
    Una cosa che spesso nessuno sottolinea, infatti, e' che si PUO' fare ricorso all'affidamento diretto, ma non si e' AFFATTO OBBLIGATI a farlo. Nella volonta' del legislatore, traspare chiaramente l'indirizzo generale: se proprio non puoi far altro, allora procedi ad affidare direttamente il mercato. In qualsiasi altra condizione (anche se la spessa e' sotto soglia di procedura in concorrenza), usa il metodo previsto per l'appalto pubblico (magari semplificato, con richiesta contemporanea di piu' preventivi invece che con una gara ad apertura buste) per valutare i prezzi ed applicare al meglio il principio della trasparenza.
    Sarebbe interessante, in questo senso, avere i verbali (sono pubblici) che contengono la motivazioni della scelta degli affidamenti diretti effettuati, per verificare in che modo tale motivazione sia conforme alle line guida suggerite per l'applicazione del metodo.

    utente anonimo
  6. Ho letto quanto scrisse il Moscarola nel post in risposta su facebook, al sig. d'amelio, mi sembra non corrisponda a quanto hai riportato tu. Lui ha spiegato a d'amelio che la pubblica amministrazione può avvalersi dell'incarico diretto, ma anche scritto che in questo caso non si tratta di pubblica amministrazione…..quindi se il tuo scopo è fare INFOMAZIONE sarebbe oppotruno che non facessi DISINFORMAZIONE apposta

    P.D.

    utente anonimo
  7. Da notare che il dibattito sugli affidamenti in appalto, malauguratamente, non riguarda solo il caso in questione. Anzi. Il problema sollevato da questo Blog e' un problema ben piu' vasto. Nel caso specifico, non conosco lo statuto della proloco di Candelo e quindi non mi pronuncio in fatto tecnico. Sull'opportunita' politica ed etica, Paolo Cosseddu e' stato decisamente chiaro e non credo che ulteriori aggiunte possano fornire migliori spunti di discussione,

    utente anonimo
  8. #6, che dici? Il post che citi riporta lo screenshot di una frase scritta dallo stesso Moscarola esattamente come era, e non è stata "riportata". Paolo si pone una domanda sul punto due, mentre l'aspetto che citi tu è al punto 3, perfettamente visibile (ma questo non impedisce di far domande sul punto due). Come si fa a dire che questa è disinformazione, quando la fonte è stata addirittura riprodotta fotograficamente?

    utente anonimo
  9. Beh, non volevate mica che la leganel suo piccolo, tralasciasse i favori a gli amici degli amici, dei parenti deglia amici, come nella migiliore tradizone politica italiana…..
    ROMA LADRONA!!!!!

    utente anonimo
  10. Dubito che dietro a tutto ciò vi siano mire "culturali" padane, quanto più mero interesse privato. Chiedetevi dov'erano, fino a un anno e mezzo fa, Marco Pichetto e Barbara Greggio. Non mi risulta fossero dei "duri e puri" della Lega. Anzi.

    FM

    utente anonimo
  11. Parigi val bene una messa…

    A.

    utente anonimo
  12. Hai ragione FM, un anno fa Mrco Pichetto, non era certo ul leghista, ma, come si sa l'appetito vien mangiando, e visto che la torta in questa zona è verde lega, siamo diventati tutti leghisti………
    UB

    utente anonimo
  13. Beh… nonostante sulla questione degli incarichi legati alla comunicazione in Provincia sappia più di quanto dovrei sapere, per ora mi limito a lasciare una piccola… mollica di pane, tanto per formare un altro pezzo del puzzle: Marco Pichetto è l'ex fidanzato della Greggio… Insomma: al di là delle illegalità presunte o tali, qui siamo di fronte ad una vera e propria orgia in salva verde!!!