16 APRILE 2010

Fuoco amico

palpatine5E insomma, pare che Fini e Berlusconi abbiano rotto. Voi ci credete? Io non saprei, l'ultima volta che i due si sono arruffati un po' il pelo a vicenda era l'estate del 2007, il 30 agosto, quando Berlusconi disse di voler fare un passo indietro sul partito unico. Appena un mese e mezzo di tira e molla dopo, il 18 novembre, Berlusconi dimostrò di essere al solito più furbo della media e annunciò, dal famoso predellino dell'auto blu, la nascita del Partito della Libertà. Partito o Popolo, sulla cosa era ancora indeciso, lo lascerà poi decidere agli elettori, bontà sua. E Fini rientrò immediatamente nei ranghi: perché, per quanto a chiacchiere possa risultare così gradevole a certi elettori di centrosinisra, nella prassi non è ancora mai stato in grado di portare fino alle estreme conseguenze quel che dice.
Oggi ci risiamo, e il casus belli è Calderoli che va in visita dal Presidente del Consiglio per consegnare le richieste della Lega a proposito delle famose riforme: federalismo, riforma elettorale, quella roba lì. Fini si incazza, ma a torto: i partiti pesanti sono due, nel centrodestra, ed è normale che quello minore vada a trattare col capo di quello maggiore. Davvero non si capisce perché prima dovrebbe esser necessario passare da Fini.
A meno che, e qui sta il dannato punto, non si consideri il Pdl come una cosa in cui Forza Italia e Alleanza Nazionale non sono ancora ben integrati. Non è poi così strano, dopotutto nel Pd ci sono ancora (meno di un tempo, per fortuna) ex Ds ed ex Margherita che si legnano in ricordo dei bei tempi andati.
Quelli del Pdl l'hanno fatta tanto facile, ma provate a chiedere – per citare un esempio locale – a Fava e Pichetto se sono contenti che nell'eterna lotta per la gestione dei cazzi loro ora debbano fare i conti anche con Delmastro. L'unico elemento di normalizzazione è stato rappresentato dal fatto che buona parte degli ex di An si sono velocemente mischiati ai fedelissimi di Berlusconi, anche perché risponde più perfettamente al loro modello di riferimento, chiamiamolo così. Fini, invece, quando si guarda alle spalle sa che a seguirlo sono ormai solo le briciole del partito di cui era segretario.
Saprà oggi, il pavido Gianfranco, portare la fronda alle estreme conseguenze e creare al Senato e alla Camera gruppi separati dal Pdl? L'esperienza suggerirebbe di no, ma ieri sera a Otto e Mezzo il finiano Bocchino lasciava intendere un aspetto strategico davvero ammirevole, se si realizzasse. Bocchino spiegava che se fosse costretto a costituirsi, il nuovo gruppo extra-pidiellino (di quanti fuoriusciti? Cinque, cinquanta? Nessuno lo sa) continuerebbe comunque a sostenere questo Governo. E come fa, quindi, Schifani a sostenere che se il Pdl si dividesse si andrebbe a elezioni anticipate? Per prima cosa, Berlusconi dovrebbe dimettersi, recandosi da Napolitano: ce lo vedete? Ma facciamo finta che, per amore di speculazione. Napolitano, applicando la norma, lo spedirebbe in Parlamento per sottoporlo a un voto di fiducia. E, se davvero i finiani mantenessero fede alla promessa di continuare a sostenere questo Governo, come farebbe il Premier a finire in minoranza? Risposta: dovrebbero votargli contro i suoi. Capite bene che è surreale: un Governo che cade non per il voto della minoranza, ma per quello della sua stessa maggioranza sarebbe strano persino per questo Paese, e anche una personalità egotica come quella di Berlusconi potrebbe giudicarla una mossa azzardata.
Ma il lato morale di tutta questa storia è che, nella strategia finiana, a mettere in difficoltà Berlusconi sarebbe un aspetto della nostra democrazia che il nostro Pres del Cons ha deformato da un pezzo, sin dal 1994, ben prima che si parlasse di riforma presidenziale: il sistema rappresentativo parlamentare. L'Italia è un Paese ben strano, per cui se si nomina direttamente il presidenzialismo o premierato subito scattano sull'attenti i tutor e si affrettano a spiegare le possibili svolte autoritarie e la democrazia immatura. Dimenticandosi il dettaglio non trascurabile che da 16 anni gli italiani sono convinti di eleggere direttamente Berlusconi (o, raramente, il suo avversario). Il prezzo di questa ipocrisia equivale all'avere de facto un presidente della Repubblica che è un vecchietto il cui peso effettivo è pari a poco o niente, mentre il capo del Governo si permette di comportarsi come se agisse in vece sua, anche se in forma non ufficiale ma ufficiosa. Il Paese va a puttane, ma la forma è salva, evviva.
Ed è una condizione non negoziabile, non più, da tempo. Mi piacerebbe molto assistere alle reazioni se, dopo un'elezione, Napolitano conferisse l'incarico, per dire, a Bondi, e poi vorrei sentire le spiegazioni a proposito del fatto che è il Parlamento a essere sovrano e a decidere col suo voto chi può guidare il Governo. E come reagirebbe oggi il popolo se, caduto Berlusconi, altre forze componessero una nuova maggioranza con un nuovo Governo? Male, secondo me: a torto, tecnicamente parlando, ma molto male, in virtù di una ragione non scritta che codardamente è rimasta inevasa, irrisolta.
Il punto di non ritorno sta nella prima candidatura di Berlusconi, quella del '94: "Se voterete per me, sarò io a guidare il Governo". Stando alle pezze, è una cosa che non si potrebbe neppure dire, perché la semplice enunciazione di questo proposito è già di fatto un esautoramento dei compiti della rappresentatività parlamentare, ma che risponde a un comune sentire: basta coi Governi che cambiano ogni sei mesi. Governi a rotazione di cui, credo, nessuno ha nostalgia, per dire quanto l'intuizione fosse azzeccata nel 1994 e lo sia pure oggi. E' in quella forzatura l'idea più geniale dell'intera carriera di Berlusconi, perché non solo ha bypassato le regole in nome di un supposto buon senso (chi vota ha il diritto di sapere chi governerà), ma ha pure costretto i suoi avversari a fare lo stesso, preoccupati – a ragione – di passare per superati formalisti. Però, ehi, se qualcuno parla esplicitamente di presidenzialismo ci opponiamo, eh? E non importa se il presidenzialismo è già nella pratica quotidiana: si fa, ma non si dice.
Ebbene – per tornare a bomba – se domani Berlusconi dovesse trovarsi in difficoltà non perché il Parlamento lo sfiducia, rompendo lo speciale patto tra lui medesimo e il popolo, cosa che anzi lo spingerebbe a chiedere ancora più potere dal mandato dei suoi elettori, ma perché al contrario si rifiuta di silurarlo, negandogli il prestesto per buttarla di nuovo in caciara, sarebbe sublime. Sarebbe giustizia poetica.
Ma dormite tranquilli, non succede.

  1. La materia è abbastanza ostica, lo dimostra il fatto che se chiedi all'uomo della strada per chi vota oggi risponde Berlusconi, una volta avrebbe detto Democrazia Cristiana. Non solo cambia il modo con cui sono percepite le istituzioni, ma questo spazza via anche il significato di partito, che viene rimpiazzato da una singola persona. Il che non necessariamente sarebbe un male, tranne che ovviamente nel nostro caso.

    utente anonimo
  2. Ciao Paolo.
    Solo un dettaglio che non inficia le grandi linee della tua analisi: Calderoli non ha presentato la bozza di riforme a Berlusconi (dialogo Lega-Pdl), ma in veste di Ministro l'ha presentata al Presidente della Repubblica. Un "mini golpe" del governo nei confronti di Fini che, dunque, e' comprensibilmente incazzato. 
    ciao
    edo

    utente anonimo
  3. Per essere un supposto ex fascio, Fini è straordinariamente carente della capacità di gettare il cuore oltre l'ostacolo che tanto piacciono al suo elettorato. Penso anche io che si chiuderà in un niente di fatto, anche se l'ipotesi è intrigante.

    utente anonimo
  4. … è proprio vero: finirà in un niente di fatto.
    Diciamolo pure…sua maestà Berlusconi ha sdoganato la destra!!! Ricordo che in passato molti personaggi noti di AN-Biella erano abbastanza critici nei confronti del Premier. Ora gli stessi tacciono e siedono tra le fila del Pdl… se fossero coerenti appoggierebbero il loro ex-leader.

    Ma la coerenza e l'integrità (che era propria di un grande come Almirante) non sono di questo mondo! "Talento sprecato"

    …. credere obbedire e co…nvolare a giuste nozze!!

    utente anonimo