Non pensavo che sarei mai arrivato a vedere questo giorno, ma: da oggi Wittgenstein è aperto ai commenti. Urca.
Cede così uno degli ultimi baluardi – e forse il più importante, qui da noi – contro il falso concetto di libertà che molti hanno a proposito di internet. Quelli che non hanno capito niente pensano che un blog chiuso ai commenti sia un attentato alla libertà. Le persone di buon senso rispettano gli spazi, la legittimità di chi vuole tenere un blog fatto in quel modo, e casomai se ne vanno a discutere altrove, ché lo spazio non manca.
Questo comprensibile buon senso, rispetto a blog in cui non viene effettuato o non è possibile fare nessun controllo sulla civiltà (non pretendo sulla qualità) degli interventi, e in cui si esprime una varia umanità che comprende insulti e istigazioni, è di gran lunga preferibile. La distinzione tra discussione proficua e rumore di fondo è un problema vecchio quanto la rete e anche di più, e gli esempi beceri non mancano.
Oggi Luca apre ai commenti, e ne sono lieto, ma Wittgenstein è stato ed è ancora un faro nella blogosfera italiana anche senza di essi. Facciamone buon uso.
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Sono un assiduo lettore del tuo blog grazie ad un comune amico giornalaio e solitamente non commento. Non sono un lettore di Wittgenstein, ma mi permetto di dire la mia su una idea che penso abbiamo in comune riguardo ad Internet. Io (anche per via dell’età) ne sono un utilizzatore abituale ed entusiasta ma a differenza di tanti altri “colleghi” ho una visione più “conservatrice” dello strumento blog o sito. La finzione della libertà totale in rete, che porta per esempio ai gruppi demenziali tipo “Picchiamo i down” su Facebook che nascono esclusivamente perchè dietro allo schermo son tutti buoni a fare i duri del ghetto, si ripercuote anche su questa idea che i commenti ai siti siano un diritto inalienabile. Con un francesismo direi “sto cazzo”. Sarebbe un diritto se tutti quelli davanti alla tastiera fossero furbi abbastanza da pensare prima di commentare e mediamente abbastanza intelligenti da avere effettivamente qualcosa da dire. Io non faccio quasi mai commenti a news, post nei blog o simili, specialmente quando sono argomenti in cui non sono sufficientemente ferrato o interessato (come la politica ad esempio) per questo motivo. Non credo di aggiungere niente ad un post ripetendo il concetto di partenza e dicendo “Anche io la penso così, sei un grande” (come funziona ad esempio sul sito di un noto profeta genovese).
Per questo credo che il tuo invito finale sia poco realistico. Aprire un blog (tanto più il blog è popolare peggio è) ai commenti significa quasi sempre aprire l’uscio a chi non ha un bel niente da dire e solo in minima parte a fare partire delle discussioni interessanti.
Il B.