23 MARZO 2010

L’idea di curare il cancro

Uno dei passaggi più clamorosi del comizio di Berlusconi alla manifestazione di sabato è stato quello in cui ha in qualche modo promesso di trovare in pochi anni il modo per sconfiggere il cancro. Visto il tema, come minimo delicato, non penso che l’uscita si possa semplicemente derubricare alla voce boutade e archiviarla insieme a tutte le altre, quelle sulle aliquote fiscali o sul ponte di Messina: ciò nonostante, non ha trovato così tanto spazio nelle cronache del giorno dopo, e anche se vanno registrate reazioni negativecome quella di Rosy Bindi e altre positive dalle associazioni per la lotta ai tumori, è ormai impossibile star dietro alle tante rivoluzioni annunciate da Berlusconi nel corso negli anni, con un effetto che di conseguenza è tutto da verificare. Questo avviene, casualmente, negli stessi giorni in cui Obama trasforma in realtà la promessa di estendere la copertura sanitaria a 32 milioni di cittadini americani che ne erano privi.
C’è un precedente, in un certo senso, ma non appartiene al mondo della realtà, bensì a quello della fiction. Riguarda la serie televisiva americana West Wing, che in America fu un clamoroso successo ma in Italia conta solo un sottile zoccolo duro di appassionati, tra cui il sottoscritto. Ambientato nell’ala della casa Bianca in cui lavora lo staff del Presidente, è considerato il prodotto televisivo a tema politico di gran lunga migliore mai realizzato. Scritta magistralmente da Aaron Sorkin, ha raccontato in modo così efficace il lavoro e gli ideali che stanno intorno e dentro lo Studio Ovale da divenire oggetto di una vasta saggistica, e nel 2008 la serie è tornata alla ribalta per una serie di coincidenze troppo precise per essere casuali tra la finzione e la campagna di Barack Obama.
Durante la terza stagione, l’autore dedicò una puntata a un momento fondamentale della vita presidenziale, ovvero la scrittura del discorso sullo stato dell’Unione, appuntamento di inizio anno previsto dalla costituzione americana in cui il Presidente è chiamato a fare, evocando un certo senso della prospettiva, una sorta di punto della situazione davanti al Governo, ai due rami del parlamento e alla popolazione.
A una cena con alcuni colleghi della first lady, medico e luminare della ricerca, uno degli invitati si lascia scappare che, considerate le recenti scoperte, con a disposizione un budget di tot miliardi di dollari e dieci anni di tempo, sarebbe possibile trovare una cura per il cancro. Il presidente, colpito dall’affermazione che sembra ridurre il problema a un fatto non tecnico, legato solo a tempo e denaro, chiede quindi al suo staff di valutare l’ipotesi di inserire un annuncio del genere nel discorso. Richiesta che divide lo staff stesso sull’opportunità e sulla concreta fattibilità di una simile affermazione. Anche perché – altro punto di collegamento con la realtà italiana – in quel momento il personaggio del Presidente Josiah Bartlet rischia un provvedimento di impeachment per aver nascosto di essere malato di sclerosi multipla al momento della sua ricandidatura per il secondo mandato. E quindi il popolo potrebbe interpretare l’annuncio di voler curare il cancro come un tentativo di sviare l’attenzione dai suoi problemi personali.
Da un punto di vista puramente teorico, e levandosi quindi dalla mente che possa essere Berlusconi a promettere una cosa del genere, l’idea ha indubbiamente una sua forza: quando Kennedy annunciò che l’uomo presto sarebbe andato sulla Luna, dice Bartlet, non si sapeva assolutamente niente del problema, eppure l’annuncio fu un tale stimolo che in poco tempo l’obiettivo fu raggiunto. Per gli Stati Uniti, la cifra di cui si parla equivale a una frazione, ad esempio, del budget militare, e resta quindi sospeso l’interrogativo non secondario su cosa davvero potrebbero fare i governi, se solo fossero adeguatamente determinati.
Non mi dilungo oltre: in West Wing è molto interessante seguire i processi attraverso cui una cosa verrà detta o non detta dal Presidente, tenendo conto non solo dei sondaggi, ma anche della copertura finanziaria, nel senso che da quelle parti il costume impone di non fare annunci se non esistono risorse economiche da impiegarvi. O forse non è proprio così, dopotutto Bush junior aveva annunciato di voler mandare una spedizione su Marte (ma non si può negare che gli americani non ci stiano provando). Tra chi si occupa di cose politiche si discute spesso su quanto Berlusconi sia un imprevedibile improvvisatore o se piuttosto quel che pare spontaneo non sia invece frutto del lavoro di uno staff micidiale. Gli esempi non mancano, dal partito fondato lì per lì, da un predellino, alla cura per il cancro.
Forse un giorno lo sapremo.

  1. Ormai Berlusconi si
    è traslato completamente nel personaggio di Jarry:
    Ubu Re, le sue affermazioni possono dunque essere commentate con l’intercalare dello stesso,
    in attesa che il pocket monarca di arcore si dichiari disposto a sconfiggere la Morte Nera ed il malvagio Palpatine, non resta che commentare:
    “merdra!”

    A.

    A.
  2. Cancro è un termine generico riferito a centinaia di forme di tumore maligno, diverse fra loro nello svilupparsi e nella cura; addirittura, pazienti affetti dalla stessa forma di cancro (anamnesi clinica e stadiazione identiche) reagiscono in maniera diametralmente opposta alla stessa cura.;Quindi, parlare di una cura per sconfiggere il cancro, entro tre anni poi – gli scienziati statunitensi stanno manifestando la loro delusione perché la ricerca genetica non ha dato ancora i risultati attesi dieci anni fa – è una sciocchezza bella e buona, se non frutto di mala fede, frutto di ignoranza.

    m.a

    m.a
  3. Ti segnalo l’intervento di gramellini sulla cazzata del buon Silvio.
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

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  4. Siete caduti tutti in un gigantesco equivoco!
    L’audio era difettoso: avete sentito male!
    Non ha detto “Cancro” ha detto…. ” Vergine”!

    Redbird

    Redbird
  5. Essendo Berlusconi il peggior cancro che affligge questo Paese forse annunciava solo di volersi levare dai coglioni…

    …No, troppo ottimistica come visione.

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