17 MARZO 2010

Per fortuna che c’è il conflitto d’interessi

In un Paese che è ormai l’antitesi della modernità e il rifugio di paure medioevali succedeanche che il ministro della Sanità, anzichè stabilire l’obbligo di disinfezione per gli occhiali 3D distribuiti al cinema, premiando chi già lo fa, decida di vietarli del tutto, introducendo l’obbligo dei modelli usa e getta.
Il che, se ci pensate un attimo, equivale a costringere i ristoranti a buttare i piatti di porcellana dopo ogni zuppa, proibendo che vengano lavati.
Considerando che gli occhiali 3D di maggior qualità, e quindi più adatti a godersi film come Avatar che ne sfruttano appieno la tecnologia, arrivano a costare 40 euro il paio, e comunque subiscono un usura rapida anche con il lavaggio, mi sembra un bel danno per le sale italiane.
Non appena al ministro tornerà in mente che il presidente del Consiglio possiede metà dei cinema italiani sono certo che questa stupidaggine verrà ritirata.

  1. Saggio commento xD

    anonimo
  2. Sperando di fare cosa gradita riporto una nota frescafresca dalle associazioni di settore. TL

    L’Anec e l’Anem, associazioni rappresentative degli esercenti cinematografici italiani, esprimono “fortissima preoccupazione” in merito alla confusione in atto riguardo la questione “occhiali 3D”.

    “Siamo di fronte – dichiarano le associazioni – ad una vera e propria campagna di ingiustificato allarmismo e di non corretta informazione.
    Al fine di scongiurare l’adozione di azioni restrittive della libertà di mercato e di non contribuire a procurare allarme ingiustificato, si ricorda che oltre 14 milioni di spettatori hanno visto in Italia film in 3D decretando un successo in costante crescita e che gli episodi conosciuti di reali conseguenze a seguito della visione di questi film che richiedono l’uso degli occhiali sono assolutamente trascurabili.
    Non neghiamo l’autorevolezza del Consiglio Superiore della Sanità, ma ci domandiamo come mai non siano state ascoltate le aziende produttrici, come mai non siano state ascoltate le aziende dell’esercizio, come mai non siano state valutate le differenze tra i vari sistemi di proiezione, come mai non si sia entrati nel merito specifico.
    Autorevoli esperti in oftalmologia italiani e stranieri hanno valutato in modo ben diverso i rischi e le conseguenze collegati ad una visione di questi film, che sono proposti in tutto il mondo senza l’insorgere delle polemiche sollevate in Italia.
    Le Associazioni degli esercenti richiedono urgentemente un esame più approfondito della problematica prima della adozione di qualunque provvedimento e una valutazione che tenga conto anche delle legittime opinioni e conoscenze della professione cinema.
    Gli esercenti ribadiscono che la tutela dei consumatori è loro interesse primario, tanto quanto la tutela degli investimenti economici e produttivi che hanno consentito il ritorno di tanti spettatori al cinema e la conseguente tutela della occupazione specifica addetta.
    Si è consapevoli che fra poco avremo la diffusione casalinga dei sistemi 3D, sempre con gli occhiali e senza alcun controllo temporale del loro utilizzo?
    Si è consapevoli che i vari sistemi di proiezione in 3D con l’utilizzo dei propri specifici occhiali non sono compatibili tra loro e quindi non si tratta di fare una scelta tra “monouso” e “riutilizzo”, ma tra un sistema tecnologico e un altro (per esempio tra l’utilizzo di occhiali polarizzati o occhiali attivi o passivi)?
    Di tutto questo e altro l’Anec e l’Anem sono pronte a discutere in tutte le sedi competenti”. Più informazioni e altre notizie sul sito http://www.giornaledellospettacolo.it ANEC E ANEM SUGLI OCCHIALI 3D: NO A MISURE RESTRITTIVE DELLA LIBERTA’ DI MERCATO

    anonimo