Quando l’ho visto per la prima volta mi è preso un colpo, quasi finisco nel Cervo. Dico, il Partito Democratico biellese non ha già abbastanza cazzi da discutere? La ricerca di un nuovo segretario non sta andando proprio benissimo, basta dare un’occhiata ai giornali per rendersi conto che difficilmente si arriverà a una scelta largamente condivisa e che quindi portare a termine questa fase non sarà esattamente una passeggiata di salute.
In più, presto bisognerà scegliere chi candidare alle imminenti elezioni regionali: Ronzani è il consigliere in carica, si è già fatto due mandati (Wilmer è già stato eletto in qualsiasi posizione vi venga in mente o comunque sia prevista dalla Costituzione), e come se non bastasse al momento è pure consigliere provinciale.
Se in una fase delicatina come questa uno decide di seminare per la città manifestoni dominati dal proprio faccione gigante, la prima cosa che pensa il passante medio è che il tizio raffigurato mira a farsi un altro giro e pensa perciò di ricandidarsi. Uno come Ronzani fa politica da troppo tempo per ignorare una cosa semplice come questa.
Allora mi chiedo: era proprio il caso? Non sarebbe stato meglio evitare situazioni facilmente fraintendibili, lasciare che il partito facesse una nuova segreteria, e stare poi a vedere quel che succede?
Tra l’altro, a chiunque glielo chieda, Ronzani non ha ancora risposto sulle sue intenzioni. Persino ieri mi è capitato di ripetere la stessa domanda a differenti dirigenti locali del Pd: "Tu sai cosa vuole fare il Wilmer?". La risposta era sempre la stessa: "Assolutamente no". Perché non chiarire? Altrimenti, qualcuno potrebbe pensare che questi manifesti siano un indizio piuttosto chiaro.
C’è un film già visto, il cui finale non merita una seconda visione: quello in cui un Pd che non sa che pesci prendere candida Ronzani presidente della Provincia. Lui accetta, ma un po’ perché i concorrenti vengono meno, un po’ perché per sua stessa ammissione non voleva cimentarvisi, le primarie non vengono fatte.
E adesso? La vittoria di Bersani troverà a Biella un’applicazione così ortodossa che di primarie quassù non ne parleremo mai più? Devo aver sbagliato porta, credevo di essere entrato nel Partito Democratico, ma mentre ero ancora indeciso sull’antipasto hanno trasformato il ristorante in una trattoria a menù fisso. E il vecchio cuoco fa sapere dalla cucina che se non ti piace questa minestra…
Allora i casi sono due: forse il nostro pensa davvero di poter proseguire in Regione, dopo due mandati e con due incarichi contemporanei. Persino il timido statuto del Pd mette dei paletti a una simile insistenza (infatti credo sarebbe necessario chiedere una deroga), senza contare che stiamo parlando di una carriera che è già stata molto lunga e piena di soddisfazioni. Bisognerebbe iniziare a pensare a un pizzico di rinnovamento, e poiché gli spazi sono quelli che sono, e se non si fa da parte chi è sulla breccia da 30 anni si rischia di venire alle mani per ottenere il turn-over.
Se invece questi manifesti fossero a titolo personale, e avessero il solo scopo di sottolineare il buon lavoro fatto dall’uscente amministrazione regionale, mi chiedo: sono opportuni? Cosa succederebbe se domani io affiggessi gigantografie del mio poco fotogenico ovale riportanti la scritta "Mercedes Bresso Presidente di successo"? (Sempre che la povera Bresso non sia sacrificata sull’altare del vendicativo dio Pierferdinando).
Quasi quasi apro una sottoscrizione (al momento sono un po’ a corto) e me lo faccio davvero, il manifesto. Vediamo come la prende il partito.
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Davvero non capisco quale sia il problema: in un momento di oggettiva crisi del brand, prima di ripiegare definitivamente su più modeste posizioni di mercato, si tenta il tutto per tutto con una campagna di riposizionamento. Il target sono i gonzi, segmento decisamente appetibile.
ES
Dipende, questi sono prodotti che il pubblico non avverte come obsoleti finché non vede uscire il modello nuovo.
No caro #2, la tua analisi è fuori luogo, questo infatti è un caso lampante di abuso di posizione dominante. Ci vuole l’antitrust, ci vuole, per ristabilire la libera concorrenza sul mercato.
Alberto
Per scegliere il candidato alle regionali ci vogliono le primarie!
Stefano La Malfa
come la vedo male questa bocciofila….
A,.