A proposito del grande risalto con cui il Corriere di oggi riporta il successone ottenuto dalla proiezione del film sul Barbarossa a Legnano, ai più attenti non sarà sfuggito che da qualche giorno pure l’Odeon ce l’ha in programmazione. La Ciat diretta da Lanfranco Ceresoli, società che gestisce le sale di Biella, ha smontato i Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, che facevano il pienone, per sostituirli con il film fortissimamente voluto dalla Lega e da Umberto Bossi.
Non che vi sia niente di male in un film su Federico Barbarossa, peccato che l’opera in sè non sia proprio un capolavoro, a sentire i giudizi: fondali cartonati, un modello israeliano – Raz Degan – preso per interpretare il condottiero lombardo ed eroe bossiano Alberto da Giussano, altri che non sapevano bene cosa ci stavano a fare, lì, e solo dopo aver incassato il compenso hanno scoperto, con un po’ di schifo, di aver partecipato a un’operazione politica. E poi, mettetevi nei panni di Rutger Hauer: è vero, ultimamente ha lavorato poco e male, ma molti da oggi daranno un significato del tutto nuovo alla battuta “ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare”, che pronunciava nel finale di Blade Runner.
Comunque, mentre i basterdi tarantiniani si trasferivano al Mazzini, il Barbarossa veniva montato nella più grande sala cittadina, un migliaio di posti a sedere, realizzando alla prima proiezione numero quaranta circa notabili e sostenitori leghisti, riconoscibili per: fazzoletti verdi, cravatte verdi, calze verdi, che neanche alla festa di san Patrizio. Tra di essi, il parlamentare e presidente della Provincia di Biella, Roberto Simonetti, che magari avrebbe sfilato volentieri sul green carpet – magari si rifarà alla prossima edizione del festival di venezia, chissà.
Numero paganti, sette. E meno male che questi sono radicati sul territorio.
Il Verdi, cinema d’essai di Candelo che si distingue per una programmazione di qualità e un pubblico fedelissimo, da quel che ho capito dovrà cuccarselo dopo Biella, volente o nolente, perché la programmazione nelle sale che aderiscono a un certo tipo di circuito – immagino c’entrino i film catalogati d’interesse culturale che ricevono sovvenzioni statali – sono obbligati a proiettarlo.
Un ennesimo argomento contro la cultura pagata dai soldi pubblici, altro che le proteste in piazza degli artisti di sinistra (con il portafogli a destra).
(Grazie ad Andrea per la segnalazione)
Ognuno crea la propria mitologia con i mezzi che ha a disposizione, dopotutto anche gli americani fanno film di guerra in cui, pur raccontando guerre tremendamente nel torto come quella del Vietnam, i protagonisti ne escono come eroi e figure positive. Dubito che questo film sul Barbarossa otterrà lo stesso risultato, perché malgrado l’investimento il risultato è modesto. Però, se fossi in Berlusconi, i cui mezzi sono molto più ampi, finanzierei subito un kolossal pazzesco su prostitute e ballerine, in cui un uomo tormentato e forse un po’ puttaniere ne emerge comunque come un politico di epico spessore. Fantascienza? Mica tanto, dopotutto i tigì fanno questo racconto ogni sera.
in tutto ciò “crnut e mazziat” o se preferite “oltre la beffa il danno”
quel povero Ceresoli che si trova il blockbuster leghista (paganti 7 si, ma vedrete che riscatto sul circuito home video) al posto del Tarantino che almeno le spese della sala venivano recuperate, e si che il nostro ha l’ufficio tappezzato di manifesti di filmoni…
A.
ps questa chicca cinematografica la possiamo archiviare assieme a quella del Delmastrino quando, non ancora aduso agli attuali incarichi di pregio (tipo demolire vespasiani),
aveva accolto gli spettatori del “Signore degli Anelli” con un volantinaggio a titolo “benvenuti alla nostra cultura”
A.
Insomma, dopo 15 anni di minacciata rivoluzione culturale, questo è il risultato? Una montagna (di cazzate) che partorisce un topolino (molto piccino).
stai scherzando?
Consideranto il trust di cervelli (gli stessi che si proponevano il terzo canale audio per seguire Montalbano in bergamasco) questo è un risultato da oscar…
A.
“Obbligato” dalla mia fidanzata alessandrina che, puramente come cinefila e per vedere se ne valesse la pena mi ci ha portato, ho visto il film. Trama scarsa, a tratti visibilmente troppo scopiazzata da Braveheart. Ho trovato positivo che no si sia criminalizzato più di tanto la figura del Barbarossa (all’epoca i regnanti erano tutti così, tirannici, collrici e con potere di vita e di morte, lui non faceva eccezione), che come legitimo imperatore faceva solo il suo mestiere, così come i Comuni facevano il loro.
C’era un (mi è parso) annoiato Ferrari del MIB in sala sabato sera. Nemmeno un quarto di sala pieno.
Niente di che, e non lo dico da democratico,bensì da amante della storia medievale e del cinema.
Marco B.
la decisione sui film da proiettare non è legata all’interesse culturale dei film, ma alle logiche dei distributori.
per una pura coincidenza i due maggiori distributori oggi sono 01 distribution (proprietà rai) e medusa (berlusconi) e sono loro che possono imporre quali film passare in quali sale…