Le badanti si danno una regolata

Dopo un mese di menate altissimamente democratiche e 21 – dicasi ventuno – congressi di circolo, domani finalmente tutti i cento eletti si troveranno per ratificare i risultati e mandare due poveri stronzi al congresso nazionale.
Dovete sapere che il piddì chiede a tutti coloro che grazie al Partito ottengono un incarico retribuito – elettivo o di altro genere – un versamento pari al 5 per cento dello stipendio. E’ molto meno di quanto chiedeva, ad esempio, il vecchio Pci, e serve a pagare cose banali come la sede, le bollette, qualche iniziativa, e se si è parsimoniosi un po’ di campagna elettorale. Siccome pare che la dirigenza tenda curiosamente a dimenticarsi di questa modesta incombenza, tempo fa qualcuno molto saggio ha deciso che chi non è in regola coi versamenti perde tutta una serie di diritti, tipo farsi candidare o partecipare a determinate assemblee elettive interne. Mi pare anche giusto: chi grazie al Pd ha ottenuto, per essere espliciti, uno stipendio, ha così modo di sdebitarsi un pochino e mantenere in vita una realtà che già così, specie a livello territoriale, non ha il becco di un quattrino. E far politica, si sa, costa, senza contare che avendo perso tutte le recenti elezioni amministrative nessuno ha idea di come si farà a campare da adesso in poi.
Insomma, nei giorni scorsi è venuto fuori che la grandissima parte di quelli che nel Partito avevano un incarico retribuito non erano affatto in regola, non avevano versato il dovuto, e quindi dopo essersi smazzati un mese di congressi e congressini domani sarebbero dovuti rimanere a casa, lasciando il posto ai primi dei non eletti. Se passate da via Trieste in questi giorni, vi sarà concesso di ammirare la curiosa processione di consiglieri comunali, ex assessori e classe dirigente di varia natura far la coda come badanti qualsiasi in cerca di una sanatoria, con il libretto degli assegni in mano.