1 – Se è giovane, non va bene perchè è troppo giovane;
2 – Se non è così giovane, non va bene perchè non è davvero giovane;
3 – Se sta al suo posto, dovrebbe osare di più;
4 – Se osa di più, dimostra immaturità e impazienza;
5 – Se è parente di, "è parente di";
6 – Se non è parente di, "ma chi cazzo è";
7 – Se si esprime con proprietà tecnica, parla come i vecchi;
8 – Se usa un linguaggio meno ingessato, "ma come cazzo parla";
9 – Se arriva dalla società, deve fare esperienza nel partito;
10 – Se arriva dal partito, è raccomandato.
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è drammaticamente simile a “cara ti amo” del buon Elio. Ed entrambe (lista e canzone), paiono terribilmente vere
l’edo
se ha quattro palle è un flipper se mezza un eunuco
mmmh ogni medaglia ha il suo rovescio, mettere tante teste d’accordo a volte ti fa imprecare contro il suffragio universale;
se però si passa dal concetto del “meno peggio” al “migliore del bigoncio” è già un bel passo avanti,
con buona pace del Dini….
A.
Credo che insistere sulla dimensione individuale, nell’attesa del messia, o dei discepoli con le migliori qualità sia una replica si quanto si è già visto e fatto (anche Barazzotto rappresentava per alcuni la nuova frontiera..)
Uscire dal “leaderismo” dovrebbe essere la necessaria pratica per riappropriarsi delle discussioni e delle scelte politiche, in questi anni lasciate ai baroni e lobby del partito.
All’affanno per l’individuazione di un nome, di un nuovo referente, anteporrei il quid, che ad oggi non può essere un progetto, una linea politica definita, ma la sua forte domanda.(la politica secondo Marcos è più nelle domande, relativamente nelle soluzioni)
Un progetto che non dovrà più essere dettato secondo ragioni tattiche (per lo più speciose), ma sentito, condiviso tra i più e “senza cognome”.
Occorre che nel PD si superi la strutturazione per Casta Bulgara, e le differenti opinioni tornino ad avere cittadinanza.
Quando nel PD sarà riconoscibile un dibattito (che vada anche oltre a Mottino e non Mottino) vero sui meriti, in cui l’opinione di tutti conta, può darsi che le persone si riavvicineranno.
l’Arcangelo
arcangelo,
il problema non è soltanto la Casta del PD, ma anche la base, il semplice militante. perché tante di queste semplici regole sono quelle con le quali, dalla base, abbiam fatto fuori e facciamo fuori, abbiamo distrutto e distruggiamo chiunque osi mettere fuori la testa o fare qualcosa.
la mia previsione è che ora ci sarà un percorso congressuale per l’elezione del segretario pd. un secondo dopo che sarà eletto cominceranno le critiche, molte delle quali ricalcheranno le dieci regole di cui sopra. e queste critiche non verranno fatte solamente dalla Casta, ma anche dalla base. da te, da me, dall’ultimo dei blogger…
posso dire la mia? sono un elettore, frequento il circolo del pd del mio quartiere, e questa contrapposizione giovani-vecchi mi ha rotto davvero le palle. a me la serracchiani piace epperò mi piace pure bersani, non si può? la serracchiani crede di poter dare al pd più di bersani o di franceschini? va benissimo, allora spero che presenti un programma, che esponga le sue idee e le sue proposte, che spieghi quali sono le sue priorità e come intende affrontarle. sulla base di un programma e di un progetto politico potrò allora dire se per la direzione del partito è meglio lei (o chi per lei), o è meglio bersani, oppure franceschini. che si parli di po-li-ti-ca please, e non di anagrafe.
Decalogo molto condivisibile. Sottoscrivo. Ma per il Paolo non valeva?