Con l’arrivo dell’appello a Wilmer Ronzani su un giornale locale, mi sembra giusto fare un rapido bilancio di tutta questa storia.
Il gruppo aperto su Facebook è arrivato a 66 membri, e si è sostanzialmente stabilizzato. Fatta la tara di rifondaroli, grillini, esponenti della lista civica, parenti e persone che non esistono affatto, ma che ho appositamente creato su FB per gonfiare le adesioni, direi che più o meno ne restano una cinquantina. Non male: se però applico l’ulteriore criterio comunicato dalla segreteria, secondo cui solo chi è iscritto al Pd può parlare del Pd, mi sa che resto solo io.
Questo calcolo porta alla considerazione successiva, che riassumerei così: e adesso?
Ronzani ha fatto scrivere a qualcuno dei suoi lopez una risposta ufficiale, e probabilmente ritiene così di aver corrisposto il dovuto. Non tornerà sull’argomento, mai più.
E non si dimetterà. Suppongo che questo non sorprenda nessuno. Se si prende abbastanza fiato, un anno è sufficientemente breve da riuscire a passarlo fischiettando con indifferenza per tutto il tempo. Alla fine dell’anno, scadrà il suo mandato in Regione, e il problema si risolverà da solo.
Parte della scommessa di questa iniziativa consisteva nel farsi riconoscere come interlocutori dal Pd stesso. Non so se farsi dare del fascista mafioso sia equivalente, ma già il fatto che abbiano perso la calma con tale facilità, dimostrando totale mancanza di sangue freddo, è una piccola debolezza che va sfruttata. In seguito vedremo come.
Il gran polverone dei dibattiti on line di questi giorni, comunque, non è in grado di produrre un risultato concreto: non solo era chiaro sin dall’inizio che Ronzani non si sarebbe dimesso – l’appello era privo di malizia ma non ingenuo – ma neppure è all’orizzonte una mediazione. Chessò, una roba del tipo: Ronzani non si dimette, ma il Pd nomina una persona nuova a fare da portavoce dell’opposizione in Provincia, iniziando così a costruire una personalità pubblica che tra cinque anni sia riconosciuta, candidabile, e sul cui sostegno lavorare tutti, vecchi dirigenti compresi. Viceversa, è chiaro che se nei prossimi cinque anni qualunque giornalista debba occuparsi del Pd telefonerà sempre a Ronzani, le persone nuove non emergeranno mai.
Ecco, mi sarebbe piaciuto arrivare a questo, perché in fondo il punto non è Ronzani, non è Scaramal, non sono le simpatie e le antipatie personali. Si tratta solo di fare spazio perché ci provi qualcun altro, non necessariamente levando di mezzo qualcuno, ma cooperando.
C’è una minuscola crepa nel muro dell’ostruzionismo, ma bisogna farsi venire delle idee per trasformarla in un buco. Qualcosa bolle in pentola, ma ovviamente ogni suggerimento è ben accetto.
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Occorre insistere perchè nella fase pre congressuale si facciano assemblee aperte a tutti gli iscritti e non solo “direttivi”. Altrimenti un nuovo iscritto che possibilità ha di patecipare? Si potrebbe fare un gruppo su FB……..
Sono d’accordo con la prima parte dell’intervento che mi precede, non la seconda. In altre parole sono in sintonia con la forma, non la sostanza. La crepa creata dalle martellate verbali di Paolo dovrebbe far davvero riflettere sull’opportunità di partecipare, e partecipare tutti. Non solo i conclave, ma anche le riunioni pubbliche condivise. Quest’ultimo aspetto è democratico, il primo oligarchico. Fb è un gingillo su cui impegnare il tempo, ma la politica va fatta anche, non solo, ma anche, nelle sedi appropriate. Se al termine di tutte queste discussioni potessi dire una sola cosa direi: fateci partecipare, ascoltare e intervenire, perchè il dibattito accresce la sostanza delle cose. Fate in modo di far crescere chi, malgrado tutto, ha ancora voglia di appassionarsi alla politica. Altrimenti… è un’altra cosa
f.ce.
Concordo. Da fantasma che va a tirare le coperte dell’ignaro dormiente la notte a un certo punto bisogna materializzarsi. Succederà.