Caro Wilmer,
ho letto del tuo proposito di sedere tra i banchi dell’opposizione, in Provincia, continuando però a mantenere il tuo posto di consigliere regionale a Torino, e ti scrivo a proposito di questa tua decisione.
Credo, e lo dico con il massimo della stima personale, credo che tu stia facendo un errore grave, di ripensarci e di rinunciare a uno dei due incarichi.
Capisco il senso di responsabilità verso le persone che ti hanno votato, ma tra tanti possibili voglio illustrare tre motivi. Il primo riguarda questioni pratiche e morali allo stesso tempo: non ci si può scandalizzare per un Presidente della Provincia che farà il suo mestiere da Roma, mantenendo il posto in Parlamento, se si annuncia di voler guidare l’opposizione da Torino. Non credo si possa dire che fare opposizione richieda meno impegno che governare: in realtà, dovrebbe richiederne di più. Riguadagnare posizioni costa più fatica che mantenerle.
L’importanza del contatto con le persone e con il territorio non devono essere solo strumenti di campagna elettorale, e non vedo come possano essere perseguiti efficacemente se si hanno importanti responsabilità altrove. E la critica al doppio incarico di Simonetti avrebbe ancora più peso se tu fossi in grado di tradurla in un esempio concreto e clamoroso.
Il secondo è politico: comunque la si pensi sull’opportunità di sceglierti come candidato a Presidente della Provincia, il risultato è stato modesto oltre ogni possibilità di discussione. Questo risultato è anche frutto di una crescita della destra che va ben oltre i confini biellesi, e contro cui chiunque sarebbe stato in difficoltà, ma qualcuno dovrebbe mostrare il coraggio di prendersi sulle spalle la responsabilità di questa sconfitta, e questo qualcuno dovresti essere tu, in quanto persona alla guida delle tue liste. Certo, si perde per colpa degli avversari, ma anche perché non si è stati giudicati sufficientemente bravi e preparati: dobbiamo esserlo di più, perché non lo siamo mai abbastanza.
Infine, e lo dico senza volermi appellare a una vuota retorica giovanilista, non è possibile continuare a parlare di rinnovamento se si pensa che debba riguardare sempre qualcun’altro: un tema che tu in particolare dovresti cogliere, sia perché hai già avuto un percorso politico lungo e ricco di soddisfazioni, sia perché riguarda da vicino il tuo partito, specie dopo l’eclatante risultato ottenuto da alcuni giovani del Pd in queste ultime elezioni. Nessuno vuole precluderti la possibilità di ripresentarti, tra cinque anni: ma fallo dando il tuo importante appoggio a un candidato che abbia provato a percorrere una strada più sua e più nuova. Ti assicuro che è difficile chiedere scelte difficili a persone che si stimano: ma proprio per questo è necessario.
Io ritengo che tu debba portare a termine con il 100 per cento delle tue forze l’impegno che già hai in Regione, e lasciare che tra un anno il tuo lavoro sia sottoposto al giudizio degli elettori. E che in Provincia, dove la situazione si è improvvisamente ribaltata rispetto a come era solo pochi giorni fa, sia fondamentale avere persone in grado di dedicarcisi in pieno. Dare quest’occasione al primo dei non eletti, in totale trasparenza, sarebbe un gesto che chi ti apprezza saprebbe ripagare, e fornirebbe una formidabile motivazione a chi si trovasse a sostituirti.
Chi ti scrive ha cercato di fornire un piccolissimo contributo volontario alla lista I love Biella per la rielezione di Vittorio Barazzotto. Mi sono iscritto al Pd immediatamente dopo una sconfitta – al riparo da sospetti di opportunismo – senza altro fine se non quello di provare ad agire e di partecipare alla discussione.
E’ evidente che questa lettera, per quanto possa essere sostenuta, se lo sarà, non riuscirà mai a competere con il consenso meramente numerico che tu sei in grado di ottenere dall’elettorato: ma, in risposta a questa tua eventuale obiezione, è opportuno chiarire che questo dato non ne modifica in alcun modo la validità delle argomentazioni. Anzi, più elevato è il consenso, maggiori sono le responsabilità che ne derivano, nel bene e nel male. Quel che è opportuno resta tale a prescindere dalla matematica.
Ti invito a riflettere, con immutata stima.
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