25 MAGGIO 2009

Romanzo criminale di quartiere

Tutti sanno cos’è Quarto Oggiaro e cosa rappresenta nell’immaginario collettivo: quartiere dormitorio, pericoloso, degradato, in mano a una diffusa criminalità. Io ci ho lavorato per tre anni circa (fortunatamente senza problemi, se non una vaga cautela probabilmente dovuta ad autosuggestione), quando la casa editrice di cui ero dipendente vi si trasferì dal centro di Milano, in cerca di più spazio – immagino – a più buon mercato. Erano gli anni in cui si lavorava al nuovo Expo, e qualcuno sperava che la sua influenza arrivasse fin lì. A giudicare dai cantieri che nel tempo ho visto aprirsi, gli investimenti sono stati ingenti, e sono stati premiati da un forte aumento dei prezzi degli immobili: la riqualificazione procede anche oggi, e a maggior ragione, visto l’approssimarsi dell’Expo. A guardare la geografia, sembrerebbe tutto molto semplice: quando si passa in viale Certosa, che in pochi minuti porta a ridosso del centro, basta girare a sinistra e ci si trova a Quarto Oggiaro: ma le pagine di nera dei giornali raccontano un mondo completamente diverso. Così vicini, così lontani.
Ieri, un sicario è entrato in un bar del posto, e ha aperto il fuoco su quattro persone, ferendone tre gravemente e uccidendo Franco Crisafulli, boss a capo di un clan implicato nel traffico internazionale di droga.

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